Share this page:  
 

Multilingual Scriptures

(Compare books in 2 different language versions of your choice)

Comparison Search:

Select Language version and font:
You can only select max. of two versions.
Book:
Chapter:
Verse:
---------
From: To:

Free Search:

Select Language version and font:
Enter search text:

Multilingual Scriptures Home » Italian Riveduta 1927 Bible » 1 Corinthians

Italian Riveduta 1927 Bible
Chapter # Verse # Verse Detail
11Paolo, chiamato ad essere apostolo di Cristo Gesù per la volontà di Dio, e il fratello Sostene,
12alla chiesa di Dio che è in Corinto, ai santificati in Cristo Gesù, chiamati ad esser santi, con tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signor nostro Gesù Cristo, Signor loro e nostro,
13grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signor Gesù Cristo.
14Io rendo del continuo grazie all’Iddio mio per voi della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù;
15perché in lui siete stati arricchiti in ogni cosa, in ogni dono di parola e in ogni conoscenza,
16essendo stata la testimonianza di Cristo confermata tra voi;
17in guisa che non difettate d’alcun dono, mentre aspettate la manifestazione del Signor nostro Gesù Cristo,
18il quale anche vi confermerà sino alla fine, onde siate irreprensibili nel giorno del nostro Signor Gesù Cristo.
19Fedele è l’Iddio dal quale siete stati chiamati alla comunione del suo Figliuolo Gesù Cristo, nostro Signore.
110Ora, fratelli, io v’esorto, per il nome del nostro Signor Gesù Cristo, ad aver tutti un medesimo parlare, e a non aver divisioni fra voi, ma a stare perfettamente uniti in una medesima mente e in un medesimo sentire.
111Perché, fratelli miei, m’è stato riferito intorno a voi da quei di casa Cloe, che vi son fra voi delle contese.
112Voglio dire che ciascun di voi dice: Io son di Paolo; e io d’Apollo; e io di Cefa; e io di Cristo.
113Cristo è egli diviso? Paolo è egli stato crocifisso per voi? O siete voi stati battezzati nel nome di Paolo?
114Io ringrazio Dio che non ho battezzato alcun di voi, salvo Crispo e Gaio;
115cosicché nessuno può dire che foste battezzati nel mio nome.
116Ho battezzato anche la famiglia di Stefana; del resto non so se ho battezzato alcun altro.
117Perché Cristo non mi ha mandato a battezzare ma ad evangelizzare; non con sapienza di parola, affinché la croce di Cristo non sia resa vana.
118Poiché la parola della croce è pazzia per quelli che periscono; ma per noi che siam sulla via della salvazione, è la potenza di Dio; poich’egli è scritto:
119Io farò perire la sapienza dei savi, e annienterò l’intelligenza degli intelligenti.
120Dov’è il savio? Dov’è lo scriba? Dov’è il disputatore di questo secolo? Iddio non ha egli resa pazza la sapienza di questo mondo?
121Poiché, visto che nella sapienza di Dio il mondo non ha conosciuto Dio con la propria sapienza, è piaciuto a Dio di salvare i credenti mediante la pazzia della predicazione.
122Poiché i Giudei chiedon de’ miracoli, e i Greci cercan sapienza;
123ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per i Gentili, pazzia;
124ma per quelli i quali son chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio;
125poiché la pazzia di Dio è più savia degli uomini, e la debolezza di Dio è più forte degli uomini.
126Infatti, fratelli, guardate la vostra vocazione: non ci son tra voi molti savi secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili;
127ma Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i savi; e Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti;
128e Dio ha scelto le cose ignobili del mondo, e le cose sprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono,
129affinché nessuna carne si glori nel cospetto di Dio.
130E a lui voi dovete d’essere in Cristo Gesù, il quale ci è stato fatto da Dio sapienza, e giustizia, e santificazione, e redenzione,
131affinché, com’è scritto: Chi si gloria, si glori nel Signore.
21Quant’è a me, fratelli, quando venni a voi, non venni ad annunziarvi la testimonianza di Dio con eccellenza di parola o di sapienza;
22poiché mi proposi di non saper altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso.
23Ed io sono stato presso di voi con debolezza, e con timore, e con gran tremore;
24e la mia parola e la mia predicazione non hanno consistito in discorsi persuasivi di sapienza umana, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza,
25affinché la vostra fede fosse fondata non sulla sapienza degli uomini, ma sulla potenza di Dio.
26Nondimeno fra quelli che son maturi noi esponiamo una sapienza, una sapienza però non di questo secolo né de’ principi di questo secolo che stan per essere annientati,
27ma esponiamo la sapienza di Dio misteriosa ed occulta che Dio avea innanzi i secoli predestinata a nostra gloria,
28e che nessuno de’ principi di questo mondo ha conosciuta; perché, se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria.
29Ma, com’è scritto: Le cose che occhio non ha vedute, e che orecchio non ha udite e che non son salite in cuor d’uomo, son quelle che Dio ha preparate per coloro che l’amano.
210Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; perché lo spirito investiga ogni cosa, anche le cose profonde di Dio.
211Infatti, chi, fra gli uomini, conosce le cose dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? E così nessuno conosce le cose di Dio, se non lo Spirito di Dio.
212Or noi abbiam ricevuto non lo spirito del mondo, ma lo Spirito che vien da Dio, affinché conosciamo le cose che ci sono state donate da Dio;
213e noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a cose spirituali.
214Or l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché gli sono pazzia; e non le può conoscere, perché le si giudicano spiritualmente.
215Ma l’uomo spirituale giudica d’ogni cosa, ed egli stesso non è giudicato da alcuno.
216Poiché chi ha conosciuto la mente del Signore da poterlo ammaestrare? Ma noi abbiamo la mente di Cristo.
31Ed io, fratelli, non ho potuto parlarvi come a spirituali, ma ho dovuto parlarvi come a carnali, come a bambini in Cristo.
32V’ho nutriti di latte, non di cibo solido, perché non eravate ancora da tanto; anzi, non lo siete neppure adesso, perché siete ancora carnali.
33Infatti, poiché v’è tra voi gelosia e contesa, non siete voi carnali, e non camminate voi secondo l’uomo?
34Quando uno dice: Io son di Paolo; e un altro: Io son d’Apollo; non siete voi uomini carnali?
35Che cos’è dunque Apollo? E che cos’è Paolo? Son dei ministri, per mezzo dei quali voi avete creduto; e lo sono secondo che il Signore ha dato a ciascuno di loro.
36Io ho piantato, Apollo ha annaffiato, ma è Dio che ha fatto crescere;
37talché né colui che pianta né colui che annaffia sono alcun che, ma Iddio che fa crescere, è tutto.
