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Italian Riveduta 1927 Bible | ||
Chapter # | Verse # | Verse Detail |
1 | 1 | Nel mio primo libro, o Teofilo, parlai di tutto quel che Gesù prese e a fare e ad insegnare, |
1 | 2 | fino al giorno che fu assunto in cielo, dopo aver dato per lo Spirito Santo dei comandamenti agli apostoli che avea scelto. |
1 | 3 | Ai quali anche, dopo ch’ebbe sofferto, si presentò vivente con molte prove, facendosi veder da loro per quaranta giorni, e ragionando delle cose relative al regno di Dio. |
1 | 4 | E trovandosi con essi, ordinò loro di non dipartirsi da Gerusalemme, ma di aspettarvi il compimento della promessa del Padre, la quale, egli disse, avete udita da me. |
1 | 5 | Poiché Giovanni battezzò sì con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo fra non molti giorni. |
1 | 6 | Quelli dunque che erano raunati, gli domandarono: Signore, è egli in questo tempo che ristabilirai il regno ad Israele? |
1 | 7 | Egli rispose loro: Non sta a voi di sapere i tempi o i momenti che il Padre ha riserbato alla sua propria autorità. |
1 | 8 | Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi, e mi sarete testimoni e in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra. |
1 | 9 | E dette queste cose, mentr’essi guardavano, fu elevato; e una nuvola, accogliendolo, lo tolse d’innanzi agli occhi loro. |
1 | 10 | E come essi aveano gli occhi fissi in cielo, mentr’egli se ne andava, ecco che due uomini in vesti bianche si presentaron loro e dissero: |
1 | 11 | Uomini Galilei, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù che è stato tolto da voi ed assunto in cielo, verrà nella medesima maniera che l’avete veduto andare in cielo. |
1 | 12 | Allora essi tornarono a Gerusalemme dal monte chiamato dell’Uliveto, il quale è vicino a Gerusalemme, non distandone che un cammin di sabato. |
1 | 13 | E come furono entrati, salirono nella sala di sopra ove solevano trattenersi Pietro e Giovanni e Giacomo e Andrea, Filippo e Toma, Bartolomeo e Matteo, Giacomo d’Alfeo, e Simone lo Zelota, e Giuda di Giacomo. |
1 | 14 | Tutti costoro perseveravano di pari consentimento nella preghiera, con le donne, e con Maria, madre di Gesù, e coi fratelli di lui. |
1 | 15 | E in que’ giorni, Pietro, levatosi in mezzo ai fratelli (il numero delle persone adunate saliva a circa centoventi), disse: |
1 | 16 | Fratelli, bisognava che si adempisse la profezia della Scrittura pronunziata dallo Spirito Santo per bocca di Davide intorno a Giuda, che fu la guida di quelli che arrestarono Gesù. |
1 | 17 | Poiché egli era annoverato fra noi, e avea ricevuto la sua parte di questo ministerio. |
1 | 18 | Costui dunque acquistò un campo col prezzo della sua iniquità; ed essendosi precipitato, gli si squarciò il ventre, e tutte le sue interiora si sparsero. |
1 | 19 | E ciò è divenuto così noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme, che quel campo è stato chiamato nel loro proprio linguaggio Acheldama, cioè, Campo di sangue. |
1 | 20 | Poiché è scritto nel libro dei Salmi: Divenga la sua dimora deserta, e non vi sia chi abiti in essa; e: L’ufficio suo lo prenda un altro. |
1 | 21 | Bisogna dunque che fra gli uomini che sono stati in nostra compagnia tutto il tempo che il Signor Gesù è andato e venuto fra noi, |
1 | 22 | a cominciare dal battesimo di Giovanni fino al giorno ch’egli, tolto da noi, è stato assunto in cielo, uno sia fatto testimone con noi della risurrezione di lui. |
1 | 23 | E ne presentarono due: Giuseppe, detto Barsabba, il quale era soprannominato Giusto, e Mattia. |
1 | 24 | E, pregando, dissero: Tu, Signore, che conosci i cuori di tutti, mostra quale di questi due hai scelto |
1 | 25 | per prendere in questo ministerio ed apostolato il posto che Giuda ha abbandonato per andarsene al suo luogo. |
1 | 26 | E li trassero a sorte, e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli. |
2 | 1 | E come il giorno della Pentecoste fu giunto, tutti erano insieme nel medesimo luogo. |
2 | 2 | E di subito si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, ed esso riempì tutta la casa dov’essi sedevano. |
2 | 3 | E apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano, e se ne posò una su ciascuno di loro. |
2 | 4 | E tutti furon ripieni dello Spirito Santo, e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro d’esprimersi. |
2 | 5 | Or in Gerusalemme si trovavan di soggiorno dei Giudei, uomini religiosi d’ogni nazione di sotto il cielo. |
2 | 6 | Ed essendosi fatto quel suono, la moltitudine si radunò e fu confusa, perché ciascuno li udiva parlare nel suo proprio linguaggio. |
2 | 7 | E tutti stupivano e si maravigliavano, dicendo: Ecco, tutti costoro che parlano non son eglino Galilei? |
2 | 8 | E com’è che li udiamo parlare ciascuno nel nostro proprio natìo linguaggio? |
2 | 9 | Noi Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, |
2 | 10 | della Frigia e della Panfilia, dell’Egitto e delle parti della Libia Cirenaica, e avventizi Romani, |
2 | 11 | tanto Giudei che proseliti, Cretesi ed Arabi, li udiamo parlar delle cose grandi di Dio nelle nostre lingue. |
2 | 12 | E tutti stupivano ed eran perplessi dicendosi l’uno all’altro: Che vuol esser questo? |
2 | 13 | Ma altri, beffandosi, dicevano: Son pieni di vin dolce. |
2 | 14 | Ma Pietro, levatosi in piè con gli undici, alzò la voce e parlò loro in questa maniera: Uomini giudei, e voi tutti che abitate in Gerusalemme, siavi noto questo, e prestate orecchio alle mie parole. |
2 | 15 | Perché costoro non sono ebbri, come voi supponete, poiché non è che la terza ora del giorno: |
2 | 16 | ma questo è quel che fu detto per mezzo del profeta Gioele: |
2 | 17 | E avverrà negli ultimi giorni, dice Iddio, che io spanderò del mio Spirito sopra ogni carne; e i vostri figliuoli e le vostre figliuole profeteranno, e i vostri giovani vedranno delle visioni, e i vostri vecchi sogneranno dei sogni. |
2 | 18 | E anche sui miei servi e sulle mie serventi, in quei giorni, spanderò del mio Spirito, e profeteranno. |
2 | 19 | E farò prodigi su nel cielo, e segni giù sulla terra; sangue e fuoco, e vapor di fumo. |
2 | 20 | Il sole sarà mutato in tenebre, e la luna in sangue, prima che venga il grande e glorioso giorno, che è il giorno del Signore. |
2 | 21 | Ed avverrà che chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato. |
2 | 22 | Uomini israeliti, udite queste parole: Gesù il Nazareno, uomo che Dio ha accreditato fra voi mediante opere potenti e prodigi e segni che Dio fece per mezzo di lui fra voi, come voi stessi ben sapete, |
2 | 23 | quest’uomo, allorché vi fu dato nelle mani per il determinato consiglio e per la prescienza di Dio, voi, per man d’iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste; |
2 | 24 | ma Dio lo risuscitò, avendo sciolto gli angosciosi legami della morte, perché non era possibile ch’egli fosse da essa ritenuto. |
2 | 25 | Poiché Davide dice di lui: Io ho avuto del continuo il Signore davanti agli occhi, perché egli è alla mia destra, affinché io non sia smosso. |
2 | 26 | Perciò s’è rallegrato il cuor mio, e ha giubilato la mia lingua, e anche la mia carne riposerà in isperanza; |
2 | 27 | poiché tu non lascerai l’anima mia nell’Ades, e non permetterai che il tuo Santo vegga la corruzione. |
2 | 28 | Tu m’hai fatto conoscere le vie della vita; tu mi riempirai di letizia con la tua presenza. |
2 | 29 | Uomini fratelli, ben può liberamente dirvisi intorno al patriarca Davide, ch’egli morì e fu sepolto; e la sua tomba è ancora al dì d’oggi fra noi. |
2 | 30 | Egli dunque, essendo profeta e sapendo che Dio gli avea con giuramento promesso che sul suo trono avrebbe fatto sedere uno dei suoi discendenti, |
2 | 31 | antivedendola, parlò della risurrezione di Cristo, dicendo che non sarebbe stato lasciato nell’Ades, e che la sua carne non avrebbe veduto la corruzione. |
2 | 32 | Questo Gesù, Iddio l’ha risuscitato; del che noi tutti siamo testimoni. |
2 | 33 | Egli dunque, essendo stato esaltato dalla destra di Dio, e avendo ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, ha sparso quello che ora vedete e udite. |
2 | 34 | Poiché Davide non è salito in cielo; anzi egli stesso dice: Il Signore ha detto al mio Signore: Siedi alla mia destra, |
2 | 35 | finché io abbia posto i tuoi nemici per sgabello de’ tuoi piedi. |
2 | 36 | Sappia dunque sicuramente tutta la casa d’Israele che Iddio ha fatto e Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso. |
2 | 37 | Or essi, udite queste cose, furon compunti nel cuore, e dissero a Pietro e agli altri apostoli: Fratelli, che dobbiam fare? |
2 | 38 | E Pietro a loro: Ravvedetevi, e ciascun di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per la remission de’ vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo. |
2 | 39 | Poiché per voi è la promessa, e per i vostri figliuoli, e per tutti quelli che son lontani, per quanti il Signore Iddio nostro ne chiamerà. |
2 | 40 | E con molte altre parole li scongiurava e li esortava dicendo: Salvatevi da questa perversa generazione. |
2 | 41 | Quelli dunque i quali accettarono la sua parola, furon battezzati; e in quel giorno furono aggiunte a loro circa tremila persone. |
2 | 42 | Ed erano perseveranti nell’attendere all’insegnamento degli apostoli, nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere. |
2 | 43 | E ogni anima era presa da timore; e molti prodigi e segni eran fatti dagli apostoli. |
2 | 44 | E tutti quelli che credevano erano insieme, ed aveano ogni cosa in comune; |
2 | 45 | e vendevano le possessioni ed i beni, e li distribuivano a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. |
2 | 46 | E tutti i giorni, essendo di pari consentimento assidui al tempio, e rompendo il pane nelle case, prendevano il loro cibo assieme con letizia e semplicità di cuore, |
2 | 47 | lodando Iddio, e avendo il favore di tutto il popolo. E il Signore aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che erano sulla via della salvazione. |
3 | 1 | Or Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera dell’ora nona. |
3 | 2 | E si portava un certo uomo, zoppo fin dalla nascita, che ogni giorno deponevano alla porta del tempio detta "Bella", per chieder l’elemosina a coloro che entravano nel tempio. |
3 | 3 | Costui, veduto Pietro e Giovanni che stavan per entrare nel tempio, domandò loro l’elemosina. |
3 | 4 | E Pietro, con Giovanni, fissando gli occhi su lui, disse: Guarda noi! |
3 | 5 | Ed egli li guardava intentamente, aspettando di ricever qualcosa da loro. |
3 | 6 | Ma Pietro disse: Dell’argento e dell’oro io non ne ho; ma quello che ho, te lo do: Nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, cammina! |
3 | 7 | E presolo per la man destra, lo sollevò; e in quell’istante le piante e le caviglie de’ piedi gli si raffermarono. |
3 | 8 | E d’un salto si rizzò in piè e cominciò a camminare; ed entrò con loro nel tempio, camminando, e saltando, e lodando Iddio. |
3 | 9 | E tutto il popolo lo vide che camminava e lodava Iddio; |
3 | 10 | e lo riconoscevano per quello che sedeva a chieder l’elemosina alla porta "Bella" del tempio; e furono ripieni di sbigottimento e di stupore per quel che gli era avvenuto. |
3 | 11 | E mentre colui teneva stretti a sé Pietro e Giovanni, tutto il popolo, attonito, accorse a loro al portico detto di Salomone. |
3 | 12 | E Pietro, veduto ciò, parlò al popolo, dicendo: Uomini israeliti, perché vi maravigliate di questo? O perché fissate gli occhi su noi, come se per la nostra propria potenza o pietà avessimo fatto camminar quest’uomo? |
3 | 13 | L’Iddio d’Abramo, d’Isacco e di Giacobbe, l’Iddio de’ nostri padri ha glorificato il suo Servitore Gesù, che voi metteste in man di Pilato e rinnegaste dinanzi a lui, mentre egli avea giudicato di doverlo liberare. |
3 | 14 | Ma voi rinnegaste il Santo ed il Giusto, e chiedeste che vi fosse concesso un omicida; |
3 | 15 | e uccideste il Principe della vita, che Dio ha risuscitato dai morti; del che noi siamo testimoni. |
3 | 16 | E per la fede nel suo nome, il suo nome ha raffermato quest’uomo che vedete e conoscete; ed è la fede che si ha per mezzo di lui, che gli ha dato questa perfetta guarigione in presenza di voi tutti. |
3 | 17 | Ed ora, fratelli, io so che lo faceste per ignoranza, al pari dei vostri rettori. |
3 | 18 | Ma quello che Dio avea preannunziato per bocca di tutti i profeti, cioè, che il suo Cristo soffrirebbe, Egli l’ha adempiuto in questa maniera. |
3 | 19 | Ravvedetevi dunque e convertitevi, onde i vostri peccati siano cancellati, |
3 | 20 | affinché vengano dalla presenza del Signore dei tempi di refrigerio e ch’Egli vi mandi il Cristo che v’è stato destinato, |
3 | 21 | cioè Gesù, che il cielo deve tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose; tempi dei quali Iddio parlò per bocca dei suoi santi profeti che sono stati fin dal principio. |
3 | 22 | Mosè, infatti, disse: Il Signore Iddio vi susciterà di fra i vostri fratelli un profeta come me; ascoltatelo in tutte le cose che vi dirà. |
3 | 23 | E avverrà che ogni anima la quale non avrà ascoltato codesto profeta, sarà del tutto distrutta di fra il popolo. |
3 | 24 | E tutti i profeti, da Samuele in poi, quanti hanno parlato, hanno anch’essi annunziato questi giorni. |
3 | 25 | Voi siete i figliuoli de’ profeti e del patto che Dio fece coi vostri padri, dicendo ad Abramo: E nella tua progenie tutte le nazioni della terra saranno benedette. |
3 | 26 | A voi per i primi Iddio, dopo aver suscitato il suo Servitore, l’ha mandato per benedirvi, convertendo ciascun di voi dalle sue malvagità. |
4 | 1 | Or mentr’essi parlavano al popolo, i sacerdoti e il capitano del tempio e i Sadducei sopraggiunsero, |
4 | 2 | essendo molto crucciati perché ammaestravano il popolo e annunziavano in Gesù la risurrezione dei morti. |
4 | 3 | E misero loro le mani addosso, e li posero in prigione fino al giorno seguente, perché già era sera. |
4 | 4 | Ma molti di coloro che aveano udito la Parola credettero; e il numero degli uomini salì a circa cinquemila. |
4 | 5 | E il dì seguente, i loro capi, con gli anziani e gli scribi, si radunarono in Gerusalemme, |
4 | 6 | con Anna, il sommo sacerdote, e Caiàfa, e Giovanni, e Alessandro e tutti quelli che erano della famiglia dei sommi sacerdoti. |
4 | 7 | E fatti comparir quivi in mezzo Pietro e Giovanni, domandarono: Con qual podestà, o in nome di chi avete voi fatto questo? |
4 | 8 | Allora Pietro, ripieno dello Spirito Santo, disse loro: Rettori del popolo ed anziani, |
4 | 9 | se siamo oggi esaminati circa un beneficio fatto a un uomo infermo, per sapere com’è che quest’uomo è stato guarito, |
4 | 10 | sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele che ciò è stato fatto nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso, e che Dio ha risuscitato dai morti; in virtù d’esso quest’uomo comparisce guarito, in presenza vostra. |
4 | 11 | Egli è la pietra che è stata da voi edificatori sprezzata, ed è divenuta la pietra angolare. |
4 | 12 | E in nessun altro è la salvezza; poiché non v’è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad esser salvati. |
4 | 13 | Or essi, veduta la franchezza di Pietro e di Giovanni, e avendo capito che erano popolani senza istruzione, si maravigliavano e riconoscevano che erano stati con Gesù. |
4 | 14 | E vedendo l’uomo, ch’era stato guarito, quivi presente con loro, non potevano dir nulla contro. |
4 | 15 | Ma quand’ebbero comandato loro di uscire dal concistoro, conferiron fra loro dicendo: |
4 | 16 | Che faremo a questi uomini? Che un evidente miracolo sia stato fatto per loro mezzo, è noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme, e noi non lo possiamo negare. |
4 | 17 | Ma affinché ciò non si sparga maggiormente fra il popolo, divietiam loro con minacce che non parlino più ad alcuno in questo nome. |
4 | 18 | E avendoli chiamati, ingiunsero loro di non parlare né insegnare affatto nel nome di Gesù. |
4 | 19 | Ma Pietro e Giovanni, rispondendo, dissero loro: Giudicate voi se è giusto, nel cospetto di Dio, di ubbidire a voi anzi che a Dio. |
4 | 20 | Poiché, quanto a noi, non possiamo non parlare delle cose che abbiam vedute e udite. |
4 | 21 | Ed essi, minacciatili di nuovo, li lasciarono andare, non trovando nulla da poterli castigare, per cagion del popolo; perché tutti glorificavano Iddio per quel ch’era stato fatto. |
4 | 22 | Poiché l’uomo in cui questo miracolo della guarigione era stato compiuto, avea più di quarant’anni. |
4 | 23 | Or essi, essendo stati rimandati vennero ai loro, e riferirono tutte le cose che i capi sacerdoti e gli anziani aveano loro dette. |
4 | 24 | Ed essi, uditele, alzaron di pari consentimento la voce a Dio, e dissero: Signore, tu sei Colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi; |
4 | 25 | Colui che mediante lo Spirito Santo, per bocca del padre nostro e tuo servitore Davide, ha detto: Perché hanno fremuto le genti, e hanno i popoli divisate cose vane? |
4 | 26 | I re della terra si son fatti avanti, e i principi si son raunati assieme contro al Signore, e contro al suo Unto. |
4 | 27 | E invero in questa città, contro al tuo santo Servitore Gesù che tu hai unto, si son raunati Erode e Ponzio Pilato, insiem coi Gentili e con tutto il popolo d’Israele, |
4 | 28 | per far tutte le cose che la tua mano e il tuo consiglio aveano innanzi determinato che avvenissero. |
4 | 29 | E adesso, Signore, considera le loro minacce, e concedi ai tuoi servitori di annunziar la tua parola con ogni franchezza, |
4 | 30 | stendendo la tua mano per guarire, e perché si faccian segni e prodigi mediante il nome del tuo santo Servitore Gesù. |
4 | 31 | E dopo ch’ebbero pregato, il luogo dov’erano raunati tremò; e furon tutti ripieni dello Spirito Santo, e annunziavano la parola di Dio con franchezza. |
4 | 32 | E la moltitudine di coloro che aveano creduto, era d’un sol cuore e d’un’anima sola; né v’era chi dicesse sua alcuna delle cose che possedeva, ma tutto era comune tra loro. |
4 | 33 | E gli apostoli con gran potenza rendevan testimonianza della risurrezione del Signor Gesù; e gran grazia era sopra tutti loro. |
4 | 34 | Poiché non v’era alcun bisognoso fra loro; perché tutti coloro che possedevan poderi o case li vendevano, portavano il prezzo delle cose vendute, |
4 | 35 | e lo mettevano ai piedi degli apostoli; poi, era distribuito a ciascuno, secondo il bisogno. |
4 | 36 | Or Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Barnaba (il che, interpretato, vuol dire: Figliuol di consolazione), levita, cipriota di nascita, |
4 | 37 | avendo un campo, lo vendé, e portò i danari e li mise ai piedi degli apostoli. |
5 | 1 | Ma un certo uomo, chiamato Anania, con Saffira sua moglie, vendé un possesso, |
5 | 2 | e tenne per sé parte del prezzo, essendone consapevole anche la moglie; e portatane una parte, la pose ai piedi degli apostoli. |
5 | 3 | Ma Pietro disse: Anania, perché ha Satana così riempito il cuor tuo da farti mentire allo Spirito Santo e ritener parte del prezzo del podere? |
5 | 4 | Se questo restava invenduto, non restava tuo? E una volta venduto, non ne era il prezzo in tuo potere? Perché ti sei messa in cuore questa cosa? Tu non hai mentito agli uomini ma a Dio. |
5 | 5 | E Anania, udendo queste parole, cadde e spirò. E gran paura prese tutti coloro che udiron queste cose. |
5 | 6 | E i giovani, levatisi, avvolsero il corpo, e portatolo fuori, lo seppellirono. |
5 | 7 | Or avvenne, circa tre ore dopo, che la moglie di lui, non sapendo ciò che era avvenuto, entrò. |
5 | 8 | E Pietro, rivolgendosi a lei: Dimmi, le disse, avete voi venduto il podere per tanto? Ed ella rispose: Sì, per tanto. |
5 | 9 | Ma Pietro a lei: Perché vi siete accordati a tentare lo Spirito del Signore? Ecco, i piedi di quelli che hanno seppellito il tuo marito sono all’uscio e ti porteranno via. |
5 | 10 | Ed ella in quell’istante cadde ai suoi piedi, e spirò. E i giovani, entrati, la trovarono morta; e portatala via, la seppellirono presso al suo marito. |
5 | 11 | E gran paura ne venne alla chiesa intera e a tutti coloro che udivano queste cose. |
5 | 12 | E molti segni e prodigi eran fatti fra il popolo per le mani degli apostoli; e tutti di pari consentimento si ritrovavano sotto il portico di Salomone. |
5 | 13 | Ma, degli altri, nessuno ardiva unirsi a loro; il popolo però li magnificava. |
5 | 14 | E di più in più si aggiungevano al Signore dei credenti, uomini e donne, in gran numero; |
5 | 15 | tanto che portavano perfino gli infermi per le piazze, e li mettevano su lettucci e giacigli, affinché, quando Pietro passava, l’ombra sua almeno ne adombrasse qualcuno. |
5 | 16 | E anche la moltitudine accorreva dalle città vicine a Gerusalemme, portando dei malati e dei tormentati da spiriti immondi; e tutti quanti eran sanati. |
5 | 17 | Or il sommo sacerdote e tutti quelli che eran con lui, cioè la setta de’ Sadducei, si levarono, pieni di invidia, |
5 | 18 | e misero le mani sopra gli apostoli, e li gettarono nella prigione pubblica. |
5 | 19 | Ma un angelo del Signore, nella notte, aprì le porte della prigione; e condottili fuori, disse: |
5 | 20 | Andate, presentatevi nel tempio e quivi annunziate al popolo tutte le parole di questa Vita. |
5 | 21 | Ed essi, avendo ciò udito, entrarono sullo schiarir del giorno nel tempio, e insegnavano. Or il sommo sacerdote e coloro che eran con lui vennero, e convocarono il Sinedrio e tutti gli anziani de’ figliuoli d’Israele, e mandarono alla prigione per far menare dinanzi a loro gli apostoli. |
5 | 22 | Ma le guardie che vi andarono, non li trovarono nella prigione; e tornate, fecero il loro rapporto, |
5 | 23 | dicendo: La prigione l’abbiam trovata serrata con ogni diligenza, e le guardie in piè davanti alle porte; ma, avendo aperto, non abbiam trovato alcuno dentro. |
5 | 24 | Quando il capitano del tempio e i capi sacerdoti udiron queste cose, erano perplessi sul conto loro, non sapendo che cosa ciò potesse essere. |
5 | 25 | Ma sopraggiunse uno che disse loro: Ecco, gli uomini che voi metteste in prigione sono nel tempio, e stanno quivi ammaestrando il popolo. |
5 | 26 | Allora il capitano del tempio, con le guardie, andò e li menò via, non però con violenza, perché temevano d’esser lapidati dal popolo. |
5 | 27 | E avendoli menati, li presentarono al Sinedrio; e il sommo sacerdote li interrogò, |
5 | 28 | dicendo: Noi vi abbiamo del tutto vietato di insegnare in cotesto nome; ed ecco, avete riempita Gerusalemme della vostra dottrina, e volete trarci addosso il sangue di cotesto uomo. |
5 | 29 | Ma Pietro e gli altri apostoli, rispondendo, dissero: Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini. |
5 | 30 | L’Iddio de’ nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi uccideste appendendolo al legno. |
5 | 31 | Esso ha Iddio esaltato con la sua destra, costituendolo Principe e Salvatore, per dare ravvedimento a Israele, e remission dei peccati. |
5 | 32 | E noi siam testimoni di queste cose; e anche lo Spirito Santo, che Dio ha dato a coloro che gli ubbidiscono. |
5 | 33 | Ma essi, udendo queste cose, fremevano d’ira, e facevan proposito d’ucciderli. |
5 | 34 | Ma un certo Fariseo, chiamato per nome Gamaliele, dottor della legge, onorato da tutto il popolo, levatosi in piè nel Sinedrio, comandò che gli apostoli fossero per un po’ messi fuori. |
5 | 35 | Poi disse loro: Uomini Israeliti, badate bene, circa questi uomini, a quel che state per fare. |
5 | 36 | Poiché, prima d’ora, sorse Teuda, dicendosi esser qualche gran cosa; e presso a lui si raccolsero intorno a quattrocento uomini; ed egli fu ucciso e tutti quelli che gli aveano prestata fede, furono sbandati e ridotti a nulla. |
5 | 37 | Dopo costui, sorse Giuda il Galileo, a’ dì del censimento, e si trascinò dietro della gente; anch’egli perì, e tutti coloro che gli aveano prestata fede, furon dispersi. |
5 | 38 | E adesso io vi dico: Non vi occupate di questi uomini, e lasciateli stare; perché, se questo disegno o quest’opera e dagli uomini, sarà distrutta; |
5 | 39 | ma se è da Dio, voi non li potrete distruggere, se non volete trovarvi a combattere anche contro Dio. |
5 | 40 | Ed essi furon del suo parere; e chiamati gli apostoli, li batterono, e ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù, e li lasciaron andare. |
5 | 41 | Ed essi se ne andarono dalla presenza del Sinedrio, rallegrandosi d’essere stati reputati degni di esser vituperati per il nome di Gesù. |
5 | 42 | E ogni giorno, nel tempio e per le case, non ristavano d’insegnare e di annunziare la buona novella che Gesù è il Cristo. |
6 | 1 | Or in que’ giorni, moltiplicandosi il numero dei discepoli, sorse un mormorio degli Ellenisti contro gli Ebrei, perché le loro vedove erano trascurate nell’assistenza quotidiana. |
6 | 2 | E i dodici, raunata la moltitudine dei discepoli, dissero: Non è convenevole che noi lasciamo la parola di Dio per servire alle mense. |
6 | 3 | Perciò, fratelli, cercate di trovar fra voi sette uomini, de’ quali si abbia buona testimonianza, pieni di Spirito e di sapienza, e che noi incaricheremo di quest’opera. |
6 | 4 | Ma quant’è a noi, continueremo a dedicarci alla preghiera e al ministerio della Parola. |
6 | 5 | E questo ragionamento piacque a tutta la moltitudine; ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Procoro, Nicanore, Timone, Parmena e Nicola, proselito di Antiochia; |
6 | 6 | e li presentarono agli apostoli, i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani. |
6 | 7 | E la parola di Dio si diffondeva, e il numero dei discepoli si moltiplicava grandemente in Gerusalemme; e anche una gran quantità di sacerdoti ubbidiva alla fede. |
6 | 8 | Or Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva gran prodigi e segni fra il popolo. |
6 | 9 | Ma alcuni della sinagoga detta dei Liberti, e de’ Cirenei, e degli Alessandrini, e di quei di Cilicia e d’Asia, si levarono a disputare con Stefano; |
6 | 10 | e non potevano resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava. |
6 | 11 | Allora subornarono degli uomini che dissero: Noi l’abbiamo udito dir parole di bestemmia contro Mosè e contro Dio. |
6 | 12 | E commossero il popolo e gli anziani e gli scribi; e venutigli addosso, lo afferrarono e lo menarono al Sinedrio; |
6 | 13 | e presentarono dei falsi testimoni, che dicevano: Quest’uomo non cessa di proferir parole contro il luogo santo e contro la legge. |
6 | 14 | Infatti gli abbiamo udito dire che quel Nazareno, Gesù, distruggerà questo luogo e muterà gli usi che Mosè ci ha tramandati. |
6 | 15 | E tutti coloro che sedevano nel Sinedrio, avendo fissati in lui gli occhi, videro la sua faccia simile alla faccia d’un angelo. |
7 | 1 | E il sommo sacerdote disse: Stanno queste cose proprio così? |
7 | 2 | Ed egli disse: Fratelli e padri, ascoltate. L’Iddio della gloria apparve ad Abramo, nostro padre, mentr’egli era in Mesopotamia, prima che abitasse in Carran, |
7 | 3 | e gli disse: Esci dal tuo paese e dal tuo parentado, e vieni nel paese che io ti mostrerò. |
7 | 4 | Allora egli uscì dal paese de’ Caldei, e abitò in Carran; e di là, dopo che suo padre fu morto, Iddio lo fece venire in questo paese, che ora voi abitate. |
7 | 5 | E non gli diede alcuna eredità in esso, neppure un palmo di terra, ma gli promise di darne la possessione a lui e alla sua progenie dopo di lui, quand’egli non aveva ancora alcun figliuolo. |
7 | 6 | E Dio parlò così: La sua progenie soggiornerà in terra straniera, e sarà ridotta in servitù e maltrattata per quattrocent’anni. |
7 | 7 | Ma io giudicherò la nazione alla quale avranno servito, disse Iddio; e dopo questo essi partiranno e mi renderanno il loro culto in questo luogo. |
7 | 8 | E gli dette il patto della circoncisione; e così Abramo generò Isacco, e lo circoncise l’ottavo giorno; e Isacco generò Giacobbe, e Giacobbe i dodici patriarchi. |
7 | 9 | E i patriarchi, portando invidia a Giuseppe, lo venderono perché fosse menato in Egitto; ma Dio era con lui, |
7 | 10 | e lo liberò da tutte le sue distrette, e gli diede grazia e sapienza davanti a Faraone, re d’Egitto, che lo costituì governatore dell’Egitto e di tutta la sua casa. |
7 | 11 | Or sopravvenne una carestia e una gran distretta in tutto l’Egitto e in Canaan; e i nostri padri non trovavano viveri. |
7 | 12 | Ma avendo Giacobbe udito che in Egitto v’era del grano, vi mandò una prima volta i nostri padri. |
7 | 13 | E la seconda volta, Giuseppe fu riconosciuto dai suoi fratelli, e Faraone conobbe di che stirpe fosse Giuseppe. |
7 | 14 | E Giuseppe mandò a chiamare Giacobbe suo padre, e tutto il suo parentado, che era di settantacinque anime. |
7 | 15 | E Giacobbe scese in Egitto, e morirono egli e i padri nostri, |
7 | 16 | i quali furon trasportati a Sichem, e posti nel sepolcro che Abramo avea comprato a prezzo di danaro dai figliuoli di Emmor in Sichem. |
7 | 17 | Ma come si avvicinava il tempo della promessa che Dio aveva fatta ad Abramo, il popolo crebbe e moltiplicò in Egitto, |
7 | 18 | finché sorse sull’Egitto un altro re, che non sapeva nulla di Giuseppe. |
7 | 19 | Costui, procedendo con astuzia contro la nostra stirpe, trattò male i nostri padri, li costrinse ad esporre i loro piccoli fanciulli perché non vivessero. |
7 | 20 | In quel tempo nacque Mosè, ed era divinamente bello; e fu nutrito per tre mesi in casa di suo padre; |
7 | 21 | e quando fu esposto, la figliuola di Faraone lo raccolse e se lo allevò come figliuolo. |