38Ora, colui che pianta e colui che annaffia sono una medesima cosa, ma ciascuno riceverà il proprio premio secondo la propria fatica.
39Poiché noi siamo collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio, l’edificio di Dio.
310Io, secondo la grazia di Dio che m’è stata data, come savio architetto, ho posto il fondamento; altri vi edifica sopra. Ma badi ciascuno com’egli vi edifica sopra;
311poiché nessuno può porre altro fondamento che quello già posto, cioè Cristo Gesù.
312Ora, se uno edifica su questo fondamento oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia,
313l’opera d’ognuno sarà manifestata, perché il giorno di Cristo la paleserà; poiché quel giorno ha da apparire qual fuoco; e il fuoco farà la prova di quel che sia l’opera di ciascuno.
314Se l’opera che uno ha edificata sul fondamento sussiste, ei ne riceverà ricompensa;
315se l’opera sua sarà arsa, ei ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo, però come attraverso il fuoco.
316Non sapete voi che siete il tempio di Dio, e che lo Spirito di Dio abita in voi?
317Se uno guasta il tempio di Dio, Iddio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e questo tempio siete voi.
318Nessuno s’inganni. Se qualcuno fra voi s’immagina d’esser savio in questo secolo, diventi pazzo affinché diventi savio;
319perché la sapienza di questo mondo è pazzia presso Dio. Infatti è scritto: Egli prende i savi nella loro astuzia;
320e altrove: Il Signore conosce i pensieri dei savi, e sa che sono vani.
321Nessuno dunque si glori degli uomini, perché ogni cosa è vostra:
322e Paolo, e Apollo, e Cefa, e il mondo, e la vita, e la morte, e le cose presenti, e le cose future, tutto è vostro;
323e voi siete di Cristo, e Cristo è di Dio.
41Così ci stimi ognuno come dei ministri di Cristo e degli amministratori de’ misteri di Dio.
42Del resto quel che si richiede dagli amministratori, è che ciascuno sia trovato fedele.
43A me poi pochissimo importa d’esser giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi, non mi giudico neppur da me stesso.
44Poiché non ho coscienza di colpa alcuna; non per questo però sono giustificato; ma colui che mi giudica, è il Signore.
45Cosicché non giudicate di nulla prima del tempo, finché sia venuto il Signore, il quale metterà in luce le cose occulte delle tenebre, e manifesterà i consigli de’ cuori; e allora ciascuno avrà la sua lode da Dio.
46Or, fratelli, queste cose le ho per amor vostro applicate a me stesso e ad Apollo, onde per nostro mezzo impariate a praticare il "non oltre quel che è scritto"; affinché non vi gonfiate d’orgoglio esaltando l’uno a danno dell’altro.
47Infatti chi ti distingue dagli altri? E che hai tu che non l’abbia ricevuto? E se pur l’hai ricevuto, perché ti glori come se tu non l’avessi ricevuto?
48Già siete saziati, già siete arricchiti, senza di noi siete giunti a regnare! E fosse pure che voi foste giunti a regnare, affinché anche noi potessimo regnare con voi!
49Poiché io stimo che Dio abbia messi in mostra noi, gli apostoli, ultimi fra tutti, come uomini condannati a morte; poiché siamo divenuti uno spettacolo al mondo, e agli angeli, e agli uomini.
410Noi siamo pazzi a cagion di Cristo; ma voi siete savi in Cristo; noi siamo deboli, ma voi siete forti; voi siete gloriosi, ma noi siamo sprezzati.
411Fino a questa stessa ora, noi abbiamo e fame e sete; noi siamo ignudi, e siamo schiaffeggiati, e non abbiamo stanza ferma,
412e ci affatichiamo lavorando con le nostre proprie mani; ingiuriati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; diffamati, esortiamo;
413siamo diventati e siam tuttora come la spazzatura del mondo, come il rifiuto di tutti.
414Io vi scrivo queste cose non per farvi vergogna, ma per ammonirvi come miei cari figliuoli.
415Poiché quand’anche aveste diecimila pedagoghi in Cristo, non avete però molti padri; poiché son io che vi ho generati in Cristo Gesù, mediante l’Evangelo.
416Io vi esorto dunque: Siate miei imitatori.
417Appunto per questo vi ho mandato Timoteo, che è mio figliuolo diletto e fedele nel Signore; egli vi ricorderà quali siano le mie vie in Cristo Gesù, com’io insegni da per tutto, in ogni chiesa.
418Or alcuni si son gonfiati come se io non dovessi recarmi da voi;
419ma, se il Signore vorrà, mi recherò presto da voi, e conoscerò non il parlare ma la potenza di coloro che si son gonfiati;
420perché il regno di Dio non consiste in parlare, ma in potenza.
421Che volete? Che venga da voi con la verga, o con amore e con spirito di mansuetudine?
51Si ode addirittura affermare che v’è tra voi fornicazione; e tale fornicazione, che non si trova neppure fra i Gentili; al punto che uno di voi si tiene la moglie di suo padre.
52E siete gonfi, e non avete invece fatto cordoglio perché colui che ha commesso quell’azione fosse tolto di mezzo a voi!
53Quanto a me, assente di persona ma presente in ispirito, ho già giudicato, come se fossi presente, colui che ha perpetrato un tale atto.
54Nel nome del Signor Gesù, essendo insieme adunati voi e lo spirito mio, con la potestà del Signor nostro Gesù,
55ho deciso che quel tale sia dato in man di Satana, a perdizione della carne, onde lo spirito sia salvo nel giorno del Signor Gesù.
56Il vostro vantarvi non è buono. Non sapete voi che un po’ di lievito fa lievitare tutta la pasta?
57Purificatevi del vecchio lievito, affinché siate una nuova pasta, come già siete senza lievito. Poiché anche la nostra pasqua, cioè Cristo, è stata immolata.
58Celebriamo dunque la festa, non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e di malvagità, ma con gli azzimi della sincerità e della verità.
59V’ho scritto nella mia epistola di non mischiarvi coi fornicatori;
510non del tutto però coi fornicatori di questo mondo, o con gli avari e i rapaci, e con gl’idolatri; perché altrimenti dovreste uscire dal mondo;
511ma quel che v’ho scritto è di non mischiarvi con alcuno che, chiamandosi fratello, sia un fornicatore, o un avaro, o un idolatra, o un oltraggiatore, o un ubriacone, o un rapace; con un tale non dovete neppur mangiare.
512Poiché, ho io forse da giudicar que’ di fuori? Non giudicate voi quelli di dentro?
513Que’ di fuori li giudica Iddio. Togliete il malvagio di mezzo a voi stessi.
61Ardisce alcun di voi, quando ha una lite con un altro, chiamarlo in giudizio dinanzi agli ingiusti anziché dinanzi ai santi?