7 | 22 | E Mosè fu educato in tutta la sapienza degli Egizi ed era potente nelle sue parole ed opere. |
7 | 23 | Ma quando fu pervenuto all’età di quarant’anni, gli venne in animo d’andare a visitare i suoi fratelli, i figliuoli d’Israele. |
7 | 24 | E vedutone uno a cui era fatto torto, lo difese e vendicò l’oppresso, uccidendo l’Egizio. |
7 | 25 | Or egli pensava che i suoi fratelli intenderebbero che Dio li voleva salvare per mano di lui; ma essi non l’intesero. |
7 | 26 | E il giorno seguente egli comparve fra loro, mentre contendevano, e cercava di riconciliarli, dicendo: O uomini, voi siete fratelli, perché fate torto gli uni agli altri? |
7 | 27 | Ma colui che facea torto al suo prossimo lo respinse dicendo: Chi ti ha costituito rettore e giudice su noi? |
7 | 28 | Vuoi tu uccider me come ieri uccidesti l’Egizio? |
7 | 29 | A questa parola Mosè fuggì, e dimorò come forestiero nel paese di Madian, dove ebbe due figliuoli. |
7 | 30 | E in capo a quarant’anni, un angelo gli apparve nel deserto del monte Sinai, nella fiamma d’un pruno ardente. |
7 | 31 | E Mosè, veduto ciò, si maravigliò della visione; e come si accostava per osservare, si fece udire questa voce del Signore: |
7 | 32 | Io son l’Iddio de’ tuoi padri, l’Iddio d’Abramo, d’Isacco e di Giacobbe. E Mosè, tutto tremante, non ardiva osservare. |
7 | 33 | E il Signore gli disse: Sciogliti i calzari dai piedi; perché il luogo dove stai è terra santa. |
7 | 34 | Certo, io ho veduto l’afflizione del mio popolo che è in Egitto, e ho udito i loro sospiri, e son disceso per liberarli; or dunque vieni; io ti manderò in Egitto. |
7 | 35 | Quel Mosè che aveano rinnegato dicendo: Chi ti ha costituito rettore e giudice? Iddio lo mandò loro come capo e come liberatore con l’aiuto dell’angelo che gli era apparito nel pruno. |
7 | 36 | Egli li condusse fuori, avendo fatto prodigi e segni nel paese di Egitto, nel mar Rosso e nel deserto per quaranta anni. |
7 | 37 | Questi è il Mosè che disse ai figliuoli d’Israele: Il Signore Iddio vostro vi susciterà un Profeta d’infra i vostri fratelli, come me. |
7 | 38 | Questi è colui che nell’assemblea del deserto fu con l’angelo che gli parlava sul monte Sinai, e co’ padri nostri, e che ricevette rivelazioni viventi per darcele. |
7 | 39 | A lui i nostri padri non vollero essere ubbidienti, ma lo ripudiarono, e rivolsero i loro cuori all’Egitto, |
7 | 40 | dicendo ad Aronne: Facci degl’iddii che vadano davanti a noi; perché quant’è a questo Mosè che ci ha condotti fuori del paese d’Egitto, noi non sappiamo quel che ne sia avvenuto. |
7 | 41 | E in quei giorni fecero un vitello, e offersero un sacrificio all’idolo, e si rallegrarono delle opere delle loro mani. |
7 | 42 | Ma Dio si rivolse da loro e li abbandonò al culto dell’esercito del cielo, com’è scritto nel libro dei profeti: Casa d’Israele, mi offriste voi vittime e sacrifici durante quarant’anni nel deserto? |
7 | 43 | Anzi, voi portaste la tenda di Moloc e la stella del dio Romfàn, immagini che voi faceste per adorarle. Perciò io vi trasporterò al di là di Babilonia. |
7 | 44 | Il tabernacolo della testimonianza fu coi nostri padri nel deserto, come avea comandato Colui che avea detto a Mosè che lo facesse secondo il modello che avea veduto. |
7 | 45 | E i nostri padri, guidati da Giosuè, ricevutolo, lo introdussero nel paese posseduto dalle genti che Dio scacciò d’innanzi ai nostri padri. Quivi rimase fino ai giorni di Davide, |
7 | 46 | il quale trovò grazia nel cospetto di Dio, e chiese di preparare una dimora all’Iddio di Giacobbe. |
7 | 47 | Ma Salomone fu quello che gli edificò una casa. |
7 | 48 | L’Altissimo però non abita in templi fatti da man d’uomo, come dice il profeta: |
7 | 49 | Il cielo è il mio trono, e la terra lo sgabello de’ miei piedi. Qual casa mi edificherete voi? dice il Signore; o qual sarà il luogo del mio riposo? |
7 | 50 | Non ha la mia mano fatte tutte queste cose? |
7 | 51 | Gente di collo duro e incirconcisa di cuore e d’orecchi, voi contrastate sempre allo Spirito Santo; come fecero i padri vostri, così fate anche voi. |
7 | 52 | Qual dei profeti non perseguitarono i padri vostri? E uccisero quelli che preannunziavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete stati i traditori e gli uccisori; |
7 | 53 | voi, che avete ricevuto la legge promulgata dagli angeli, e non l’avete osservata. |
7 | 54 | Essi, udendo queste cose, fremevan di rabbia ne’ loro cuori e digrignavano i denti contro di lui. |
7 | 55 | Ma egli, essendo pieno dello Spirito Santo, fissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio, |
7 | 56 | e disse: Ecco, io vedo i cieli aperti, e il Figliuol dell’uomo in piè alla destra di Dio. |
7 | 57 | Ma essi, gettando di gran gridi, si turarono gli orecchi, e tutti insieme si avventarono sopra lui; |
7 | 58 | e cacciatolo fuor della città, si diedero a lapidarlo; e i testimoni deposero le loro vesti ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. |
7 | 59 | E lapidavano Stefano che invocava Gesù e diceva: Signor Gesù, ricevi il mio spirito. |
7 | 60 | Poi, postosi in ginocchio, gridò ad alta voce: Signore, non imputar loro questo peccato. E detto questo si addormentò. |
8 | 1 | E Saulo era consenziente all’uccisione di lui. E vi fu in quel tempo una gran persecuzione contro la chiesa che era in Gerusalemme. Tutti furon dispersi per le contrade della Giudea e della Samaria, salvo gli apostoli. |
8 | 2 | E degli uomini timorati seppellirono Stefano e fecero gran cordoglio di lui. |
8 | 3 | Ma Saulo devastava la chiesa, entrando di casa in casa; e trattine uomini e donne, li metteva in prigione. |
8 | 4 | Coloro dunque che erano stati dispersi se ne andarono di luogo in luogo, annunziando la Parola. |
8 | 5 | E Filippo, disceso nella città di Samaria, vi predicò il Cristo. |
8 | 6 | E le folle di pari consentimento prestavano attenzione alle cose dette da Filippo, udendo e vedendo i miracoli ch’egli faceva. |
8 | 7 | Poiché gli spiriti immondi uscivano da molti che li avevano, gridando con gran voce; e molti paralitici e molti zoppi erano guariti. |
8 | 8 | E vi fu grande allegrezza in quella città. |
8 | 9 | Or v’era un certo uomo, chiamato Simone, che già da tempo esercitava nella città le arti magiche, e facea stupire la gente di Samaria, dandosi per un qualcosa di grande. |
8 | 10 | Tutti, dal più piccolo al più grande, gli davano ascolto, dicendo: Costui è "la potenza di Dio", che si chiama "la Grande". |
8 | 11 | E gli davano ascolto, perché già da lungo tempo li avea fatti stupire con le sue arti magiche. |
8 | 12 | Ma quand’ebbero creduto a Filippo che annunziava loro la buona novella relativa al regno di Dio e al nome di Gesù Cristo, furon battezzati, uomini e donne. |
8 | 13 | E Simone credette anch’egli; ed essendo stato battezzato, stava sempre con Filippo; e vedendo i miracoli e le gran potenti opere ch’eran fatti, stupiva. |
8 | 14 | Or gli apostoli ch’erano a Gerusalemme, avendo inteso che la Samaria avea ricevuto la parola di Dio, vi mandarono Pietro e Giovanni. |
8 | 15 | I quali, essendo discesi là, pregarono per loro affinché ricevessero lo Spirito Santo; |
8 | 16 | poiché non era ancora disceso sopra alcuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signor Gesù. |
8 | 17 | Allora imposero loro le mani, ed essi ricevettero lo Spirito Santo. |
8 | 18 | Or Simone, vedendo che per l’imposizione delle mani degli apostoli era dato lo Spirito Santo, offerse loro del danaro, |
8 | 19 | dicendo: Date anche a me questa podestà, che colui al quale io imponga le mani riceva lo Spirito Santo. |
8 | 20 | Ma Pietro gli disse: Vada il tuo danaro teco in perdizione, poiché hai stimato che il dono di Dio si acquisti con danaro. |
8 | 21 | Tu, in questo, non hai parte né sorte alcuna; perché il tuo cuore non è retto dinanzi a Dio. |
8 | 22 | Ravvediti dunque di questa tua malvagità; e prega il Signore affinché, se è possibile, ti sia perdonato il pensiero del tuo cuore. |
8 | 23 | Poiché io ti veggo in fiele amaro e in legami di iniquità. |
8 | 24 | E Simone, rispondendo, disse: Pregate voi il Signore per me affinché nulla di ciò che avete detto mi venga addosso. |
8 | 25 | Essi dunque, dopo aver reso testimonianza alla parola del Signore, ed averla annunziata, se ne tornarono a Gerusalemme, evangelizzando molti villaggi dei Samaritani. |
8 | 26 | Or un angelo del Signore parlò a Filippo, dicendo: Lèvati, e vattene dalla parte di mezzodì, sulla via che scende da Gerusalemme a Gaza. Ella e una via deserta. |
8 | 27 | Ed egli, levatosi, andò. Ed ecco un Etiopo, un eunuco, ministro di Candace, regina degli Etiopi, il quale era sovrintendente di tutti i tesori di lei, era venuto a Gerusalemme per adorare |
8 | 28 | e stava tornandosene, seduto sul suo carro, e leggeva il profeta Isaia. |
8 | 29 | E lo Spirito disse a Filippo: Accostati, e raggiungi codesto carro. |
8 | 30 | Filippo accorse, l’udì che leggeva il profeta Isaia, e disse: Intendi tu le cose che leggi? |
8 | 31 | Ed egli rispose: E come potrei intenderle, se alcuno non mi guida? E pregò Filippo che montasse e sedesse con lui. |
8 | 32 | Or il passo della Scrittura ch’egli leggeva era questo: Egli è stato menato all’uccisione come una pecora; e come un agnello che è muto dinanzi a colui che lo tosa, così egli non ha aperta la bocca. |
8 | 33 | Nel suo abbassamento fu tolta via la sua condanna; chi descriverà la sua generazione? Poiché la sua vita e stata tolta dalla terra. |
8 | 34 | E l’eunuco, rivolto a Filippo, gli disse: Di chi, ti prego, dice questo il profeta? Di sé stesso, oppure d’un altro? |
8 | 35 | E Filippo prese a parlare, e cominciando da questo passo della Scrittura gli annunziò Gesù. |
8 | 36 | E cammin facendo, giunsero a una cert’acqua. E l’eunuco disse: Ecco dell’acqua; che impedisce che io sia battezzato? |
8 | 37 | Filippo disse: Se tu credi con tutto il cuore, è possibile. L’eunuco rispose: Io credo che Gesù Cristo è il Figliuol di Dio. |
8 | 38 | E comandò che il carro si fermasse; e discesero ambedue nell’acqua, Filippo e l’eunuco; e Filippo lo battezzò. |
8 | 39 | E quando furon saliti fuori dell’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo; e l’eunuco, continuando il suo cammino tutto allegro, non lo vide più. |
8 | 40 | Poi Filippo si ritrovò in Azot; e, passando, evangelizzò tutte le città, finché venne a Cesarea. |
9 | 1 | Or Saulo, tuttora spirante minaccia e strage contro i discepoli del Signore, venne al sommo sacerdote, |
9 | 2 | e gli chiese delle lettere per le sinagoghe di Damasco, affinché, se ne trovasse di quelli che seguivano la nuova via, uomini e donne, li potesse menar legati a Gerusalemme. |
9 | 3 | E mentre era in cammino, avvenne che, avvicinandosi a Damasco, di subito una luce dal cielo gli sfolgorò d’intorno. |
9 | 4 | Ed essendo caduto in terra, udì una voce che gli diceva: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? |
9 | 5 | Ed egli disse: Chi sei, Signore? E il Signore: Io son Gesù che tu perseguiti. Ti è duro ricalcitrar contro gli stimoli. |
9 | 6 | Ed egli, tutto tremante e spaventato, disse: Signore, che vuoi tu ch’io faccia? Ed il Signore gli disse: lèvati, entra nella città, e ti sarà detto ciò che devi fare. |
9 | 7 | Or gli uomini che faceano il viaggio con lui ristettero attoniti, udendo ben la voce, ma non vedendo alcuno. |
9 | 8 | E Saulo si levò da terra; ma quando aprì gli occhi, non vedeva nulla; e quelli, menandolo per la mano, lo condussero a Damasco. |
9 | 9 | E rimase tre giorni senza vedere, e non mangiò né bevve. |
9 | 10 | Or in Damasco v’era un certo discepolo, chiamato Anania; e il Signore gli disse in visione: Anania! Ed egli rispose: Eccomi, Signore. |
9 | 11 | E il Signore a lui: Lèvati, vattene nella strada detta Diritta, e cerca, in casa di Giuda, un uomo chiamato Saulo, da Tarso; poiché ecco, egli è in preghiera, |
9 | 12 | e ha veduto un uomo, chiamato Anania, entrare e imporgli le mani perché ricuperi la vista. |
9 | 13 | Ma Anania rispose: Signore, io ho udito dir da molti di quest’uomo, quanti mali abbia fatto ai tuoi santi in Gerusalemme. |
9 | 14 | E qui ha podestà dai capi sacerdoti d’incatenare tutti coloro che invocano il tuo nome. |
9 | 15 | Ma il Signore gli disse: Va’, perché egli è uno strumento che ho eletto per portare il mio nome davanti ai Gentili, ed ai re, ed ai figliuoli d’Israele; |
9 | 16 | poiché io gli mostrerò quante cose debba patire per il mio nome. |
9 | 17 | E Anania se ne andò, ed entrò in quella casa; e avendogli imposte le mani, disse: Fratello Saulo, il Signore, cioè Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale tu venivi, mi ha mandato perché tu ricuperi la vista e sii ripieno dello Spirito Santo. |
9 | 18 | E in quell’istante gli caddero dagli occhi come delle scaglie, e ricuperò la vista; poi, levatosi, fu battezzato. |
9 | 19 | E avendo preso cibo, riacquistò le forze. E Saulo rimase alcuni giorni coi discepoli che erano a Damasco. |
9 | 20 | E subito si mise a predicar nelle sinagoghe che Gesù è il Figliuol di Dio. |
9 | 21 | E tutti coloro che l’udivano, stupivano e dicevano: Non è costui quel che in Gerusalemme infieriva contro quelli che invocano questo nome ed è venuto qui allo scopo di menarli incatenati ai capi sacerdoti? |
9 | 22 | Ma Saulo vie più si fortificava e confondeva i Giudei che abitavano in Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo. |
9 | 23 | E passati molti giorni, i Giudei si misero d’accordo per ucciderlo; |
9 | 24 | ma il loro complotto venne a notizia di Saulo. Essi facevan perfino la guardia alle porte, giorno e notte, per ucciderlo; |
9 | 25 | ma i discepoli, presolo di notte, lo calarono a basso giù dal muro in una cesta. |
9 | 26 | E quando fu giunto a Gerusalemme, tentava d’unirsi ai discepoli; ma tutti lo temevano, non credendo ch’egli fosse un discepolo. |
9 | 27 | Ma Barnaba, presolo con sé, lo menò agli apostoli, e raccontò loro come per cammino avea veduto il Signore e il Signore gli avea parlato, e come in Damasco avea predicato con franchezza nel nome di Gesù. |
9 | 28 | Da allora, Saulo andava e veniva con loro in Gerusalemme, e predicava con franchezza nel nome del Signore; |
9 | 29 | discorreva pure e discuteva con gli Ellenisti; ma questi cercavano d’ucciderlo. |
9 | 30 | E i fratelli, avendolo saputo, lo condussero a Cesarea, e di là lo mandarono a Tarso. |
9 | 31 | Così la Chiesa, per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria avea pace, essendo edificata; e camminando nel timor del Signore e nella consolazione dello Spirito Santo, moltiplicava. |
9 | 32 | Or avvenne che Pietro, andando qua e là da tutti, venne anche ai santi che abitavano in Lidda. |
9 | 33 | E quivi trovò un uomo, chiamato Enea, che già da otto anni giaceva in un lettuccio, essendo paralitico. |
9 | 34 | E Pietro gli disse: Enea, Gesù Cristo ti sana; lèvati e rifatti il letto. Ed egli subito si levò. |
9 | 35 | E tutti gli abitanti di Lidda e del pian di Saron lo videro e si convertirono al Signore. |
9 | 36 | Or in Ioppe v’era una certa discepola, chiamata Tabita, il che, interpretato, vuol dire Gazzella. Costei abbondava in buone opere e faceva molte elemosine. |
9 | 37 | E avvenne in que’ giorni ch’ella infermò e morì. E dopo averla lavata, la posero in una sala di sopra. |
9 | 38 | E perché Lidda era vicina a Ioppe, i discepoli, udito che Pietro era là, gli mandarono due uomini per pregarlo che senza indugio venisse fino a loro. |
9 | 39 | Pietro allora, levatosi, se ne venne con loro. E come fu giunto, lo menarono nella sala di sopra; e tutte le vedove si presentarono a lui piangendo, e mostrandogli tutte le tuniche e i vestiti che Gazzella faceva, mentr’era con loro. |
9 | 40 | Ma Pietro, messi tutti fuori, si pose in ginocchio, e pregò; e voltatosi verso il corpo, disse: Tabita lèvati. Ed ella aprì gli occhi; e veduto Pietro, si mise a sedere. |
9 | 41 | Ed egli le diè la mano, e la sollevò; e chiamati i santi e le vedove, la presentò loro in vita. |
9 | 42 | E ciò fu saputo per tutta Ioppe, e molti credettero nel Signore. |
9 | 43 | E Pietro dimorò molti giorni in Ioppe, da un certo Simone coiaio. |
10 | 1 | Or v’era in Cesarea un uomo, chiamato Cornelio, centurione della coorte detta l’ "Italica", |
10 | 2 | il quale era pio e temente Iddio con tutta la sua casa, e faceva molte elemosine al popolo e pregava Dio del continuo. |
10 | 3 | Egli vide chiaramente in visione, verso l’ora nona del giorno, un angelo di Dio che entrò da lui e gli disse: Cornelio! |
10 | 4 | Ed egli, guardandolo fisso, e preso da spavento, rispose: Che v’è, Signore? E l’angelo gli disse: Le tue preghiere e le tue elemosine son salite come una ricordanza davanti a Dio. |
10 | 5 | Ed ora, manda degli uomini a Ioppe, e fa’ chiamare un certo Simone, che è soprannominato Pietro. |
10 | 6 | Egli alberga da un certo Simone coiaio, che ha la casa presso al mare. |
10 | 7 | E come l’angelo che gli parlava se ne fu partito, Cornelio chiamò due dei suoi domestici, e un soldato pio di quelli che si tenean del continuo presso di lui; |
10 | 8 | e raccontata loro ogni cosa, li mandò a Ioppe. |
10 | 9 | Or il giorno seguente, mentre quelli erano in viaggio e si avvicinavano alla città, Pietro salì sul terrazzo della casa, verso l’ora sesta, per pregare. |
10 | 10 | E avvenne ch’ebbe fame e desiderava prender cibo; e come gliene preparavano, fu rapito in estasi; |
10 | 11 | e vide il cielo aperto, e scenderne una certa cosa, simile a un gran lenzuolo che, tenuto per i quattro capi, veniva calato in terra. |
10 | 12 | In esso erano dei quadrupedi, dei rettili della terra e degli uccelli del cielo, di ogni specie. |
10 | 13 | E una voce gli disse: Lèvati, Pietro; ammazza e mangia. |
10 | 14 | Ma Pietro rispose: In niun modo, Signore, poiché io non ho mai mangiato nulla d’immondo né di contaminato. |
10 | 15 | E una voce gli disse di nuovo la seconda volta: Le cose che Dio ha purificate, non le far tu immonde. |
10 | 16 | E questo avvenne per tre volte; e subito il lenzuolo fu ritirato in cielo. |
10 | 17 | E come Pietro stava perplesso in se stesso sul significato della visione avuta, ecco gli uomini mandati da Cornelio, i quali, avendo domandato della casa di Simone, si fermarono alla porta. |
10 | 18 | E avendo chiamato, domandarono se Simone, soprannominato Pietro, albergasse lì. |
10 | 19 | E come Pietro stava pensando alla visione, lo Spirito gli disse: Ecco tre uomini che ti cercano. |
10 | 20 | Lèvati dunque, scendi, e va’ con loro, senza fartene scrupolo, perché sono io che li ho mandati. |
10 | 21 | E Pietro, sceso verso quegli uomini, disse loro: Ecco, io son quello che cercate; qual è la cagione per la quale siete qui? |
10 | 22 | Ed essi risposero: Cornelio centurione, uomo giusto e temente Iddio, e del quale rende buona testimonianza tutta la nazion de’ Giudei, è stato divinamente avvertito da un santo angelo, di farti chiamare in casa sua e d’ascoltar quel che avrai da dirgli. |
10 | 23 | Allora, fattili entrare, li albergò. Ed il giorno seguente andò con loro; e alcuni dei fratelli di Ioppe l’accompagnarono. |
10 | 24 | E il giorno di poi entrarono in Cesarea. Or Cornelio li stava aspettando e avea chiamato i suoi parenti e i suoi intimi amici. |
10 | 25 | E come Pietro entrava, Cornelio, fattoglisi incontro, gli si gittò ai piedi, e l’adorò. |
10 | 26 | Ma Pietro lo rialzò, dicendo: Lèvati, anch’io sono uomo! |
10 | 27 | E discorrendo con lui, entrò e trovò molti radunati quivi. |
10 | 28 | E disse loro: Voi sapete come non sia lecito ad un Giudeo di aver relazioni con uno straniero o d’entrare da lui; ma Dio mi ha mostrato che non debbo chiamare alcun uomo immondo o contaminato. |
10 | 29 | E’ per questo che, essendo stato chiamato, venni senza far obiezioni. Io vi domando dunque: Per qual cagione m’avete mandato a chiamare? |
10 | 30 | E Cornelio disse: Sono appunto adesso quattro giorni che io stavo pregando, all’ora nona, in casa mia, quand’ecco un uomo mi presentò davanti, in veste risplendente, |
10 | 31 | e disse: Cornelio, la tua preghiera è stata esaudita, e le tue elemosine sono state ricordate nel cospetto di Dio. |
10 | 32 | Manda dunque a Ioppe a far chiamare Simone, soprannominato Pietro; egli alberga in casa di Simone coiaio, presso al mare. |
10 | 33 | Perciò, in quell’istante io mandai da te, e tu hai fatto bene a venire; ora dunque siamo tutti qui presenti davanti a Dio, per udir tutte le cose che ti sono state comandate dal Signore. |
10 | 34 | Allora Pietro, prendendo a parlare, disse: In verità io comprendo che Dio non ha riguardo alla qualità delle persone; |
10 | 35 | ma che in qualunque nazione, chi lo teme ed opera giustamente gli e accettevole. |
10 | 36 | E questa è la parola ch’Egli ha diretta ai figliuoli d’Israele, annunziando pace per mezzo di Gesù Cristo. Esso è il Signore di tutti. |
10 | 37 | Voi sapete quello che è avvenuto per tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; |
10 | 38 | vale a dire, la storia di Gesù di Nazaret; come Iddio l’ha unto di Spirito Santo e di potenza; e come egli è andato attorno facendo del bene, e guarendo tutti coloro che erano sotto il dominio del diavolo, perché Iddio era con lui. |
10 | 39 | E noi siam testimoni di tutte le cose ch’egli ha fatte nel paese de’ Giudei e in Gerusalemme; ed essi l’hanno ucciso, appendendolo ad un legno. |
10 | 40 | Esso ha Iddio risuscitato il terzo giorno, e ha fatto sì ch’egli si manifestasse |
10 | 41 | non a tutto il popolo, ma ai testimoni ch’erano prima stati scelti da Dio; cioè a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. |
10 | 42 | Ed egli ci ha comandato di predicare al popolo e di testimoniare ch’egli è quello che da Dio è stato costituito Giudice dei vivi e dei morti. |
10 | 43 | Di lui attestano tutti i profeti che chiunque crede in lui riceve la remission de’ peccati mediante suo nome. |
10 | 44 | Mentre Pietro parlava così, lo Spirito Santo cadde su tutti coloro che udivano la Parola. |
10 | 45 | E tutti i credenti circoncisi che erano venuti con Pietro, rimasero stupiti che il dono dello Spirito Santo fosse sparso anche sui Gentili; |
10 | 46 | poiché li udivano parlare in altre lingue, e magnificare Iddio. |
10 | 47 | Allora Pietro prese a dire: Può alcuno vietar l’acqua perché non siano battezzati questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo come noi stessi? |
10 | 48 | E comandò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Allora essi lo pregarono di rimanere alcuni giorni con loro. |
11 | 1 | Or gli apostoli e i fratelli che erano per la Giudea, intesero che i Gentili aveano anch’essi ricevuto la parola di Dio. |
11 | 2 | E quando Pietro fu salito a Gerusalemme, quelli della circoncisione questionavano con lui, dicendo: |
11 | 3 | Tu sei entrato da uomini incirconcisi, e hai mangiato con loro. |
11 | 4 | Ma Pietro prese a raccontar loro le cose per ordine fin dal principio, dicendo: |
11 | 5 | Io ero nella città di Ioppe in preghiera, ed in un’estasi, ebbi una visione; una certa cosa simile a un gran lenzuolo tenuto per i quattro capi, scendeva giù dal cielo, e veniva fino a me; |
11 | 6 | ed io, fissatolo, lo considerai bene, e vidi i quadrupedi della terra, le fiere, i rettili, e gli uccelli del cielo. |
11 | 7 | E udii anche una voce che mi diceva: Pietro, lèvati, ammazza e mangia. |
11 | 8 | Ma io dissi: In niun modo, Signore; poiché nulla d’immondo o di contaminato mi è mai entrato in bocca. |
11 | 9 | Ma una voce mi rispose per la seconda volta dal cielo: Le cose che Dio ha purificate, non le far tu immonde. |
11 | 10 | E ciò avvenne per tre volte; poi ogni cosa fu ritirata in cielo. |
11 | 11 | Ed ecco che in quell’istante tre uomini, mandatimi da Cesarea, si presentarono alla casa dov’eravamo. |
11 | 12 | E lo Spirito mi disse che andassi con loro, senza farmene scrupolo. Or anche questi sei fratelli vennero meco, ed entrammo in casa di quell’uomo. |
11 | 13 | Ed egli ci raccontò come avea veduto l’angelo che si era presentato in casa sua e gli avea detto: Manda a Ioppe, e fa chiamare Simone, soprannominato Pietro; |
11 | 14 | il quale ti parlerà di cose, per le quali sarai salvato tu e tutta la casa tua. |
11 | 15 | E come avevo cominciato a parlare, lo Spirito Santo scese su loro, com’era sceso su noi da principio. |
11 | 16 | Mi ricordai allora della parola del Signore, che diceva: "Giovanni ha battezzato con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo". |
11 | 17 | Se dunque Iddio ha dato a loro lo stesso dono che ha dato anche a noi che abbiam creduto nel Signor Gesù Cristo, chi ero io da potermi opporre a Dio? |
11 | 18 | Essi allora, udite queste cose, si acquetarono e glorificarono Iddio, dicendo: Iddio dunque ha dato il ravvedimento anche ai Gentili affinché abbiano vita. |
11 | 19 | Quelli dunque ch’erano stati dispersi dalla persecuzione avvenuta a motivo di Stefano, passarono fino in Fenicia, in Cipro e in Antiochia, non annunziando la Parola ad alcuno se non ai Giudei soltanto. |
11 | 20 | Ma alcuni di loro, che erano Ciprioti e Cirenei, venuti in Antiochia, si misero a parlare anche ai Greci, annunziando il Signor Gesù. |
11 | 21 | E la mano del Signore era con loro; e gran numero di gente, avendo creduto, si convertì al Signore. |
11 | 22 | E la notizia del fatto venne agli orecchi della chiesa ch’era in Gerusalemme; onde mandarono Barnaba fino ad Antiochia. |
11 | 23 | Ed esso, giunto là e veduta la grazia di Dio, si rallegrò, e li esortò tutti ad attenersi al Signore con fermo proponimento di cuore, |
11 | 24 | poiché egli era un uomo dabbene, e pieno di Spirito Santo e di fede. E gran moltitudine fu aggiunta al Signore. |
11 | 25 | Poi Barnaba se ne andò a Tarso, a cercar Saulo; e avendolo trovato, lo menò ad Antiochia. |
11 | 26 | E avvenne che per lo spazio d’un anno intero parteciparono alle raunanze della chiesa, ed ammaestrarono un gran popolo; e fu in Antiochia che per la prima volta i discepoli furon chiamati Cristiani. |
11 | 27 | Or in que’ giorni, scesero de’ profeti da Gerusalemme ad Antiochia. |
11 | 28 | E un di loro, chiamato per nome Agabo, levatosi, predisse per lo Spirito che ci sarebbe stata una gran carestia per tutta la terra; ed essa ci fu sotto Claudio. |
11 | 29 | E i discepoli determinarono di mandare, ciascuno secondo le sue facoltà, una sovvenzione ai fratelli che abitavano in Giudea, |
11 | 30 | il che difatti fecero, mandandola agli anziani, per mano di Barnaba e di Saulo. |
12 | 1 | Or intorno a quel tempo, il re Erode mise mano a maltrattare alcuni della chiesa; |
12 | 2 | e fece morir per la spada Giacomo, fratello di Giovanni. |
12 | 3 | E vedendo che ciò era grato ai Giudei, continuo e fece arrestare anche Pietro. Or erano i giorni degli azzimi. |
12 | 4 | E presolo, lo mise in prigione, dandolo in guardia a quattro mute di soldati di quattro l’una; perché, dopo la Pasqua, voleva farlo comparire dinanzi al popolo. |
12 | 5 | Pietro dunque era custodito nella prigione; ma fervide preghiere eran fatte dalla chiesa a Dio per lui. |
12 | 6 | Or quando Erode stava per farlo comparire, la notte prima, Pietro stava dormendo in mezzo a due soldati, legato con due catene; e le guardie davanti alla porta custodivano la prigione. |
12 | 7 | Ed ecco, un angelo del Signore sopraggiunse, e una luce risplendé nella cella; e l’angelo, percosso il fianco a Pietro, lo svegliò, dicendo: Lèvati prestamente. E le catene gli caddero dalle mani. |
12 | 8 | E l’angelo disse: Cingiti, e lègati i sandali. E Pietro fece così. Poi gli disse: Mettiti il mantello, e seguimi. |
12 | 9 | Ed egli, uscito, lo seguiva, non sapendo che fosse vero quel che avveniva per mezzo dell’angelo, ma pensando di avere una visione. |
12 | 10 | Or com’ebbero passata la prima e la seconda guardia, vennero alla porta di ferro che mette in città, la quale si aperse loro da sé; ed essendo usciti, s’inoltrarono per una strada: e in quell’istante l’angelo si partì da lui. |
12 | 11 | E Pietro, rientrato in sé, disse: Ora conosco per certo che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha liberato dalla mano di Erode e da tutta l’aspettazione del popolo dei Giudei. |
12 | 12 | E considerando la cosa, venne alla casa di Maria, madre di Giovanni soprannominato Marco, dove molti fratelli stavano raunati e pregavano. |
12 | 13 | E avendo Pietro picchiato all’uscio del vestibolo, una serva, chiamata Rode venne ad ascoltare; |
12 | 14 | e riconosciuta la voce di Pietro, per l’allegrezza non aprì l’uscio, ma corse dentro ad annunziare che Pietro stava davanti alla porta. |
12 | 15 | E quelli le dissero: Tu sei pazza! Ma ella asseverava che era così. Ed essi dicevano: E’ il suo angelo. |
12 | 16 | Ma Pietro continuava a picchiare, e quand’ebbero aperto, lo videro e stupirono. |
12 | 17 | Ma egli, fatto lor cenno con la mano che tacessero, raccontò loro in qual modo il Signore l’avea tratto fuor della prigione. Poi disse: Fate sapere queste cose a Giacomo ed ai fratelli. Ed essendo uscito, se ne andò in un altro luogo. |
12 | 18 | Or, fattosi giorno, vi fu non piccol turbamento fra i soldati, perché non sapevano che cosa fosse avvenuto di Pietro. |
12 | 19 | Ed Erode, cercatolo, e non avendolo trovato, esaminate le guardie, comandò che fosser menate al supplizio. Poi, sceso di Giudea a Cesarea, vi si trattenne. |
12 | 20 | Or Erode era fortemente adirato contro i Tiri e i Sidoni; ma essi di pari consentimento si presentarono a lui; e guadagnato il favore di Blasto, ciambellano del re, chiesero pace, perché il loro paese traeva i viveri dal paese del re. |