62Non sapete voi che i santi giudicheranno il mondo? E se il mondo è giudicato da voi, siete voi indegni di giudicar delle cose minime?
63Non sapete voi che giudicheremo gli angeli? Quanto più possiamo giudicare delle cose di questa vita!
64Quando dunque avete da giudicar di cose di questa vita, costituitene giudici quelli che sono i meno stimati nella chiesa.
65Io dico questo per farvi vergogna. Così non v’è egli tra voi neppure un savio che sia capace di pronunziare un giudizio fra un fratello e l’altro?
66Ma il fratello processa il fratello, e lo fa dinanzi agl’infedeli.
67Certo è già in ogni modo un vostro difetto l’aver fra voi dei processi. Perché non patite piuttosto qualche torto? Perché non patite piuttosto qualche danno?
68Invece, siete voi che fate torto e danno; e ciò a dei fratelli.
69Non sapete voi che gli ingiusti non erederanno il regno di Dio? Non v’illudete; né i fornicatori, né gl’idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né i sodomiti,
610né i ladri, né gli avari, né gli ubriachi, né gli oltraggiatori, né i rapaci erederanno il regno di Dio.
611E tali eravate alcuni; ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati nel nome del Signor Gesù Cristo, e mediante lo Spirito dell’Iddio nostro.
612Ogni cosa m’è lecita, ma non ogni cosa è utile. Ogni cosa m’è lecita, ma io non mi lascerò dominare da cosa alcuna.
613Le vivande son per il ventre, e il ventre è per le vivande; ma Iddio distruggerà e queste e quello. Il corpo però non è per la fornicazione, ma è per il Signore, e il Signore è per il corpo;
614e Dio, come ha risuscitato il Signore, così risusciterà anche noi mediante la sua potenza.
615Non sapete voi che i vostri corpi sono membra di Cristo? Torrò io dunque le membra di Cristo per farne membra d’una meretrice? Così non sia.
616Non sapete voi che chi si unisce a una meretrice è un corpo solo con lei? Poiché, dice Iddio, i due diventeranno una sola carne.
617Ma chi si unisce al Signore è uno spirito solo con lui.
618Fuggite la fornicazione. Ogni altro peccato che l’uomo commetta è fuori del corpo; ma il fornicatore pecca contro il proprio corpo.
619E non sapete voi che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi?
620Poiché foste comprati a prezzo; glorificate dunque Dio nel vostro corpo.
71Or quant’è alle cose delle quali m’avete scritto, è bene per l’uomo di non toccar donna;
72ma, per evitar le fornicazioni, ogni uomo abbia la propria moglie, e ogni donna il proprio marito.
73Il marito renda alla moglie quel che le è dovuto; e lo stesso faccia la moglie verso il marito.
74La moglie non ha potestà sul proprio corpo, ma il marito; e nello stesso modo il marito non ha potestà sul proprio corpo, ma la moglie.
75Non vi private l’un dell’altro, se non di comun consenso, per un tempo, affin di darvi alla preghiera; e poi ritornate assieme, onde Satana non vi tenti a motivo della vostra incontinenza.
76Ma questo dico per concessione, non per comando;
77perché io vorrei che tutti gli uomini fossero come son io; ma ciascuno ha il suo proprio dono da Dio; l’uno in un modo, l’altro in un altro.
78Ai celibi e alle vedove, però, dico che è bene per loro che se ne stiano come sto anch’io.
79Ma se non si contengono, sposino; perché è meglio sposarsi che ardere.
710Ma ai coniugi ordino non io ma il Signore, che la moglie non si separi dal marito,
711(e se mai si separa, rimanga senza maritarsi o si riconcili col marito); e che il marito non lasci la moglie.
712Ma agli altri dico io, non il Signore: Se un fratello ha una moglie non credente ed ella è contenta di abitar con lui, non la lasci;
713e la donna che ha un marito non credente, s’egli consente ad abitar con lei, non lasci il marito;
714perché il marito non credente è santificato nella moglie, e la moglie non credente è santificata nel marito credente; altrimenti i vostri figliuoli sarebbero impuri, mentre ora sono santi.
715Però, se il non credente si separa, si separi pure; in tali casi, il fratello o la sorella non sono vincolati; ma Dio ci ha chiamati a vivere in pace;
716perché, o moglie, che sai tu se salverai il marito? Ovvero tu, marito, che sai tu se salverai la moglie?
717Del resto, ciascuno seguiti a vivere nella condizione assegnatagli dal Signore, e nella quale si trovava quando Iddio lo chiamò. E così ordino in tutte le chiese.
718E’ stato alcuno chiamato essendo circonciso? Non faccia sparir la sua circoncisione. E’ stato alcuno chiamato essendo incirconciso? Non si faccia circoncidere.
719La circoncisione è nulla e la incirconcisione è nulla; ma l’osservanza de’ comandamenti di Dio è tutto.
720Ognuno rimanga nella condizione in cui era quando fu chiamato.
721Sei tu stato chiamato essendo schiavo? Non curartene, ma se puoi divenir libero è meglio valerti dell’opportunità.
722Poiché colui che è stato chiamato nel Signore, essendo schiavo, è un affrancato del Signore; parimente colui che è stato chiamato essendo libero, è schiavo di Cristo.
723Voi siete stati riscattati a prezzo; non diventate schiavi degli uomini.
724Fratelli, ognuno rimanga dinanzi a Dio nella condizione nella quale si trovava quando fu chiamato.
725Or quanto alle vergini, io non ho comandamento dal Signore; ma do il mio parere, come avendo ricevuto dal Signore la grazia d’esser fedele.
726Io stimo dunque che a motivo della imminente distretta sia bene per loro di restar come sono; poiché per l’uomo in genere è bene di starsene così.
727Sei tu legato a una moglie? Non cercar d’esserne sciolto. Sei tu sciolto da moglie? Non cercar moglie.
728Se però prendi moglie, non pecchi; e se una vergine si marita, non pecca; ma tali persone avranno tribolazione nella carne, e io vorrei risparmiarvela.
729Ma questo io dichiaro, fratelli, che il tempo è ormai abbreviato; talché, d’ora innanzi, anche quelli che hanno moglie, siano come se non l’avessero;
730e quelli che piangono, come se non piangessero; e quelli che si rallegrano, come se non si rallegrassero; e quelli che comprano, come se non possedessero;
731e quelli che usano di questo mondo, come se non ne usassero, perché la figura di questo mondo passa.
732Or io vorrei che foste senza sollecitudine. Chi non è ammogliato ha cura delle cose del Signore, del come potrebbe piacere al Signore;
733ma colui che è ammogliato, ha cura delle cose del mondo, del come potrebbe piacere alla moglie.