12 | 21 | Nel giorno fissato, Erode, indossato l’abito reale, e postosi a sedere sul trono, li arringava pubblicamente. |
12 | 22 | E il popolo si mise a gridare: Voce d’un dio, e non d’un uomo! |
12 | 23 | In quell’istante, un angelo del Signore lo percosse, perché non avea dato a Dio la gloria; e morì, roso dai vermi. |
12 | 24 | Ma la parola di Dio progrediva e si spandeva di più in più. |
12 | 25 | E Barnaba e Saulo, compiuta la loro missione, tornarono da Gerusalemme, prendendo seco Giovanni soprannominato Marco. |
13 | 1 | Or nella chiesa d’Antiochia v’eran dei profeti e dei dottori: Barnaba, Simeone chiamato Niger, Lucio di Cirene, Manaen, fratello di latte di Erode il tetrarca, e Saulo. |
13 | 2 | E mentre celebravano il culto del Signore e digiunavano, lo Spirito Santo disse: Mettetemi a parte Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati. |
13 | 3 | Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani, e li accomiatarono. |
13 | 4 | Essi dunque, mandati dallo Spirito Santo, scesero a Seleucia, e di là navigarono verso Cipro. |
13 | 5 | E giunti a Salamina, annunziarono la parola di Dio nelle sinagoghe de’ Giudei: e aveano seco Giovanni come aiuto. |
13 | 6 | Poi, traversata tutta l’isola fino a Pafo, trovarono un certo mago, un falso profeta giudeo, che avea nome Bar-Gesù, |
13 | 7 | il quale era col proconsole Sergio Paolo, uomo intelligente. Questi, chiamati a sé Barnaba e Saulo, chiese d’udir la parola di Dio. |
13 | 8 | Ma Elima, il mago (perché così s’interpreta questo suo nome), resisteva loro, cercando di stornare il proconsole dalla fede. |
13 | 9 | Ma Saulo, chiamato anche Paolo, pieno dello Spirito Santo, guardandolo fisso gli disse: |
13 | 10 | O pieno d’ogni frode e d’ogni furberia, figliuol del diavolo, nemico d’ogni giustizia, non cesserai tu di pervertir le diritte vie del Signore? |
13 | 11 | Ed ora, ecco, la mano del Signore è sopra te, e sarai cieco, senza vedere il sole, per un certo tempo. E in quel l’istante, caligine e tenebre caddero su lui; e andando qua e là cercava chi lo menasse per la mano. |
13 | 12 | Allora il proconsole, visto quel che era accaduto credette, essendo stupito della dottrina del Signore. |
13 | 13 | Or Paolo e i suoi compagni, imbarcatisi a Pafo, arrivarono a Perga di Panfilia; ma Giovanni, separatosi da loro, ritornò a Gerusalemme. |
13 | 14 | Ed essi, passando oltre Perga, giunsero ad Antiochia di Pisidia; e recatisi il sabato nella sinagoga, si posero a sedere. |
13 | 15 | E dopo la lettura della legge e dei profeti, i capi della sinagoga mandarono a dir loro: Fratelli, se avete qualche parola d’esortazione da rivolgere al popolo, ditela. |
13 | 16 | Allora Paolo, alzatosi, e fatto cenno con la mano, disse: Uomini israeliti, e voi che temete Iddio, udite. |
13 | 17 | L’Iddio di questo popolo d’Israele elesse i nostri padri, e fece grande il popolo durante la sua dimora nel paese di Egitto, e con braccio levato, ne lo trasse fuori. |
13 | 18 | E per lo spazio di circa quarant’anni, sopportò i loro modi nel deserto. |
13 | 19 | Poi, dopo aver distrutte sette nazioni nel paese di Canaan, distribuì loro come eredità il paese di quelle. |
13 | 20 | E dopo queste cose, per circa quattrocentocinquanta anni, diede loro de’ giudici fino al profeta Samuele. |
13 | 21 | Dopo chiesero un re; e Dio diede loro Saul, figliuolo di Chis, della tribù di Beniamino, per lo spazio di quarant’anni. |
13 | 22 | Poi, rimossolo, suscitò loro Davide per re, al quale rese anche questa testimonianza: Io ho trovato Davide, figliuolo di Iesse, un uomo secondo il mio cuore, che eseguirà ogni mio volere. |
13 | 23 | Dalla progenie di lui Iddio, secondo la sua promessa, ha suscitato a Israele un Salvatore nella persona di Gesù, |
13 | 24 | avendo Giovanni, prima della venuta di lui, predicato il battesimo del ravvedimento a tutto il popolo d’Israele. |
13 | 25 | E come Giovanni terminava la sua carriera diceva: Che credete voi che io sia? Io non sono il Messia; ma ecco, dietro a me viene uno, del quale io non son degno di sciogliere i calzari. |
13 | 26 | Fratelli miei, figliuoli della progenie d’Abramo, e voi tutti che temete Iddio, a noi è stata mandata la parola di questa salvezza. |
13 | 27 | Poiché gli abitanti di Gerusalemme e i loro capi, avendo disconosciuto questo Gesù e le dichiarazioni de’ profeti che si leggono ogni sabato, le adempirono, condannandolo. |
13 | 28 | E benché non trovassero in lui nulla che fosse degno di morte, chiesero a Pilato che fosse fatto morire. |
13 | 29 | E dopo ch’ebber compiute tutte le cose che erano scritte di lui, lo trassero giù dal legno, e lo posero in un sepolcro. |
13 | 30 | Ma Iddio lo risuscitò dai morti; |
13 | 31 | e per molti giorni egli si fece vedere da coloro ch’eran con lui saliti dalla Galilea a Gerusalemme, i quali sono ora suoi testimoni presso il popolo. |
13 | 32 | E noi vi rechiamo la buona novella che la promessa fatta ai padri, |
13 | 33 | Iddio l’ha adempiuta per noi, loro figliuoli, risuscitando Gesù, siccome anche è scritto nel salmo secondo: Tu sei il mio Figliuolo, oggi Io ti ho generato. |
13 | 34 | E siccome lo ha risuscitato dai morti per non tornar più nella corruzione, Egli ha detto così: Io vi manterrò le sacre e fedeli promesse fatte a Davide. |
13 | 35 | Difatti egli dice anche in un altro luogo: Tu non permetterai che il tuo Santo vegga la corruzione. |
13 | 36 | Poiché Davide, dopo aver servito al consiglio di Dio nella sua generazione, si è addormentato, ed è stato riunito coi suoi padri, e ha veduto la corruzione; |
13 | 37 | ma colui che Dio ha risuscitato, non ha veduto la corruzione. |
13 | 38 | Siavi dunque noto, fratelli, che per mezzo di lui v’è annunziata la remissione dei peccati; |
13 | 39 | e per mezzo di lui, chiunque crede è giustificato di tutte le cose, delle quali voi non avete potuto esser giustificati per la legge di Mosè. |
13 | 40 | Guardate dunque che non venga su voi quello che è detto nei profeti: |
13 | 41 | Vedete, o sprezzatori, e maravigliatevi, e dileguatevi, perché io fo un’opera ai dì vostri, un’opera che voi non credereste, se qualcuno ve la narrasse. |
13 | 42 | Or, mentre uscivano, furon pregati di parlar di quelle medesime cose al popolo il sabato seguente. |
13 | 43 | E dopo che la raunanza si fu sciolta, molti de’ Giudei e de’ proseliti pii seguiron Paolo e Barnaba; i quali, parlando loro, li persuasero a perseverare nella grazia di Dio. |
13 | 44 | E il sabato seguente, quasi tutta la città si radunò per udir la parola di Dio. |
13 | 45 | Ma i Giudei, vedendo le moltitudini, furon ripieni d’invidia, e bestemmiando contradicevano alle cose dette da Paolo. |
13 | 46 | Ma Paolo e Barnaba dissero loro francamente: Era necessario che a voi per i primi si annunziasse la parola di Dio; ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco, noi ci volgiamo ai Gentili. |
13 | 47 | Perché così ci ha ordinato il Signore, dicendo: Io ti ho posto per esser luce de’ Gentili, affinché tu sia strumento di salvezza fino alle estremità della terra. |
13 | 48 | E i Gentili, udendo queste cose, si rallegravano e glorificavano la parola di Dio; e tutti quelli che erano ordinati a vita eterna, credettero. |
13 | 49 | E la parola del Signore si spandeva per tutto il paese. |
13 | 50 | Ma i Giudei istigarono le donne pie e ragguardevoli e i principali uomini della città, e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Barnaba, e li scacciarono dai loro confini. |
13 | 51 | Ma essi, scossa la polvere de’ lor piedi contro loro, se ne vennero ad Iconio. |
13 | 52 | E i discepoli eran pieni d’allegrezza e di Spirito Santo. |
14 | 1 | Or avvenne che in Iconio pure Paolo e Barnaba entrarono nella sinagoga dei Giudei e parlarono in maniera che una gran moltitudine di Giudei e di Greci credette. |
14 | 2 | Ma i Giudei, rimasti disubbidienti, misero su e inasprirono gli animi dei Gentili contro i fratelli. |
14 | 3 | Essi dunque dimoraron quivi molto tempo, predicando con franchezza, fidenti nel Signore, il quale rendeva testimonianza alla parola della sua grazia, concedendo che per le lor mani si facessero segni e prodigi. |
14 | 4 | Ma la popolazione della città era divisa; gli uni tenevano per i Giudei, e gli altri per gli apostoli. |
14 | 5 | Ma essendo scoppiato un moto dei Gentili e dei Giudei coi loro capi, per recare ingiuria agli apostoli e lapidarli, |
14 | 6 | questi, conosciuta la cosa, se ne fuggirono nelle città di Licaonia, Listra e Derba e nel paese d’intorno; |
14 | 7 | e quivi si misero ad evangelizzare. |
14 | 8 | Or in Listra c’era un certo uomo, impotente nei piedi, che stava sempre a sedere, essendo zoppo dalla nascita, e non aveva mai camminato. |
14 | 9 | Egli udì parlare Paolo, il quale, fissati in lui gli occhi, e vedendo che avea fede da esser sanato, |
14 | 10 | disse ad alta voce: Lèvati ritto in piè. Ed egli saltò su, e si mise a camminare. |
14 | 11 | E le turbe, avendo veduto ciò che Paolo avea fatto, alzarono la voce, dicendo in lingua licaonica: Gli dèi hanno preso forma umana, e sono discesi fino a noi. |
14 | 12 | E chiamavano Barnaba, Giove, e Paolo, Mercurio, perché era il primo a parlare. |
14 | 13 | E il sacerdote di Giove, il cui tempio era all’entrata della città, menò dinanzi alle porte tori e ghirlande, e volea sacrificare con le turbe. |
14 | 14 | Ma gli apostoli Barnaba e Paolo, udito ciò, si stracciarono i vestimenti, e saltarono in mezzo alla moltitudine, esclamando: |
14 | 15 | Uomini, perché fate queste cose? Anche noi siamo uomini della stessa natura che voi; e vi predichiamo che da queste cose vane vi convertiate all’Iddio vivente, che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi; |
14 | 16 | che nelle età passate ha lasciato camminare nelle loro vie tutte le nazioni, |
14 | 17 | benché non si sia lasciato senza testimonianza, facendo del bene, mandandovi dal cielo piogge e stagioni fruttifere, dandovi cibo in abbondanza, e letizia ne’ vostri cuori. |
14 | 18 | E dicendo queste cose, a mala pena trattennero le turbe dal sacrificar loro. |
14 | 19 | Or sopraggiunsero quivi de’ Giudei da Antiochia e da Iconio; i quali, avendo persuaso le turbe, lapidarono Paolo e lo trascinaron fuori della città, credendolo morto. |
14 | 20 | Ma essendosi i discepoli raunati intorno a lui, egli si rialzò, ed entrò nella città; e il giorno seguente, partì con Barnaba per Derba. |
14 | 21 | E avendo evangelizzata quella città e fatti molti discepoli se ne tornarono a Listra, a Iconio ed Antiochia, |
14 | 22 | confermando gli animi dei discepoli, esortandoli a perseverare nella fede, dicendo loro che dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni. |
14 | 23 | E fatti eleggere per ciascuna chiesa degli anziani, dopo aver pregato e digiunato, raccomandarono i fratelli al Signore, nel quale aveano creduto. |
14 | 24 | E traversata la Pisidia, vennero in Panfilia. |
14 | 25 | E dopo aver annunziata la Parola in Perga, discesero ad Attalia; |
14 | 26 | e di là navigarono verso Antiochia, di dove erano stati raccomandati alla grazia di Dio, per l’opera che aveano compiuta. |
14 | 27 | Giunti colà e raunata la chiesa, riferirono tutte le cose che Dio avea fatte per mezzo di loro, e come avea aperta la porta della fede ai Gentili. |
14 | 28 | E stettero non poco tempo coi discepoli. |
15 | 1 | Or alcuni, discesi dalla Giudea, insegnavano ai fratelli: Se voi non siete circoncisi secondo il rito di Mosè, non potete esser salvati. |
15 | 2 | Ed essendo nata una non piccola dissensione e controversia fra Paolo e Barnaba, e costoro, fu deciso che Paolo, Barnaba e alcuni altri dei fratelli salissero a Gerusalemme agli apostoli ed anziani per trattar questa questione. |
15 | 3 | Essi dunque, accompagnati per un tratto dalla chiesa, traversarono la Fenicia e la Samaria, raccontando la conversione dei Gentili; e cagionavano grande allegrezza a tutti i fratelli. |
15 | 4 | Poi, giunti a Gerusalemme, furono accolti dalla chiesa, dagli apostoli e dagli anziani, e riferirono quanto grandi cose Dio avea fatte con loro. |
15 | 5 | Ma alcuni della setta de’ Farisei che aveano creduto, si levarono dicendo: Bisogna circoncidere i Gentili, e comandar loro d’osservare la legge di Mosè. |
15 | 6 | Allora gli apostoli e gli anziani si raunarono per esaminar la questione. |
15 | 7 | Ed essendone nata una gran discussione, Pietro si levò in piè, e disse loro: Fratelli, voi sapete che fin dai primi giorni Iddio scelse fra voi me, affinché dalla bocca mia i Gentili udissero la parola del Vangelo e credessero. |
15 | 8 | E Dio, conoscitore dei cuori, rese loro testimonianza, dando lo Spirito Santo a loro, come a noi; |
15 | 9 | e non fece alcuna differenza fra noi e loro, purificando i cuori loro mediante la fede. |
15 | 10 | Perché dunque tentate adesso Iddio mettendo sul collo de’ discepoli un giogo che né i padri nostri né noi abbiam potuto portare? |
15 | 11 | Anzi, noi crediamo d’esser salvati per la grazia del Signor Gesù, nello stesso modo che loro. |
15 | 12 | E tutta la moltitudine si tacque; e stavano ad ascoltar Barnaba e Paolo che narravano quali segni e prodigi Iddio aveva fatto per mezzo di loro fra i Gentili. |
15 | 13 | E quando si furon taciuti, Giacomo prese a dire: |
15 | 14 | Fratelli, ascoltatemi. Simone ha narrato come Dio ha primieramente visitato i Gentili, per trarre da questi un popolo per il suo nome. |
15 | 15 | E con ciò s’accordano le parole de’ profeti, siccome è scritto: |
15 | 16 | Dopo queste cose io tornerò e edificherò di nuovo la tenda di Davide, che è caduta; e restaurerò le sue ruine, e la rimetterò in piè, |
15 | 17 | affinché il rimanente degli uomini e tutti i Gentili sui quali e invocato il mio nome, |
15 | 18 | cerchino il Signore, dice il Signore che fa queste cose, le quali a lui son note ab eterno. |
15 | 19 | Per la qual cosa io giudico che non si dia molestia a quelli dei Gentili che si convertono a Dio; |
15 | 20 | ma che si scriva loro di astenersi dalle cose contaminate nei sacrifici agl’idoli, dalla fornicazione, dalle cose soffocate, e dal sangue. |
15 | 21 | Poiché Mosè fin dalle antiche generazioni ha chi lo predica in ogni città, essendo letto nelle sinagoghe ogni sabato. |
15 | 22 | Allora parve bene agli apostoli e agli anziani con tutta la chiesa, di mandare ad Antiochia con Paolo e Barnaba, certi uomini scelti fra loro, cioè: Giuda, soprannominato Barsabba, e Sila, uomini autorevoli tra i fratelli; |
15 | 23 | e scrissero così per loro mezzo: Gli apostoli e i fratelli anziani, ai fratelli di fra i Gentili che sono in Antiochia, in Siria ed in Cilicia, salute. |