734E v’è anche una differenza tra la donna maritata e la vergine: la non maritata ha cura delle cose del Signore, affin d’esser santa di corpo e di spirito; ma la maritata ha cura delle cose del mondo, del come potrebbe piacere al marito.
735Or questo dico per l’utile vostro proprio; non per tendervi un laccio, ma in vista di ciò che è decoroso e affinché possiate consacrarvi al Signore senza distrazione.
736Ma se alcuno crede far cosa indecorosa verso la propria figliuola nubile s’ella passi il fior dell’età, e se così bisogna fare, faccia quel che vuole; egli non pecca; la dia a marito.
737Ma chi sta fermo in cuor suo, e non è stretto da necessità ma è padrone della sua volontà, e ha determinato in cuor suo di serbar vergine la sua figliuola, fa bene.
738Perciò, chi dà la sua figliuola a marito fa bene, e chi non la dà a marito fa meglio.
739La moglie è vincolata per tutto il tempo che vive suo marito; ma, se il marito muore, ella è libera di maritarsi a chi vuole, purché sia nel Signore.
740Nondimeno ella è più felice, a parer mio, se rimane com’è; e credo d’aver anch’io lo Spirito di Dio.
81Quanto alle carni sacrificate agl’idoli, noi sappiamo che tutti abbiamo conoscenza. La conoscenza gonfia, ma la carità edifica.
82Se alcuno si pensa di conoscer qualcosa, egli non conosce ancora come si deve conoscere;
83ma se alcuno ama Dio, esso è conosciuto da lui.
84Quanto dunque al mangiar delle carni sacrificate agl’idoli, noi sappiamo che l’idolo non è nulla nel mondo, e che non c’è alcun Dio fuori d’un solo.
85Poiché, sebbene vi siano de’ cosiddetti dèi tanto in cielo che in terra, come infatti ci sono molti dèi e molti signori,
86nondimeno, per noi c’è un Dio solo, il Padre, dal quale sono tutte le cose, e noi per la gloria sua, e un solo Signore, Gesù Cristo, mediante il quale sono tutte le cose, e mediante il quale siam noi.
87Ma non in tutti è la conoscenza; anzi, alcuni, abituati finora all’idolo, mangiano di quelle carni com’essendo cosa sacrificata a un idolo; e la loro coscienza, essendo debole, ne è contaminata.
88Ora non è un cibo che ci farà graditi a Dio; se non mangiamo, non abbiamo nulla di meno; e se mangiamo, non abbiamo nulla di più.
89Ma badate che questo vostro diritto non diventi un intoppo per i deboli.
810Perché se alcuno vede te, che hai conoscenza, seduto a tavola in un tempio d’idoli, la sua coscienza, s’egli è debole, non sarà ella incoraggiata a mangiar delle carni sacrificate agl’idoli?
811E così, per la tua conoscenza, perisce il debole, il fratello per il quale Cristo è morto.
812Ora, peccando in tal modo contro i fratelli, e ferendo la loro coscienza che è debole, voi peccate contro Cristo.
813Perciò, se un cibo scandalizza il mio fratello, io non mangerò mai più carne, per non scandalizzare il mio fratello.
91Non sono io libero? Non sono io apostolo? Non ho io veduto Gesù, il Signor nostro? Non siete voi l’opera mia nel Signore?
92Se per altri non sono apostolo lo sono almeno per voi; perché il suggello del mio apostolato siete voi, nel Signore.
93Questa è la mia difesa di fronte a quelli che mi sottopongono ad inchiesta.
94Non abbiam noi il diritto di mangiare e di bere?
95Non abbiamo noi il diritto di condurre attorno con noi una moglie, sorella in fede, siccome fanno anche gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa?
96O siamo soltanto io e Barnaba a non avere il diritto di non lavorare?
97Chi è mai che fa il soldato a sue proprie spese? Chi è che pianta una vigna e non ne mangia del frutto? O chi è che pasce un gregge e non si ciba del latte del gregge?
98Dico io queste cose secondo l’uomo? Non le dice anche la legge?
99Difatti, nella legge di Mosè è scritto: Non metter la musoliera al bue che trebbia il grano. Forse che Dio si dà pensiero dei buoi?
910O non dice Egli così proprio per noi? Certo, per noi fu scritto così; perché chi ara deve arare con speranza; e chi trebbia il grano deve trebbiarlo colla speranza d’averne la sua parte.
911Se abbiam seminato per voi i beni spirituali, e egli gran che se mietiamo i vostri beni materiali?
912Se altri hanno questo diritto su voi, non l’abbiamo noi molto più? Ma noi non abbiamo fatto uso di questo diritto; anzi sopportiamo ogni cosa, per non creare alcun ostacolo all’Evangelo di Cristo.
913Non sapete voi che quelli i quali fanno il servigio sacro mangiano di quel che è offerto nel tempio? e che coloro i quali attendono all’altare, hanno parte all’altare?
914Così ancora, il Signore ha ordinato che coloro i quali annunziano l’Evangelo vivano dell’Evangelo.
915Io però non ho fatto uso d’alcuno di questi diritti, e non ho scritto questo perché si faccia così a mio riguardo; poiché preferirei morire, anziché veder qualcuno render vano il mio vanto.
916Perché se io evangelizzo, non ho da trarne vanto, poiché necessità me n’è imposta; e guai a me, se non evangelizzo!
917Se lo faccio volenterosamente, ne ho ricompensa; ma se non lo faccio volenterosamente è pur sempre un’amministrazione che m’è affidata.
918Qual è dunque la mia ricompensa? Questa: che annunziando l’Evangelo, io offra l’Evangelo gratuitamente, senza valermi del mio diritto nell’Evangelo.
919Poiché, pur essendo libero da tutti, mi son fatto servo a tutti, per guadagnarne il maggior numero;
920e coi Giudei, mi son fatto Giudeo, per guadagnare i Giudei; con quelli che son sotto la legge, mi son fatto come uno sotto la legge (benché io stesso non sia sottoposto alla legge), per guadagnare quelli che son sotto la legge;
921con quelli che son senza legge, mi son fatto come se fossi senza legge (benché io non sia senza legge riguardo a Dio, ma sotto la legge di Cristo), per guadagnare quelli che son senza legge.
922Coi deboli mi son fatto debole, per guadagnare i deboli; mi faccio ogni cosa a tutti, per salvarne ad ogni modo alcuni.
923E tutto fo a motivo dell’Evangelo, affin d’esserne partecipe anch’io.
924Non sapete voi che coloro i quali corrono nello stadio, corrono ben tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo.
925Chiunque fa l’atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, una incorruttibile.
926Io quindi corro ma non in modo incerto, lotto la pugilato, ma non come chi batte l’aria;
927anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, che talora, dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia riprovato.
101Perché, fratelli, non voglio che ignoriate che i nostri padri furon tutti sotto la nuvola, e tutti passarono attraverso il mare,
102e tutti furon battezzati, nella nuvola e nel mare, per esser di Mosè,
103e tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale,
104e tutti bevvero la stessa bevanda spirituale, perché beveano alla roccia spirituale che li seguiva; e la roccia era Cristo.
105Ma della maggior parte di loro Iddio non si compiacque, poiché furono atterrati nel deserto.
106Or queste cose avvennero per servir d’esempio a noi, onde non siam bramosi di cose malvage, come coloro ne furon bramosi;
107onde non diventiate idolatri come alcuni di loro, secondo che è scritto: Il popolo si sedette per mangiare e per bere, poi s’alzò per divertirsi;
108onde non fornichiamo come taluni di loro fornicarono, e ne caddero, in un giorno solo, ventitremila;
109onde non tentiamo il Signore, come alcuni di loro lo tentarono, e perirono morsi dai serpenti.
1010E non mormorate come alcuni di loro mormorarono, e perirono colpiti dal distruttore.
1011Or queste cose avvennero loro per servire d’esempio, e sono state scritte per ammonizione di noi, che ci troviamo agli ultimi termini dei tempi.
1012Perciò, chi si pensa di stare ritto, guardi di non cadere.
1013Niuna tentazione vi ha còlti, che non sia stata umana; or Iddio è fedele e non permetterà che siate tentati al di là delle vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscirne, onde la possiate sopportare.
1014Perciò, cari miei, fuggite l’idolatria.
1015Io parlo come a persone intelligenti; giudicate voi di quello che dico.
1016Il calice della benedizione che noi benediciamo, non è egli la comunione col sangue di Cristo? Il pane, che noi rompiamo, non è egli la comunione col corpo di Cristo?
1017Siccome v’è un unico pane, noi, che siam molti, siamo un corpo unico, perché partecipiamo tutti a quell’unico pane.
1018Guardate l’Israele secondo la carne; quelli che mangiano i sacrifici non hanno essi comunione con l’altare?
1019Che dico io dunque? Che la carne sacrificata agl’idoli sia qualcosa? Che un idolo sia qualcosa?
1020Tutt’altro; io dico che le carni che i Gentili sacrificano, le sacrificano ai demoni e non a Dio; or io non voglio che abbiate comunione coi demoni.
1021Voi non potete bere il calice del Signore e il calice de’ demoni; voi non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demoni.
1022O vogliamo noi provocare il Signore a gelosia? Siamo noi più forti di lui?
1023Ogni cosa è lecita ma non ogni cosa è utile; ogni cosa è lecita ma non ogni cosa edifica.
1024Nessuno cerchi il proprio vantaggio, ma ciascuno cerchi l’altrui.
1025Mangiate di tutto quello che si vende al macello senza fare inchieste per motivo di coscienza;
1026perché al Signore appartiene la terra e tutto quello ch’essa contiene.
1027Se qualcuno de’ non credenti v’invita, e voi volete andarci, mangiate di tutto quello che vi è posto davanti, senza fare inchieste per motivo di coscienza.
1028Ma se qualcuno vi dice: Questa è cosa di sacrifici, non ne mangiate per riguardo a colui che v’ha avvertito, e per riguardo alla coscienza;
1029alla coscienza, dico, non tua, ma di quell’altro; infatti, perché la mia libertà sarebb’ella giudicata dalla coscienza altrui?
1030E se io mangio di una cosa con rendimento di grazie, perché sarei biasimato per quello di cui io rendo grazie?
1031Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate alcun’altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio.
1032Non siate d’intoppo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio:
1033sì come anch’io compiaccio a tutti in ogni cosa, non cercando l’utile mio proprio, ma quello de’ molti, affinché siano salvati.
111Siate miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo.
112Or io vi lodo perché vi ricordate di me in ogni cosa, e ritenete i miei insegnamenti quali ve li ho trasmessi.
113Ma io voglio che sappiate che il capo d’ogni uomo è Cristo, che il capo della donna è l’uomo, e che il capo di Cristo è Dio.
114Ogni uomo che prega o profetizza a capo coperto, fa disonore al suo capo;
115ma ogni donna che prega o profetizza senz’avere il capo coperto da un velo, fa disonore al suo capo, perché è lo stesso che se fosse rasa.
116Perché se la donna non si mette il velo, si faccia anche tagliare i capelli! Ma se è cosa vergognosa per una donna il farsi tagliare i capelli o radere il capo, si metta un velo.
117Poiché, quanto all’uomo, egli non deve velarsi il capo, essendo immagine e gloria di Dio; ma la donna è la gloria dell’uomo;
118perché l’uomo non viene dalla donna, ma la donna dall’uomo;
119e l’uomo non fu creato a motivo della donna, ma la donna a motivo dell’uomo.
1110Perciò la donna deve, a motivo degli angeli, aver sul capo un segno dell’autorità da cui dipende.
1111D’altronde, nel Signore, né la donna è senza l’uomo, né l’uomo senza la donna.
1112Poiché, siccome la donna viene dall’uomo, così anche l’uomo esiste per mezzo della donna, e ogni cosa è da Dio.
1113Giudicatene voi stessi: E’ egli conveniente che una donna preghi Iddio senz’esser velata?
1114La natura stessa non v’insegna ella che se l’uomo porta la chioma, ciò è per lui un disonore?
1115Mentre se una donna porta la chioma, ciò è per lei un onore; perché la chioma le è data a guisa di velo.
1116Se poi ad alcuno piace d’esser contenzioso, noi non abbiamo tale usanza; e neppur le chiese di Dio.
1117Mentre vi do queste istruzioni, io non vi lodo del fatto che vi radunate non per il meglio ma per il peggio.
1118Poiché, prima di tutto, sento che quando v’adunate in assemblea, ci son fra voi delle divisioni; e in parte lo credo;
1119perché bisogna che ci sian fra voi anche delle sètte, affinché quelli che sono approvati, siano manifesti fra voi.
1120Quando poi vi radunate assieme, quel che fate, non è mangiar la Cena del Signore;
1121poiché, al pasto comune, ciascuno prende prima la propria cena; e mentre l’uno ha fame, l’altro è ubriaco.
1122Non avete voi delle case per mangiare e bere? O disprezzate voi la chiesa di Dio e fate vergogna a quelli che non hanno nulla? Che vi dirò? Vi loderò io? In questo io non vi lodo.
1123Poiché ho ricevuto dal Signore quello che anche v’ho trasmesso; cioè, che il Signor Gesù, nella notte che fu tradito, prese del pane;
1124e dopo aver reso grazie, lo ruppe e disse: Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me.