15 | 24 | Poiché abbiamo inteso che alcuni, partiti di fra noi, vi hanno turbato coi loro discorsi, sconvolgendo le anime vostre, benché non avessimo dato loro mandato di sorta, |
15 | 25 | è parso bene a noi, riuniti di comune accordo, di scegliere degli uomini e di mandarveli assieme ai nostri cari Barnaba e Paolo, |
15 | 26 | i quali hanno esposto la propria vita per il nome del Signor nostro Gesù Cristo. |
15 | 27 | Vi abbiam dunque mandato Giuda e Sila; anch’essi vi diranno a voce le medesime cose. |
15 | 28 | Poiché è parso bene allo Spirito Santo ed a noi di non imporvi altro peso all’infuori di queste cose, che sono necessarie; |
15 | 29 | cioè: che v’asteniate dalle cose sacrificate agl’idoli, dal sangue, dalle cose soffocate, e dalla fornicazione; dalle quali cose ben farete a guardarvi. State sani. |
15 | 30 | Essi dunque, dopo essere stati accomiatati, scesero ad Antiochia; e radunata la moltitudine, consegnarono la lettera. |
15 | 31 | E quando i fratelli l’ebbero letta, si rallegrarono della consolazione che recava. |
15 | 32 | E Giuda e Sila, anch’essi, essendo profeti, con molte parole li esortarono e li confermarono. |
15 | 33 | E dopo che furon dimorati quivi alquanto tempo, furon dai fratelli congedati in pace perché se ne tornassero a quelli che li aveano inviati. |
15 | 34 | E parve bene a Sila di rimaner quivi. |
15 | 35 | Ma Paolo e Barnaba rimasero ad Antiochia insegnando ed evangelizzando, con molti altri ancora, la parola del Signore. |
15 | 36 | E dopo vari giorni, Paolo disse a Barnaba: Torniamo ora a visitare i fratelli in ogni città dove abbiamo annunziato la parola del Signore, per vedere come stanno. |
15 | 37 | Barnaba voleva prender con loro anche Giovanni, detto Marco. |
15 | 38 | Ma Paolo giudicava che non dovessero prendere a compagno colui che si era separato da loro fin dalla Panfilia, e che non era andato con loro all’opera. |
15 | 39 | E ne nacque un’aspra contesa, tanto che si separarono; e Barnaba, preso seco Marco, navigò verso Cipro; |
15 | 40 | ma Paolo, sceltosi Sila, partì, raccomandato dai fratelli alla grazia del Signore. |
15 | 41 | E percorse la Siria e la Cilicia, confermando le chiese. |
16 | 1 | E venne anche a Derba e a Listra; ed ecco, quivi era un certo discepolo, di nome Timoteo, figliuolo di una donna giudea credente, ma di padre greco. |
16 | 2 | Di lui rendevano buona testimonianza i fratelli che erano in Listra ed in Iconio. |
16 | 3 | Paolo volle ch’egli partisse con lui; e presolo, lo circoncise a cagion de’ Giudei che erano in quei luoghi; perché tutti sapevano che il padre di lui era greco. |
16 | 4 | E passando essi per le città, trasmisero loro, perché le osservassero, le decisioni prese dagli apostoli e dagli anziani che erano a Gerusalemme. |
16 | 5 | Le chiese dunque erano confermate nella fede, e crescevano in numero di giorno in giorno. |
16 | 6 | Poi traversarono la Frigia e il paese della Galazia, avendo lo Spirito Santo vietato loro d’annunziar la Parola in Asia; |
16 | 7 | e giunti sui confini della Misia, tentavano d’andare in Bitinia; ma lo Spirito di Gesù non lo permise loro; |
16 | 8 | e passata la Misia, discesero in Troas. |
16 | 9 | E Paolo ebbe di notte una visione: Un uomo macedone gli stava dinanzi, e lo pregava dicendo: Passa in Macedonia e soccorrici. |
16 | 10 | E com’egli ebbe avuta quella visione, cercammo subito di partire per la Macedonia, tenendo per certo che Dio ci avea chiamati là, ad annunziar loro l’Evangelo. |
16 | 11 | Perciò, salpando da Troas, tirammo diritto, verso Samotracia, e il giorno seguente verso Neapoli; |
16 | 12 | e di là ci recammo a Filippi, che è città primaria di quella parte della Macedonia, ed è colonia romana; e dimorammo in quella città alcuni giorni. |
16 | 13 | E nel giorno di sabato andammo fuori della porta, presso al fiume, dove supponevamo fosse un luogo d’orazione; e postici a sedere, parlavamo alle donne ch’eran quivi radunate. |
16 | 14 | E una certa donna, di nome Lidia, negoziante di porpora, della città di Tiatiri, che temeva Dio, ci stava ad ascoltare; e il Signore le aprì il cuore, per renderla attenta alle cose dette da Paolo. |
16 | 15 | E dopo che fu battezzata con quei di casa, ci pregò dicendo: Se mi avete giudicata fedele al Signore, entrate in casa mia, e dimoratevi. E ci fece forza. |
16 | 16 | E avvenne, come andavamo al luogo d’orazione, che incontrammo una certa serva, che avea uno spirito indovino e con l’indovinare procacciava molto guadagno ai suoi padroni. |
16 | 17 | Costei, messasi a seguir Paolo e noi, gridava: Questi uomini son servitori dell’Iddio altissimo, e vi annunziano la via della salvezza. |
16 | 18 | Così fece per molti giorni; ma essendone Paolo annoiato, si voltò e disse allo spirito: Io ti comando, nel nome di Gesù Cristo, che tu esca da costei. Ed esso uscì in quell’istante. |
16 | 19 | Ma i padroni di lei, vedendo che la speranza del loro guadagno era svanita, presero Paolo e Sila, e li trassero sulla pubblica piazza davanti ai magistrati, |
16 | 20 | e presentatili ai pretori, dissero: Questi uomini, che son Giudei, perturbano la nostra città, |
16 | 21 | e predicano dei riti che non è lecito a noi che siam Romani né di ricevere, né di osservare. |
16 | 22 | E la folla si levò tutta insieme contro a loro; e i pretori, strappate loro di dosso le vesti, comandarono che fossero battuti con le verghe. |
16 | 23 | E dopo aver loro date molte battiture, li cacciarono in prigione, comandando al carceriere di custodirli sicuramente. |
16 | 24 | Il quale, ricevuto un tal ordine, li cacciò nella prigione più interna, e serrò loro i piedi nei ceppi. |
16 | 25 | Or sulla mezzanotte Paolo e Sila, pregando, cantavano inni a Dio; e i carcerati li ascoltavano. |
16 | 26 | E ad un tratto, si fece un gran terremoto, talché la prigione fu scossa dalle fondamenta; e in quell’istante tutte le porte si apersero, e i legami di tutti si sciolsero. |
16 | 27 | Il carceriere, destatosi, e vedute le porte della prigione aperte, tratta la spada, stava per uccidersi, pensando che i carcerati fossero fuggiti. |
16 | 28 | Ma Paolo gridò ad alta voce: Non ti far male alcuno, perché siam tutti qui. |
16 | 29 | E quegli, chiesto un lume, saltò dentro, e tutto tremante si gettò ai piedi di Paolo e di Sila; |
16 | 30 | e menatili fuori, disse: Signori, che debbo io fare per esser salvato? |
16 | 31 | Ed essi risposero: Credi nel Signor Gesù, e sarai salvato tu e la casa tua. |
16 | 32 | Poi annunziarono la parola del Signore a lui e a tutti coloro che erano in casa sua. |
16 | 33 | Ed egli, presili in quell’istessa ora della notte, lavò loro le piaghe; e subito fu battezzato lui con tutti i suoi. |
16 | 34 | E menatili su in casa sua, apparecchiò loro la tavola, e giubilava con tutta la sua casa, perché avea creduto in Dio. |
16 | 35 | Or come fu giorno, i pretori mandarono i littori a dire: Lascia andar quegli uomini. |
16 | 36 | E il carceriere riferì a Paolo queste parole, dicendo: I pretori hanno mandato a mettervi in libertà; or dunque uscite, e andatevene in pace. |
16 | 37 | Ma Paolo disse loro: Dopo averci pubblicamente battuti senza essere stati condannati, noi che siam cittadini romani, ci hanno cacciato in prigione; e ora ci mandan via celatamente? No davvero! Anzi, vengano essi stessi a menarci fuori. |
16 | 38 | E i littori riferirono queste parole ai pretori; e questi ebbero paura quando intesero che eran Romani; |
16 | 39 | e vennero, e li pregarono di scusarli; e menatili fuori, chiesero loro d’andarsene dalla città. |
16 | 40 | Allora essi, usciti di prigione, entrarono in casa di Lidia; e veduti i fratelli, li confortarono, e si partirono. |
17 | 1 | Ed essendo passati per Amfipoli e per Apollonia, vennero a Tessalonica, dov’era una sinagoga de’ Giudei; |
17 | 2 | e Paolo, secondo la sua usanza, entrò da loro, e per tre sabati tenne loro ragionamenti tratti dalle Scritture, |
17 | 3 | spiegando e dimostrando ch’era stato necessario che il Cristo soffrisse e risuscitasse dai morti; e il Cristo, egli diceva, è quel Gesù che io v’annunzio. |
17 | 4 | E alcuni di loro furon persuasi, e si unirono a Paolo e Sila; e così fecero una gran moltitudine di Greci pii, e non poche delle donne principali. |
17 | 5 | Ma i Giudei, mossi da invidia, presero con loro certi uomini malvagi fra la gente di piazza; e raccolta una turba, misero in tumulto la città; e, assalita la casa di Giasone, cercavano di trar Paolo e Sila fuori al popolo. |
17 | 6 | Ma non avendoli trovati, trascinarono Giasone e alcuni de’ fratelli dinanzi ai magistrati della città, gridando: Costoro che hanno messo sossopra il mondo, son venuti anche qua, |
17 | 7 | e Giasone li ha accolti; ed essi tutti vanno contro agli statuti di Cesare, dicendo che c’è un altro re, Gesù. |
17 | 8 | E misero sossopra la moltitudine e i magistrati della città, che udivano queste cose. |
17 | 9 | E questi, dopo che ebbero ricevuta una cauzione da Giasone e dagli altri, li lasciarono andare. |
17 | 10 | E i fratelli, subito, di notte, fecero partire Paolo e Sila per Berea; ed essi, giuntivi, si recarono nella sinagoga de’ Giudei. |
17 | 11 | Or questi furono più generosi di quelli di Tessalonica, in quanto che ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando tutti i giorni le Scritture per vedere se le cose stavan così. |
17 | 12 | Molti di loro, dunque, credettero, e non piccol numero di nobildonne greche e d’uomini. |
17 | 13 | Ma quando i Giudei di Tessalonica ebbero inteso che la parola di Dio era stata annunziata da Paolo anche in Berea, vennero anche là, agitando e mettendo sossopra le turbe. |
17 | 14 | E i fratelli, allora, fecero partire immediatamente Paolo, conducendolo fino al mare; e Sila e Timoteo rimasero ancora quivi. |
17 | 15 | Ma coloro che accompagnavano Paolo, lo condussero fino ad Atene; e ricevuto l’ordine di dire a Sila e a Timoteo che quanto prima venissero a lui, si partirono. |
17 | 16 | Or mentre Paolo li aspettava in Atene, lo spirito gli s’inacerbiva dentro a veder la città piena d’idoli. |
17 | 17 | Egli dunque ragionava nella sinagoga coi Giudei e con le persone pie; e sulla piazza, ogni giorno, con quelli che vi si trovavano. |
17 | 18 | E anche certi filosofi epicurei e stoici conferivan con lui. E alcuni dicevano: Che vuol dire questo cianciatore? E altri: Egli pare essere un predicatore di divinità straniere; perché annunziava Gesù e la risurrezione. |
17 | 19 | E presolo con sé, lo condussero su nell’Areopàgo, dicendo: Potremmo noi sapere qual sia questa nuova dottrina che tu proponi? |
17 | 20 | Poiché tu ci rechi agli orecchi delle cose strane. Noi vorremmo dunque sapere che cosa voglian dire queste cose. |
17 | 21 | Or tutti gli Ateniesi e i forestieri che dimoravan quivi, non passavano il tempo in altro modo che a dire o ad ascoltare quel che c’era di più nuovo. |
17 | 22 | E Paolo, stando in piè in mezzo all’Areopàgo, disse: Ateniesi, io veggo che siete in ogni cosa quasi troppo religiosi. |
17 | 23 | Poiché, passando, e considerando gli oggetti del vostro culto, ho trovato anche un altare sul quale era scritto: Al dio sconosciuto. Ciò dunque che voi adorate senza conoscerlo, io ve l’annunzio. |
17 | 24 | L’Iddio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in templi fatti d’opera di mano; |
17 | 25 | e non è servito da mani d’uomini; come se avesse bisogno di alcuna cosa; Egli, che dà a tutti la vita, il fiato ed ogni cosa. |
17 | 26 | Egli ha tratto da un solo tutte le nazioni degli uomini perché abitino su tutta la faccia della terra, avendo determinato le epoche loro assegnate, e i confini della loro abitazione, |
17 | 27 | affinché cerchino Dio, se mai giungano a trovarlo, come a tastoni, benché Egli non sia lungi da ciascun di noi. |
17 | 28 | Difatti, in lui viviamo, ci moviamo, e siamo, come anche alcuni de’ vostri poeti han detto: "Poiché siamo anche sua progenie". |
17 | 29 | Essendo dunque progenie di Dio, non dobbiam credere che la Divinità sia simile ad oro, ad argento, o a pietra scolpiti dall’arte e dall’immaginazione umana. |
17 | 30 | Iddio dunque, passando sopra ai tempi dell’ignoranza, fa ora annunziare agli uomini che tutti, per ogni dove, abbiano a ravvedersi, |
17 | 31 | perché ha fissato un giorno, nei quale giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo dell’uomo ch’Egli ha stabilito; del che ha fatto fede a tutti, avendolo risuscitato dai morti. |
17 | 32 | Quando udiron mentovar la risurrezione de’ morti, alcuni se ne facevano beffe; ed altri dicevano: Su questo noi ti sentiremo un’altra volta. |
17 | 33 | Così Paolo uscì dal mezzo di loro. |
17 | 34 | Ma alcuni si unirono a lui e credettero; fra i quali anche Dionisio l’Areopagita, una donna chiamata Damaris, e altri con loro. |
18 | 1 | Dopo queste cose egli, partitosi da Atene, venne a Corinto. |
18 | 2 | E trovato un certo Giudeo, per nome Aquila, oriundo del Ponto, venuto di recente dall’Italia insieme con Priscilla sua moglie, perché Claudio avea comandato che tutti i Giudei se ne andassero da Roma, s’unì a loro. |
18 | 3 | E siccome era del medesimo mestiere, dimorava con loro, e lavoravano; poiché, di mestiere, eran fabbricanti di tende. |
18 | 4 | E ogni sabato discorreva nella sinagoga, e persuadeva Giudei e Greci. |
18 | 5 | Ma quando Sila e Timoteo furon venuti dalla Macedonia, Paolo si diè tutto quanto alla predicazione, testimoniando ai Giudei che Gesù era il Cristo. |
18 | 6 | Però, contrastando essi e bestemmiando, egli scosse le sue vesti e disse loro: Il vostro sangue ricada sul vostro capo; io ne son netto; da ora innanzi andrò ai Gentili. |
18 | 7 | E partitosi di là, entrò in casa d’un tale, chiamato Tizio Giusto, il quale temeva Iddio, ed aveva la casa contigua alla sinagoga. |
18 | 8 | E Crispo, il capo della sinagoga, credette nel Signore con tutta la sua casa; e molti dei Corinzi, udendo Paolo, credevano, ed eran battezzati. |
18 | 9 | E il Signore disse di notte in visione a Paolo: Non temere ma parla e non tacere; |
18 | 10 | perché io son teco, e nessuno metterà le mani su te per farti del male; poiché io ho un gran popolo in questa città. |
18 | 11 | Ed egli dimorò quivi un anno e sei mesi, insegnando fra loro la parola di Dio. |
18 | 12 | Poi, quando Gallione fu proconsole d’Acaia, i Giudei, tutti d’accordo, si levaron contro Paolo, e lo menarono dinanzi al tribunale, dicendo: |
18 | 13 | Costui va persuadendo gli uomini ad adorare Iddio in modo contrario alla legge. |
18 | 14 | E come Paolo stava per aprir la bocca, Gallione disse ai Giudei: Se si trattasse di qualche ingiustizia o di qualche mala azione, o Giudei, io vi ascolterei pazientemente, come ragion vuole. |