1125Parimente, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne berrete, in memoria di me.
1126Poiché ogni volta che voi mangiate questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore, finch’egli venga.
1127Perciò, chiunque mangerà il pane o berrà del calice del Signore indegnamente, sarà colpevole verso il corpo ed il sangue del Signore.
1128Or provi l’uomo se stesso, e così mangi del pane e beva del calice;
1129poiché chi mangia e beve, mangia e beve un giudicio su se stesso, se non discerne il corpo del Signore.
1130Per questa cagione molti fra voi sono infermi e malati, e parecchi muoiono.
1131Ora, se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati;
1132ma quando siamo giudicati, siam corretti dal Signore, affinché non siam condannati col mondo.
1133Quando dunque, fratelli miei, v’adunate per mangiare, aspettatevi gli uni gli altri.
1134Se qualcuno ha fame, mangi a casa, onde non vi aduniate per attirar su voi un giudicio. Le altre cose regolerò quando verrò.
121Circa i doni spirituali, fratelli, non voglio che siate nell’ignoranza.
122Voi sapete che quando eravate Gentili eravate trascinati dietro agl’idoli muti, secondo che vi si menava.
123Perciò vi fo sapere che nessuno, parlando per lo Spirito di Dio, dice: Gesù è anatema! e nessuno può dire: Gesù è il Signore! se non per lo Spirito Santo.
124Or vi è diversità di doni, ma v’è un medesimo Spirito.
125E vi è diversità di ministeri, ma non v’è che un medesimo Signore.
126E vi è varietà di operazioni, ma non v’è che un medesimo Iddio, il quale opera tutte le cose in tutti.
127Or a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l’utile comune.
128Infatti, a uno è data mediante lo Spirito parola di sapienza; a un altro, parola di conoscenza, secondo il medesimo Spirito;
129a un altro, fede, mediante il medesimo Spirito; a un altro, doni di guarigioni, per mezzo del medesimo Spirito; a un altro, potenza d’operar miracoli;
1210a un altro, profezia; a un altro, il discernimento degli spiriti; a un altro, diversità di lingue, e ad un altro, la interpretazione delle lingue;
1211ma tutte queste cose le opera quell’uno e medesimo Spirito, distribuendo i suoi doni a ciascuno in particolare come Egli vuole.
1212Poiché, siccome il corpo è uno ed ha molte membra, e tutte le membra del corpo, benché siano molte, formano un unico corpo, così ancora è di Cristo.
1213Infatti noi tutti abbiam ricevuto il battesimo di un unico Spirito per formare un unico corpo, e Giudei e Greci, e schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un unico Spirito.
1214E infatti il corpo non si compone di un membro solo, ma di molte membra.
1215Se il piè dicesse: Siccome io non sono mano, non son del corpo, non per questo non sarebbe del corpo.
1216E se l’orecchio dicesse: Siccome io non son occhio, non son del corpo, non per questo non sarebbe del corpo.
1217Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato?
1218Ma ora Iddio ha collocato ciascun membro nel corpo, come ha voluto.
1219E se tutte le membra fossero un unico membro, dove sarebbe il corpo?
1220Ma ora ci son molte membra, ma c’è un unico corpo;
1221e l’occhio non può dire alla mano: Io non ho bisogno di te; né il capo può dire ai piedi: Non ho bisogno di voi.
1222Al contrario, le membra del corpo che paiono essere più deboli, sono invece necessarie;
1223e quelle parti del corpo che noi stimiamo esser le meno onorevoli, noi le circondiamo di maggior onore; e le parti nostre meno decorose son fatte segno di maggior decoro,
1224mentre le parti nostre decorose non ne hanno bisogno; ma Dio ha costrutto il corpo in modo da dare maggior onore alla parte che ne mancava,
1225affinché non ci fosse divisione nel corpo, ma le membra avessero la medesima cura le une per le altre.
1226E se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; e se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui.
1227Or voi siete il corpo di Cristo, e membra d’esso, ciascuno per parte sua.
1228E Dio ha costituito nella Chiesa primieramente degli apostoli; in secondo luogo dei profeti; in terzo luogo de’ dottori; poi, i miracoli; poi i doni di guarigione, le assistenze, i doni di governo, la diversità delle lingue.
1229Tutti sono eglino apostoli? Son forse tutti profeti? Son forse tutti dottori? Fan tutti de’ miracoli?
1230Tutti hanno eglino i doni delle guarigioni? Parlan tutti in altre lingue? Interpretano tutti?
1231Ma desiderate ardentemente i doni maggiori. E ora vi mostrerò una via, che è la via per eccellenza.
131Quand’io parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, se non ho carità, divento un rame risonante o uno squillante cembalo.
132E quando avessi il dono di profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e avessi tutta la fede in modo da trasportare i monti, se non ho carità, non son nulla.
133E quando distribuissi tutte le mie facoltà per nutrire i poveri, e quando dessi il mio corpo ad essere arso, se non ho carità, ciò niente mi giova.
134La carità è paziente, è benigna; la carità non invidia; la carità non si vanta, non si gonfia,
135non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s’inasprisce, non sospetta il male,
136non gode dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità;
137soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.
138La carità non verrà mai meno. Quanto alle profezie, esse verranno abolite; quanto alle lingue, esse cesseranno; quanto alla conoscenza, essa verrà abolita;
139poiché noi conosciamo in parte, e in parte profetizziamo;
1310ma quando la perfezione sarà venuta, quello che è solo in parte, sarà abolito.
1311Quand’ero fanciullo, parlavo da fanciullo, pensavo da fanciullo, ragionavo da fanciullo; ma quando son diventato uomo, ho smesso le cose da fanciullo.
1312Poiché ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò appieno, come anche sono stato appieno conosciuto.
1313Or dunque queste tre cose durano: fede, speranza, carità; ma la più grande di esse è la carità.
141Procacciate la carità, non lasciando però di ricercare i doni spirituali, e principalmente il dono di profezia.
142Perché chi parla in altra lingua non parla agli uomini, ma a Dio; poiché nessuno l’intende, ma in ispirito proferisce misteri.
143Chi profetizza, invece, parla agli uomini un linguaggio di edificazione, di esortazione e di consolazione.
144Chi parla in altra lingua edifica se stesso; ma chi profetizza edifica la chiesa.
145Or io ben vorrei che tutti parlaste in altre lingue; ma molto più che profetaste; chi profetizza è superiore a chi parla in altre lingue, a meno ch’egli interpreti, affinché la chiesa ne riceva edificazione.
146Infatti, fratelli, s’io venissi a voi parlando in altre lingue, che vi gioverei se la mia parola non vi recasse qualche rivelazione, o qualche conoscenza, o qualche profezia, o qualche insegnamento?