18 | 15 | Ma se si tratta di questioni intorno a parole, a nomi, e alla vostra legge, provvedeteci voi; io non voglio esser giudice di codeste cose. |
18 | 16 | E li mandò via dal tribunale. |
18 | 17 | Allora tutti, afferrato Sostene, il capo della sinagoga, lo battevano davanti al tribunale. E Gallione non si curava affatto di queste cose. |
18 | 18 | Quanto a Paolo, ei rimase ancora molti giorni a Corinto; poi, preso commiato dai fratelli, navigò verso la Siria, con Priscilla ed Aquila, dopo essersi fatto tosare il capo a Cencrea, perché avea fatto un voto. |
18 | 19 | Come furon giunti ad Efeso, Paolo li lasciò quivi; egli, intanto, entrato nella sinagoga, si pose a discorrere coi Giudei. |
18 | 20 | E pregandolo essi di dimorare da loro più a lungo, non acconsentì; |
18 | 21 | ma dopo aver preso commiato e aver detto che, Dio volendo, sarebbe tornato da loro un’altra volta, salpò da Efeso. |
18 | 22 | E sbarcato a Cesarea, salì a Gerusalemme, e salutata la chiesa, scese ad Antiochia. |
18 | 23 | Ed essendosi fermato quivi alquanto tempo, si partì, percorrendo di luogo in luogo il paese della Galazia e la Frigia, confermando tutti i discepoli. |
18 | 24 | Or un certo Giudeo, per nome Apollo, oriundo d’Alessandria, uomo eloquente e potente nelle Scritture, arrivò ad Efeso. |
18 | 25 | Egli era stato ammaestrato nella via del Signore; ed essendo fervente di spirito, parlava e insegnava accuratamente le cose relative a Gesù, benché avesse conoscenza soltanto del battesimo di Giovanni. |
18 | 26 | Egli cominciò pure a parlar francamente nella sinagoga. Ma Priscilla ed Aquila, uditolo, lo presero seco e gli esposero più appieno la via di Dio. |
18 | 27 | Poi, volendo egli passare in Acaia, i fratelli ve lo confortarono, e scrissero ai discepoli che l’accogliessero. Giunto là, egli fu di grande aiuto a quelli che avevan creduto mediante la grazia; |
18 | 28 | perché con gran vigore confutava pubblicamente i Giudei, dimostrando per le Scritture che Gesù è il Cristo. |
19 | 1 | Or avvenne, mentre Apollo era a Corinto, che Paolo, avendo traversato la parte alta del paese, venne ad Efeso; e vi trovò alcuni discepoli, ai quali disse: |
19 | 2 | Riceveste voi lo Spirito Santo quando credeste? Ed essi a lui: Non abbiamo neppur sentito dire che ci sia lo Spirito Santo. |
19 | 3 | Ed egli disse loro: Di che battesimo siete dunque stati battezzati? Ed essi risposero: Del battesimo di Giovanni. |
19 | 4 | E Paolo disse: Giovanni battezzò col battesimo di ravvedimento, dicendo al popolo che credesse in colui che veniva dopo di lui, cioè, in Gesù. |
19 | 5 | Udito questo, furon battezzati nel nome del Signor Gesù; |
19 | 6 | e dopo che Paolo ebbe loro imposto le mani, lo Spirito Santo scese su loro, e parlavano in altre lingue, e profetizzavano. |
19 | 7 | Erano, in tutto, circa dodici uomini. |
19 | 8 | Poi entrò nella sinagoga, e quivi seguitò a parlare francamente per lo spazio di tre mesi, discorrendo con parole persuasive delle cose relative al regno di Dio. |
19 | 9 | Ma siccome alcuni s’indurivano e rifiutavano di credere, dicendo male della nuova Via dinanzi alla moltitudine, egli, ritiratosi da loro, separò i discepoli, discorrendo ogni giorno nella scuola di Tiranno. |
19 | 10 | E questo continuò due anni; talché tutti coloro che abitavano nell’Asia, Giudei e Greci, udirono la parola del Signore. |
19 | 11 | E Iddio faceva de’ miracoli straordinari per le mani di Paolo; |
19 | 12 | al punto che si portavano sui malati degli asciugatoi e de’ grembiuli che erano stati sul suo corpo, e le malattie si partivano da loro, e gli spiriti maligni se ne uscivano. |
19 | 13 | Or alcuni degli esorcisti giudei che andavano attorno, tentarono anch’essi d’invocare il nome del Signor Gesù su quelli che aveano degli spiriti maligni, dicendo: Io vi scongiuro, per quel Gesù che Paolo predica. |
19 | 14 | E quelli che facevan questo, eran sette figliuoli di un certo Sceva, Giudeo, capo sacerdote. |
19 | 15 | E lo spirito maligno, rispondendo, disse loro: Gesù, lo conosco, e Paolo so chi è; ma voi chi siete? |
19 | 16 | E l’uomo che avea lo spirito maligno si avventò su due di loro; li sopraffece, e fe’ loro tal violenza, che se ne fuggirono da quella casa, nudi e feriti. |
19 | 17 | E questo venne a notizia di tutti, Giudei e Greci, che abitavano in Efeso; e tutti furon presi da spavento, e il nome del Signor Gesù era magnificato. |
19 | 18 | E molti di coloro che aveano creduto, venivano a confessare e a dichiarare le cose che aveano fatte. |
19 | 19 | E buon numero di quelli che aveano esercitato le arti magiche, portarono i loro libri assieme, e li arsero in presenza di tutti; e calcolatone il prezzo, trovarono che ascendeva a cinquantamila dramme d’argento. |
19 | 20 | Così la parola di Dio cresceva potentemente e si rafforzava. |
19 | 21 | Compiute che furon queste cose, Paolo si mise in animo d’andare a Gerusalemme, passando per la Macedonia e per l’Acaia. Dopo che sarò stato là, diceva, bisogna ch’io veda anche Roma. |
19 | 22 | E mandati in Macedonia due di quelli che lo aiutavano, Timoteo ed Erasto, egli si trattenne ancora in Asia per qualche tempo. |
19 | 23 | Or in quel tempo nacque non piccol tumulto a proposito della nuova Via. |
19 | 24 | Poiché un tale, chiamato Demetrio, orefice, che faceva de’ tempietti di Diana in argento, procurava non poco guadagno agli artigiani. |
19 | 25 | Raunati questi e gli altri che lavoravan di cotali cose, disse: Uomini, voi sapete che dall’esercizio di quest’arte viene la nostra prosperità. |
19 | 26 | E voi vedete e udite che questo Paolo ha persuaso e sviato gran moltitudine non solo in Efeso, ma quasi in tutta l’Asia dicendo che quelli fatti con le mani, non sono dèi. |
19 | 27 | E non solo v’è pericolo che questo ramo della nostra arte cada in discredito, ma che anche il tempio della gran dea Diana sia reputato per nulla, e che sia perfino spogliata della sua maestà colei, che tutta l’Asia e il mondo adorano. |
19 | 28 | Ed essi, udite queste cose, accesi di sdegno, si misero a gridare: Grande è la Diana degli Efesini! |
19 | 29 | E tutta la città fu ripiena di confusione; e traendo seco a forza Gaio e Aristarco, Macedoni, compagni di viaggio di Paolo, si precipitaron tutti d’accordo verso il teatro. |
19 | 30 | Paolo voleva presentarsi al popolo, ma i discepoli non glielo permisero. |
19 | 31 | E anche alcuni de’ magistrati dell’Asia che gli erano amici, mandarono a pregarlo che non s’arrischiasse a venire nel teatro. |
19 | 32 | Gli uni dunque gridavano una cosa, e gli altri un’altra; perché l’assemblea era una confusione; e i più non sapevano per qual cagione si fossero raunati. |
19 | 33 | E di fra la moltitudine trassero Alessandro, che i Giudei spingevano innanzi. E Alessandro, fatto cenno con la mano, voleva arringare il popolo a loro difesa. |
19 | 34 | Ma quando ebbero riconosciuto che era Giudeo, tutti, ad una voce, per circa due ore, si posero a gridare: Grande è la Diana degli Efesini! |
19 | 35 | Ma il segretario, avendo acquetata la turba, disse: Uomini di Efeso, chi è che non sappia che la città degli Efesini è la guardiana del tempio della gran Diana e dell’immagine caduta da Giove? |
19 | 36 | Essendo dunque queste cose fuor di contestazione, voi dovete acquetarvi e non far nulla di precipitato; |
19 | 37 | poiché avete menato qua questi uomini, i quali non sono né sacrileghi, né bestemmiatori della nostra dea. |
19 | 38 | Se dunque Demetrio e gli artigiani che son con lui hanno qualcosa contro qualcuno, ci sono i tribunali, e ci sono i proconsoli; si facciano citare gli uni e gli altri. |
19 | 39 | Se poi volete ottenere qualcosa intorno ad altri affari, la questione si risolverà in un’assemblea legale. |
19 | 40 | Perché noi siamo in pericolo d’essere accusati di sedizione per la raunata d’oggi, non essendovi ragione alcuna con la quale noi possiamo giustificare questo assembramento. |
19 | 41 | E dette queste cose, sciolse l’adunanza. |
20 | 1 | Or dopo che fu cessato il tumulto, Paolo, fatti chiamare i discepoli ed esortatili, li abbracciò e si partì per andare in Macedonia. |
20 | 2 | E dopo aver traversato quelle parti, e averli con molte parole esortati, venne in Grecia. |
20 | 3 | Quivi si fermò tre mesi; poi, avendogli i Giudei teso delle insidie mentre stava per imbarcarsi per la Siria, decise di tornare per la Macedonia. |
20 | 4 | E lo accompagnarono Sòpatro di Berea, figlio di Pirro, e i Tessalonicesi Aristarco e Secondo, e Gaio di Derba e Timoteo, e della provincia d’Asia Tichico e Trofimo. |
20 | 5 | Costoro, andati innanzi, ci aspettarono a Troas. |
20 | 6 | E noi, dopo i giorni degli azzimi, partimmo da Filippi, e in capo a cinque giorni li raggiungemmo a Troas, dove dimorammo sette giorni. |
20 | 7 | E nel primo giorno della settimana, mentre eravamo radunati per rompere il pane, Paolo, dovendo partire il giorno seguente, si mise a ragionar con loro, e prolungò il suo discorso fino a mezzanotte. |
20 | 8 | Or nella sala di sopra, dove eravamo radunati, c’erano molte lampade; |
20 | 9 | e un certo giovinetto, chiamato Eutico, che stava seduto sul davanzale della finestra, fu preso da profondo sonno; e come Paolo tirava in lungo il suo dire, sopraffatto dal sonno, cadde giù dal terzo piano, e fu levato morto. |
20 | 10 | Ma Paolo, sceso a basso, si buttò su di lui, e abbracciatolo, disse: Non fate tanto strepito, perché l’anima sua e in lui. |
20 | 11 | Ed essendo risalito, ruppe il pane e prese cibo; e dopo aver ragionato lungamente sino all’alba, senz’altro si partì. |
20 | 12 | Il ragazzo poi fu ricondotto vivo, ed essi ne furono oltre modo consolati. |
20 | 13 | Quanto a noi, andati innanzi a bordo, navigammo verso Asso, con intenzione di prender quivi Paolo con noi; poiché egli avea fissato così, volendo fare quel tragitto per terra. |
20 | 14 | E avendoci incontrati ad Asso, lo prendemmo con noi, e venimmo a Mitilene. |
20 | 15 | E di là, navigando, arrivammo il giorno dopo dirimpetto a Chio; e il giorno seguente approdammo a Samo, e il giorno dipoi giungemmo a Mileto. |
20 | 16 | Poiché Paolo avea deliberato di navigare oltre Efeso, per non aver a consumar tempo in Asia; giacché si affrettava per trovarsi, se gli fosse possibile, a Gerusalemme il giorno della Pentecoste. |
20 | 17 | E da Mileto mandò ad Efeso a far chiamare gli anziani della chiesa. |
20 | 18 | E quando furon venuti a lui, egli disse loro: Voi sapete in qual maniera, dal primo giorno che entrai nell’Asia, io mi son sempre comportato con voi, |
20 | 19 | servendo al Signore con ogni umiltà, e con lacrime, fra le prove venutemi dalle insidie dei Giudei; |
20 | 20 | come io non mi son tratto indietro dall’annunziarvi e dall’insegnarvi in pubblico e per le case, cosa alcuna di quelle che vi fossero utili, |
20 | 21 | scongiurando Giudei e Greci a ravvedersi dinanzi a Dio e a credere nel Signor nostro Gesù Cristo. |
20 | 22 | Ed ora, ecco, vincolato nel mio spirito, io vo a Gerusalemme, non sapendo le cose che quivi mi avverranno; |
20 | 23 | salvo che lo Spirito Santo mi attesta in ogni città che legami ed afflizioni m’aspettano. |
20 | 24 | Ma io non fo alcun conto della vita, quasi mi fosse cara, pur di compiere il mio corso e il ministerio che ho ricevuto dal Signor Gesù, che è di testimoniare dell’Evangelo della grazia di Dio. |
20 | 25 | Ed ora, ecco, io so che voi tutti fra i quali sono passato predicando il Regno, non vedrete più la mia faccia. |
20 | 26 | Perciò io vi protesto quest’oggi che son netto del sangue di tutti; |
20 | 27 | perché io non mi son tratto indietro dall’annunziarvi tutto il consiglio di Dio. |
20 | 28 | Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, la quale egli ha acquistata col proprio sangue. |
20 | 29 | Io so che dopo la mia partenza entreranno fra voi de’ lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge; |
20 | 30 | e di fra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trarre i discepoli dietro a sé. |
20 | 31 | Perciò vegliate, ricordandovi che per lo spazio di tre anni, notte e giorno, non ho cessato d’ammonire ciascuno con lacrime. |
20 | 32 | E ora, io vi raccomando a Dio e alla parola della sua grazia; a lui che può edificarvi e darvi l’eredità con tutti i santificati. |
20 | 33 | Io non ho bramato né l’argento, né l’oro, né il vestito d’alcuno. |
20 | 34 | Voi stessi sapete che queste mani hanno provveduto ai bisogni miei e di coloro che eran meco. |
20 | 35 | In ogni cosa vi ho mostrato ch’egli è con l’affaticarsi così, che bisogna venire in aiuto ai deboli, e ricordarsi delle parole del Signor Gesù, il quale disse egli stesso: Più felice cosa è il dare che il ricevere. |
20 | 36 | Quando ebbe dette queste cose, si pose in ginocchio e pregò con tutti loro. |
20 | 37 | E si fece da tutti un gran piangere; e gettatisi al collo di Paolo, lo baciavano, |
20 | 38 | dolenti sopra tutto per la parola che avea detta, che non vedrebbero più la sua faccia. E l’accompagnarono alla nave. |
21 | 1 | Or dopo che ci fummo staccati da loro, salpammo, e per diritto corso giungemmo a Cos, e il giorno seguente a Rodi, e di là a Patara; |
21 | 2 | e trovata una nave che passava in Fenicia, vi montammo su, e facemmo vela. |
21 | 3 | Giunti in vista di Cipro, e lasciatala a sinistra, navigammo verso la Siria, e approdammo a Tiro, perché quivi si dovea scaricar la nave. |
21 | 4 | E trovati i discepoli, dimorammo quivi sette giorni. Essi, mossi dallo Spirito, dicevano a Paolo di non metter piede in Gerusalemme; |
21 | 5 | quando però fummo al termine di quei giorni, partimmo per continuare il viaggio, accompagnati da tutti loro, con le mogli e i figliuoli, fin fuori della città; e postici in ginocchio sul lido, facemmo orazione e ci dicemmo addio; |
21 | 6 | poi montammo sulla nave, e quelli se ne tornarono alle case loro. |
21 | 7 | E noi, terminando la navigazione, da Tiro arrivammo a Tolemaide; e salutati i fratelli, dimorammo un giorno con loro. |
21 | 8 | E partiti l’indomani, giungemmo a Cesarea; ed entrati in casa di Filippo l’evangelista, ch’era uno dei sette, dimorammo con lui. |
21 | 9 | Or egli avea quattro figliuole non maritate, le quali profetizzavano. |
21 | 10 | Eravamo quivi da molti giorni, quando scese dalla Giudea un certo profeta, di nome Agabo, |
21 | 11 | il quale, venuto da noi, prese la cintura di Paolo, se ne legò i piedi e le mani, e disse: Questo dice lo Spirito Santo: Così legheranno i Giudei a Gerusalemme l’uomo di cui è questa cintura, e lo metteranno nelle mani dei Gentili. |
21 | 12 | Quando udimmo queste cose, tanto noi che quei del luogo lo pregavamo di non salire a Gerusalemme. |
21 | 13 | Paolo allora rispose: Che fate voi, piangendo e spezzandomi il cuore? Poiché io son pronto non solo ad esser legato, ma anche a morire a Gerusalemme per il nome del Signor Gesù. |