147Perfino le cose inanimate che dànno suono, quali il flauto o la cetra, se non dànno distinzione di suoni, come si conoscerà quel ch’è suonato col flauto o con la cetra?
148E se la tromba dà un suono sconosciuto, chi si preparerà alla battaglia?
149Così anche voi, se per il vostro dono di lingue non proferite un parlare intelligibile, come si capirà quel che dite? Parlerete in aria.
1410Ci sono nel mondo tante e tante specie di parlari, e niun parlare è senza significato.
1411Se quindi io non intendo il significato del parlare, sarò un barbaro per chi parla, e chi parla sarà un barbaro per me.
1412Così anche voi, poiché siete bramosi dei doni spirituali, cercate di abbondarne per l’edificazione della chiesa.
1413Perciò, chi parla in altra lingua preghi di poter interpretare;
1414poiché, se prego in altra lingua, ben prega lo spirito mio, ma la mia intelligenza rimane infruttuosa.
1415Che dunque? Io pregherò con lo spirito, ma pregherò anche con l’intelligenza; salmeggerò con lo spirito, ma salmeggerò anche con l’intelligenza.
1416Altrimenti, se tu benedici Iddio soltanto con lo spirito, come potrà colui che occupa il posto del semplice uditore dire "Amen" al tuo rendimento di grazie, poiché non sa quel che tu dici?
1417Quanto a te, certo, tu fai un bel ringraziamento; ma l’altro non è edificato.
1418Io ringrazio Dio che parlo in altre lingue più di tutti voi;
1419ma nella chiesa preferisco dir cinque parole intelligibili per istruire anche gli altri, che dirne diecimila in altra lingua.
1420Fratelli, non siate fanciulli per senno; siate pur bambini quanto a malizia, ma quanto a senno, siate uomini fatti.
1421Egli è scritto nella legge: Io parlerò a questo popolo per mezzo di gente d’altra lingua, e per mezzo di labbra straniere; e neppur così mi ascolteranno, dice il Signore.
1422Pertanto le lingue servono di segno non per i credenti, ma per i non credenti: la profezia, invece, serve di segno non per i non credenti, ma per i credenti.
1423Quando dunque tutta la chiesa si raduna assieme, se tutti parlano in altre lingue, ed entrano degli estranei o dei non credenti, non diranno essi che siete pazzi?
1424Ma se tutti profetizzano, ed entra qualche non credente o qualche estraneo, egli è convinto da tutti,
1425è scrutato da tutti, i segreti del suo cuore son palesati; e così, gettandosi giù con la faccia a terra, adorerà Dio, proclamando che Dio è veramente fra voi.
1426Che dunque, fratelli? Quando vi radunate, avendo ciascun di voi un salmo, o un insegnamento, o una rivelazione, o un parlare in altra lingua, o una interpretazione, facciasi ogni cosa per l’edificazione.
1427Se c’è chi parla in altra lingua, siano due o tre al più, a farlo; e l’un dopo l’altro; e uno interpreti;
1428e se non v’è chi interpreti, si tacciano nella chiesa e parlino a se stessi e a Dio.
1429Parlino due o tre profeti, e gli altri giudichino;
1430e se una rivelazione è data a uno di quelli che stanno seduti, il precedente si taccia.
1431Poiché tutti, uno ad uno, potete profetare; affinché tutti imparino e tutti sian consolati;
1432e gli spiriti de’ profeti son sottoposti a’ profeti,
1433perché Dio non è un Dio di confusione, ma di pace.
1434Come si fa in tutte le chiese de’ santi, tacciansi le donne nelle assemblee, perché non è loro permesso di parlare, ma debbon star soggette, come dice anche la legge.
1435E se vogliono imparar qualcosa, interroghino i loro mariti a casa; perché è cosa indecorosa per una donna parlare in assemblea.
1436La parola di Dio è forse proceduta da voi? O è dessa forse pervenuta a voi soli?
1437Se qualcuno si stima esser profeta o spirituale, riconosca che le cose che io vi scrivo son comandamenti del Signore.
1438E se qualcuno lo vuole ignorare, lo ignori.
1439Pertanto, fratelli, bramate il profetare, e non impedite il parlare in altre lingue;
1440ma ogni cosa sia fatta con decoro e con ordine.
151Fratelli, io vi rammento l’Evangelo che v’ho annunziato, che voi ancora avete ricevuto, nel quale ancora state saldi, e mediante il quale siete salvati,
152se pur lo ritenete quale ve l’ho annunziato; a meno che non abbiate creduto invano.
153Poiché io v’ho prima di tutto trasmesso, come l’ho ricevuto anch’io, che Cristo è morto per i nostri peccati, secondo le Scritture;
154che fu seppellito; che risuscitò il terzo giorno, secondo le Scritture;
155che apparve a Cefa, poi ai Dodici.
156Poi apparve a più di cinquecento fratelli in una volta, dei quali la maggior parte rimane ancora in vita e alcuni sono morti.
157Poi apparve a Giacomo; poi a tutti gli Apostoli;
158e, ultimo di tutti, apparve anche a me, come all’aborto;
159perché io sono il minimo degli apostoli; e non son degno di esser chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio.
1510Ma per la grazia di Dio io sono quello che sono; e la grazia sua verso di me non è stata vana; anzi, ho faticato più di loro tutti; non già io, però, ma la grazia di Dio che è con me.
1511Sia dunque io o siano loro, così noi predichiamo, e così voi avete creduto.
1512Or se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come mai alcuni fra voi dicono che non v’è risurrezione de’ morti?
1513Ma se non v’è risurrezione dei morti, neppur Cristo è risuscitato;
1514e se Cristo non è risuscitato, vana dunque è la nostra predicazione, e vana pure è la vostra fede.
1515E noi siamo anche trovati falsi testimoni di Dio, poiché abbiamo testimoniato di Dio, ch’Egli ha risuscitato il Cristo; il quale Egli non ha risuscitato, se è vero che i morti non risuscitano.
1516Difatti, se i morti non risuscitano, neppur Cristo è risuscitato;
1517e se Cristo non è risuscitato, vana è la vostra fede; voi siete ancora nei vostri peccati.
1518Anche quelli che dormono in Cristo, son dunque periti.
1519Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miserabili di tutti gli uomini.
1520Ma ora Cristo è risuscitato dai morti, primizia di quelli che dormono.
1521Infatti, poiché per mezzo d’un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo d’un uomo è venuta la resurrezione dei morti.
1522Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saran tutti vivificati;
1523ma ciascuno nel suo proprio ordine: Cristo, la primizia; poi quelli che son di Cristo, alla sua venuta;
1524poi verrà la fine, quand’egli avrà rimesso il regno nelle mani di Dio Padre, dopo che avrà ridotto al nulla ogni principato, ogni potestà ed ogni potenza.
1525Poiché bisogna ch’egli regni finché abbia messo tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi.
1526L’ultimo nemico che sarà distrutto, sarà la morte.
1527Difatti, Iddio ha posto ogni cosa sotto i piedi di esso; ma quando dice che ogni cosa gli è sottoposta, è chiaro che Colui che gli ha sottoposto ogni cosa, ne è eccettuato.
1528E quando ogni cosa gli sarà sottoposta, allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a Colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti.
1529Altrimenti, che faranno quelli che son battezzati per i morti? Se i morti non risuscitano affatto, perché dunque son essi battezzati per loro?
1530E perché anche noi siamo ogni momento in pericolo?
1531Ogni giorno sono esposto alla morte; si, fratelli, com’è vero ch’io mi glorio di voi, in Cristo Gesù, nostro Signore.
1532Se soltanto per fini umani ho lottato con le fiere ad Efeso, che utile ne ho io? Se i morti non risuscitano, mangiamo e beviamo, perché domani morremo.
1533Non v’ingannate: le cattive compagnie corrompono i buoni costumi.
1534Svegliatevi a vita di giustizia, e non peccate; perché alcuni non hanno conoscenza di Dio; lo dico a vostra vergogna.
1535Ma qualcuno dirà: come risuscitano i morti? E con qual corpo tornano essi?
1536Insensato, quel che tu semini non è vivificato, se prima non muore;
1537e quanto a quel che tu semini, non semini il corpo che ha da nascere, ma un granello ignudo, come capita, di frumento, o di qualche altro seme;
1538e Dio gli dà un corpo secondo che l’ha stabilito; e ad ogni seme, il proprio corpo.
1539Non ogni carne è la stessa carne; ma altra è la carne degli uomini, altra la carne delle bestie, altra quella degli uccelli, altra quella dei pesci.
1540Ci sono anche de’ corpi celesti e de’ corpi terrestri; ma altra è la gloria de’ celesti, e altra quella de’ terrestri.
1541Altra è la gloria del sole, altra la gloria della luna, e altra la gloria delle stelle; perché un astro è differente dall’altro in gloria.
1542Così pure della risurrezione dei morti. Il corpo è seminato corruttibile, e risuscita incorruttibile;
1543è seminato ignobile, e risuscita glorioso; è seminato debole, e risuscita potente;
1544è seminato corpo naturale, e risuscita corpo spirituale. Se c’è un corpo naturale, c’è anche un corpo spirituale.
1545Così anche sta scritto: il primo uomo, Adamo, fu fatto anima vivente; l’ultimo Adamo è spirito vivificante.
1546Però, ciò che è spirituale non vien prima; ma prima, ciò che è naturale; poi vien ciò che è spirituale.
1547Il primo uomo, tratto dalla terra, è terreno; il secondo uomo è dal cielo.
1548Quale è il terreno, tali sono anche i terreni; e quale è il celeste, tali saranno anche i celesti.
1549E come abbiamo portato l’immagine del terreno, così porteremo anche l’immagine del celeste.
1550Or questo dico, fratelli, che carne e sangue non possono eredare il regno di Dio né la corruzione può eredare la incorruttibilità.
1551Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo mutati,
1552in un momento, in un batter d’occhio, al suon dell’ultima tromba. Perché la tromba suonerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo mutati.
1553Poiché bisogna che questo corruttibile rivesta incorruttibilità, e che questo mortale rivesta immortalità.
1554E quando questo corruttibile avrà rivestito incorruttibilità, e questo mortale avrà rivestito immortalità, allora sarà adempiuta la parola che è scritta: La morte è stata sommersa nella vittoria.
1555O morte, dov’è la tua vittoria? O morte, dov’è il tuo dardo?
1556Or il dardo della morte è il peccato, e la forza del peccato è la legge;
1557ma ringraziato sia Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo.
1558Perciò, fratelli miei diletti, state saldi, incrollabili, abbondanti sempre nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.
161Or quanto alla colletta per i santi, come ho ordinato alle chiese di Galazia, così fate anche voi.
162Ogni primo giorno della settimana ciascun di voi metta da parte a casa quel che potrà secondo la prosperità concessagli, affinché, quando verrò, non ci sian più collette da fare.
163E quando sarò giunto, quelli che avrete approvati, io li manderò con lettere a portare la vostra liberalità a Gerusalemme;
164e se converrà che ci vada anch’io, essi verranno meco.
165Io poi mi recherò da voi, quando sarò passato per la Macedonia;
166perché passerò per la Macedonia; ma da voi forse mi fermerò alquanto, ovvero anche passerò l’inverno, affinché voi mi facciate proseguire per dove mi recherò.
167Perché, questa volta, io non voglio vedervi di passaggio; poiché spero di fermarmi qualche tempo da voi, se il Signore lo permette.
168Ma mi fermerò in Efeso fino alla Pentecoste,
169perché una larga porta mi è qui aperta ad un lavoro efficace, e vi son molti avversari.
1610Or se viene Timoteo, guardate che stia fra voi senza timore; perch’egli lavora nell’opera del Signore, come faccio anch’io.
1611Nessuno dunque lo sprezzi; ma fatelo proseguire in pace, affinché venga da me; poiché io l’aspetto coi fratelli.
1612Quanto al fratello Apollo, io l’ho molto esortato a recarsi da voi coi fratelli; ma egli assolutamente non ha avuto volontà di farlo adesso; andrà però quando ne avrà l’opportunità.
1613Vegliate, state fermi nella fede, portatevi virilmente, fortificatevi.
1614Tutte le cose vostre sian fatte con carità.
1615Or, fratelli, voi conoscete la famiglia di Stefana; sapete che è la primizia dell’Acaia, e che si è dedicata al servizio dei santi;
1616io v’esorto a sottomettervi anche voi a cotali persone, e a chiunque lavora e fatica nell’opera comune.
1617E io mi rallegro della venuta di Stefana, di Fortunato e d’Acaico, perché essi hanno riempito il vuoto prodotto dalla vostra assenza;
1618poiché hanno ricreato lo spirito mio ed il vostro; sappiate apprezzare cotali persone.
1619Le chiese dell’Asia vi salutano. Aquila e Priscilla, con la chiesa che è in casa loro, vi salutano molto nel Signore.
1620Tutti i fratelli vi salutano. Salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio.
1621Il saluto, di mia propria mano: di me, Paolo.
1622Se qualcuno non ama il Signore, sia anatema. Maràn-atà.
1623La grazia del Signor Gesù sia con voi.
1624L’amor mio è con tutti voi in Cristo Gesù.