21 | 14 | E non lasciandosi egli persuadere, ci acquetammo, dicendo: Sia fatta la volontà del Signore. |
21 | 15 | Dopo que’ giorni, fatti i nostri preparativi, salimmo a Gerusalemme. |
21 | 16 | E vennero con noi anche alcuni de’ discepoli di Cesarea, menando seco un certo Mnasone di Cipro, antico discepolo, presso il quale dovevamo albergare. |
21 | 17 | Quando fummo giunti a Gerusalemme, i fratelli ci accolsero lietamente. |
21 | 18 | E il giorno seguente, Paolo si recò con noi da Giacomo; e vi si trovarono tutti gli anziani. |
21 | 19 | Dopo averli salutati, Paolo si mise a raccontare ad una ad una le cose che Dio avea fatte fra i Gentili, per mezzo del suo ministerio. |
21 | 20 | Ed essi, uditele, glorificavano Iddio. Poi, dissero a Paolo: Fratello, tu vedi quante migliaia di Giudei ci sono che hanno creduto; e tutti sono zelanti per la legge. |
21 | 21 | Or sono stati informati di te, che tu insegni a tutti i Giudei che sono fra i Gentili, ad abbandonare Mosè, dicendo loro di non circoncidere i figliuoli, e di non conformarsi ai riti. |
21 | 22 | Che devesi dunque fare? E’ inevitabile che una moltitudine di loro si raduni, perché udranno che tu se’ venuto. |
21 | 23 | Fa’ dunque questo che ti diciamo: Noi abbiamo quattro uomini che hanno fatto un voto; |
21 | 24 | prendili teco, e purificati con loro, e paga le spese per loro, onde possano radersi il capo; così tutti conosceranno che non c’è nulla di vero nelle informazioni che hanno ricevute di te; ma che tu pure ti comporti da osservatore della legge. |
21 | 25 | Quanto ai Gentili che hanno creduto, noi abbiamo loro scritto, avendo deciso che debbano astenersi dalle cose sacrificate agl’idoli, dal sangue, dalle cose soffocate, e dalla fornicazione. |
21 | 26 | Allora Paolo, il giorno seguente, prese seco quegli uomini, e dopo essersi con loro purificato, entrò nel tempio, annunziando di voler compiere i giorni della purificazione, fino alla presentazione dell’offerta per ciascun di loro. |
21 | 27 | Or come i sette giorni eran presso che compiuti, i Giudei dell’Asia, vedutolo nel tempio, sollevarono tutta la moltitudine, e gli misero le mani addosso, gridando: |
21 | 28 | Uomini Israeliti, venite al soccorso; questo è l’uomo che va predicando a tutti e da per tutto contro il popolo, contro la legge, e contro questo luogo; e oltre a ciò, ha menato anche de’ Greci nel tempio, e ha profanato questo santo luogo. |
21 | 29 | Infatti, aveano veduto prima Trofimo d’Efeso in città con Paolo, e pensavano ch’egli l’avesse menato nel tempio. |
21 | 30 | Tutta la città fu commossa, e si fece un concorso di popolo; e preso Paolo, lo trassero fuori del tempio; e subito le porte furon serrate. |
21 | 31 | Or com’essi cercavano d’ucciderlo, arrivò su al tribuno della coorte la voce che tutta Gerusalemme era sossopra. |
21 | 32 | Ed egli immediatamente prese con sé de’ soldati e de’ centurioni, e corse giù ai Giudei, i quali, veduto il tribuno e i soldati, cessarono di batter Paolo. |
21 | 33 | Allora il tribuno, accostatosi, lo prese, e comandò che fosse legato con due catene; poi domandò chi egli fosse, e che cosa avesse fatto. |
21 | 34 | E nella folla gli uni gridavano una cosa, e gli altri un’altra; onde, non potendo saper nulla di certo a cagion del tumulto, comandò ch’egli fosse menato nella fortezza. |
21 | 35 | Quando Paolo arrivò alla gradinata dovette, per la violenza della folla, esser portato dai soldati, |
21 | 36 | perché il popolo in gran folla lo seguiva, gridando: Toglilo di mezzo! |
21 | 37 | Or come Paolo stava per esser introdotto nella fortezza, disse al tribuno: Mi è egli lecito dirti qualcosa? Quegli rispose: Sai tu il greco? |
21 | 38 | Non sei tu dunque quell’Egiziano che tempo fa sollevò e menò nel deserto que’ quattromila briganti? |
21 | 39 | Ma Paolo disse: Io sono un Giudeo, di Tarso, cittadino di quella non oscura città di Cilicia; e ti prego che tu mi permetta di parlare al popolo. |
21 | 40 | E avendolo egli permesso, Paolo, stando in piè sulla gradinata, fece cenno con la mano al popolo. E fattosi gran silenzio, parlò loro in lingua ebraica dicendo: |
22 | 1 | Fratelli e padri, ascoltate ciò che ora vi dico a mia difesa. |
22 | 2 | E quand’ebbero udito ch’egli parlava loro in lingua ebraica, tanto più fecero silenzio. Poi disse: |
22 | 3 | Io sono un Giudeo, nato a Tarso di Cilicia, ma allevato in questa città, ai piedi di Gamaliele, educato nella rigida osservanza della legge dei padri, e fui zelante per la causa di Dio, come voi tutti siete oggi; |
22 | 4 | e perseguitai a morte questa Via, legando e mettendo in prigione uomini e donne, |
22 | 5 | come me ne son testimoni il sommo sacerdote e tutto il concistoro degli anziani, dai quali avendo pure ricevuto lettere per i fratelli, mi recavo a Damasco per menare legati a Gerusalemme anche quelli ch’eran quivi, perché fossero puniti. |
22 | 6 | Or avvenne che mentre ero in cammino e mi avvicinavo a Damasco, sul mezzogiorno, di subito dal cielo mi folgoreggiò d’intorno una gran luce. |
22 | 7 | Caddi in terra, e udii una voce che mi disse: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? |
22 | 8 | E io risposi: Chi sei, Signore? Ed egli mi disse: Io son Gesù il Nazareno, che tu perseguiti. |
22 | 9 | Or coloro ch’eran meco, videro ben la luce ma non udirono la voce di colui che mi parlava. |
22 | 10 | E io dissi: Signore, che debbo fare? E il Signore mi disse: Lèvati, va’ a Damasco, e quivi ti saranno dette tutte le cose che t’è ordinato di fare. |
22 | 11 | E siccome io non ci vedevo più per il fulgore di quella luce, fui menato per mano da coloro che eran meco, e così venni a Damasco. |
22 | 12 | Or un certo Anania, uomo pio secondo la legge, al quale tutti i Giudei che abitavan quivi rendevan buona testimonianza, |
22 | 13 | venne a me; e standomi vicino, mi disse: Fratello Saulo, ricupera la vista. Ed io in quell’istante ricuperai la vista, e lo guardai. |
22 | 14 | Ed egli disse: L’Iddio de’ nostri padri ti ha destinato a conoscer la sua volontà, e a vedere il Giusto, e a udire una voce dalla sua bocca. |
22 | 15 | Poiché tu gli sarai presso tutti gli uomini un testimone delle cose che hai vedute e udite. |
22 | 16 | Ed ora, che indugi? Lèvati, e sii battezzato, e lavato dei tuoi peccati, invocando il suo nome. |
22 | 17 | Or avvenne, dopo ch’io fui tornato a Gerusalemme, che mentre pregavo nel tempio fui rapito in estasi, |
22 | 18 | e vidi Gesù che mi diceva: Affrettati, ed esci prestamente da Gerusalemme, perché essi non riceveranno la tua testimonianza intorno a me. |
22 | 19 | E io dissi: Signore, eglino stessi sanno che io incarceravo e battevo nelle sinagoghe quelli che credevano in te; |
22 | 20 | e quando si spandeva il sangue di Stefano tuo testimone, anch’io ero presente e approvavo, e custodivo le vesti di coloro che l’uccidevano. |
22 | 21 | Ed egli mi disse: Va’, perché io ti manderò lontano, ai Gentili. |
22 | 22 | L’ascoltarono fino a questa parola; e poi alzarono la voce, dicendo: Togli via un tal uomo dal mondo; perché non è degno di vivere. |
22 | 23 | Com’essi gridavano e gettavan via le loro vesti e lanciavano la polvere in aria, |
22 | 24 | il tribuno comandò ch’egli fosse menato dentro la fortezza e inquisito mediante i flagelli, affin di sapere per qual cagione gridassero così contro a lui. |
22 | 25 | E come l’ebbero disteso e legato con le cinghie, Paolo disse al centurione ch’era presente: V’è egli lecito flagellare un uomo che è cittadino romano, e non è stato condannato? |
22 | 26 | E il centurione, udito questo, venne a riferirlo al tribuno, dicendo: Che stai per fare? perché quest’uomo è Romano. |
22 | 27 | Il tribuno venne a Paolo, e gli chiese: Dimmi, sei tu Romano? Ed egli rispose: Sì. |
22 | 28 | E il tribuno replicò: Io ho acquistato questa cittadinanza per gran somma di denaro. E Paolo disse: Io, invece, l’ho di nascita. |
22 | 29 | Allora quelli che stavan per inquisirlo, si ritrassero subito da lui; e anche il tribuno ebbe paura, quand’ebbe saputo che egli era Romano; perché l’avea fatto legare. |
22 | 30 | E il giorno seguente, volendo saper con certezza di che cosa egli fosse accusato dai Giudei, lo sciolse, e comandò ai capi sacerdoti e a tutto il Sinedrio di radunarsi; e menato giù Paolo, lo fe’ comparire dinanzi a loro. |
23 | 1 | E Paolo, fissati gli occhi nel Sinedrio, disse: Fratelli, fino a questo giorno, mi son condotto dinanzi a Dio in tutta buona coscienza. |
23 | 2 | E il sommo sacerdote Anania comandò a coloro ch’eran presso a lui di percuoterlo sulla bocca. |
23 | 3 | Allora Paolo gli disse: Iddio percoterà te, parete scialbata; tu siedi per giudicarmi secondo la legge, e violando la legge comandi che io sia percosso? |
23 | 4 | E coloro ch’eran quivi presenti, dissero: Ingiurii tu il sommo sacerdote di Dio? |
23 | 5 | E Paolo disse: Fratelli, io non sapevo che fosse sommo sacerdote; perché sta scritto: "Non dirai male del principe del tuo popolo". |
23 | 6 | Or Paolo, sapendo che una parte eran Sadducei e l’altra Farisei, esclamò nel Sinedrio: Fratelli, io son Fariseo, figliuol di Farisei; ed è a motivo della speranza e della risurrezione dei morti, che son chiamato in giudizio. |
23 | 7 | E com’ebbe detto questo, nacque contesa tra i Farisei e i Sadducei, e l’assemblea fu divisa. |
23 | 8 | Poiché i Sadducei dicono che non v’è risurrezione, né angelo, né spirito; mentre i Farisei affermano l’una e l’altra cosa. |
23 | 9 | E si fece un gridar grande; e alcuni degli scribi del partito de’ Farisei, levatisi, cominciarono a disputare, dicendo: Noi non troviamo male alcuno in quest’uomo; e se gli avesse parlato uno spirito o un angelo? |
23 | 10 | E facendosi forte la contesa, il tribuno, temendo che Paolo non fosse da loro fatto a pezzi, comandò ai soldati di scendere giù, e di portarlo via dal mezzo di loro, e di menarlo nella fortezza. |
23 | 11 | E la notte seguente il Signore si presentò a Paolo, e gli disse: Sta’ di buon cuore; perché come hai reso testimonianza di me a Gerusalemme, così bisogna che tu la renda anche a Roma. |
23 | 12 | E quando fu giorno, i Giudei s’adunarono, e con imprecazioni contro sé stessi fecer voto di non mangiare né bere finché non avessero ucciso Paolo. |
23 | 13 | Or coloro che avean fatta questa congiura eran più di quaranta. |
23 | 14 | E vennero ai capi sacerdoti e agli anziani, e dissero: Noi abbiam fatto voto con imprecazione contro noi stessi, di non mangiare cosa alcuna, finché non abbiam ucciso Paolo. |
23 | 15 | Or dunque voi col Sinedrio presentatevi al tribuno per chiedergli di menarlo giù da voi, come se voleste conoscer più esattamente il fatto suo; e noi, innanzi ch’ei giunga, siam pronti ad ucciderlo. |
23 | 16 | Ma il figliuolo della sorella di Paolo, udite queste insidie, venne; ed entrato nella fortezza, riferì la cosa a Paolo. |
23 | 17 | E Paolo, chiamato a sé uno dei centurioni, disse: Mena questo giovane al tribuno, perché ha qualcosa da riferirgli. |
23 | 18 | Egli dunque, presolo, lo menò al tribuno, e disse: Paolo, il prigione, mi ha chiamato e m’ha pregato che ti meni questo giovane, il quale ha qualcosa da dirti. |
23 | 19 | E il tribuno, presolo per la mano e ritiratosi in disparte gli domando: Che cos’hai da riferirmi? |
23 | 20 | Ed egli rispose: I Giudei si son messi d’accordo per pregarti che domani tu meni giù Paolo nel Sinedrio, come se volessero informarsi più appieno del fatto suo; |
23 | 21 | ma tu non dar loro retta, perché più di quaranta uomini di loro gli tendono insidie e con imprecazioni contro sé stessi han fatto voto di non mangiare né bere, finché non l’abbiano ucciso; ed ora son pronti, aspettando la tua promessa. |
23 | 22 | Il tribuno dunque licenziò il giovane, ordinandogli di non palesare ad alcuno che gli avesse fatto saper queste cose. |
23 | 23 | E chiamati due de’ centurioni, disse loro: Tenete pronti fino dalla terza ora della notte duecento soldati, settanta cavalieri e duecento lancieri, per andar fino a Cesarea; |
23 | 24 | e abbiate pronte delle cavalcature per farvi montar su Paolo e condurlo sano e salvo al governatore Felice. |
23 | 25 | E scrisse una lettera del seguente tenore: |
23 | 26 | Claudio Lisia, all’eccellentissimo governatore Felice, salute. |
23 | 27 | Quest’uomo era stato preso dai Giudei, ed era sul punto d’esser da loro ucciso, quand’io son sopraggiunto coi soldati e l’ho sottratto dalle loro mani, avendo inteso che era Romano. |
23 | 28 | E volendo sapere di che l’accusavano, l’ho menato nel loro Sinedrio. |
23 | 29 | E ho trovato che era accusato intorno a questioni della loro legge, ma che non era incolpato di nulla che fosse degno di morte o di prigione. |
23 | 30 | Essendomi però stato riferito che si tenderebbe un agguato contro quest’uomo, l’ho subito mandato a te, ordinando anche ai suoi accusatori di dir davanti a te quello che hanno contro di lui. |
23 | 31 | I soldati dunque, secondo ch’era loro stato ordinato, presero Paolo e lo condussero di notte ad Antipatrìda. |
23 | 32 | E il giorno seguente, lasciati partire i cavalieri con lui, tornarono alla fortezza. |
23 | 33 | E quelli, giunti a Cesarea e consegnata la lettera al governatore, gli presentarono anche Paolo. |
23 | 34 | Ed egli avendo letta la lettera e domandato a Paolo di qual provincia fosse, e inteso che era di Cilicia, gli disse: |
23 | 35 | Io ti udirò meglio quando saranno arrivati anche i tuoi accusatori. E comandò che fosse custodito nel palazzo d’Erode. |
24 | 1 | Cinque giorni dopo, il sommo sacerdote Anania discese con alcuni anziani e con un certo Tertullo, oratore; e si presentarono al governatore per accusar Paolo. |
24 | 2 | Questi essendo stato chiamato, Tertullo comincio ad accusarlo, dicendo: |
24 | 3 | Siccome in grazia tua godiamo molta pace, e per la tua previdenza sono state fatte delle riforme a pro di questa nazione, noi in tutto e per tutto lo riconosciamo, o eccellentissimo Felice, con ogni gratitudine. |
24 | 4 | Ora, per non trattenerti troppo a lungo, ti prego che, secondo la tua condiscendenza, tu ascolti quel che abbiamo a dirti in breve. |
24 | 5 | Abbiam dunque trovato che quest’uomo è una peste, che eccita sedizioni fra tutti i Giudei del mondo, ed è capo della setta de’ Nazarei. |
24 | 6 | Egli ha perfino tentato di profanare il tempio; onde noi l’abbiamo preso; e noi lo volevamo giudicare secondo la nostra legge: |
24 | 7 | ma il tribuno Lisia, sopraggiunto, ce l’ha strappato con violenza dalle mani, |
24 | 8 | ordinando che i suoi accusatori si presentassero dinanzi a te; e da lui, esaminandolo, potrai tu stesso aver piena conoscenza di tutte le cose, delle quali noi l’accusiamo. |
24 | 9 | I Giudei si unirono anch’essi nelle accuse, affermando che le cose stavan così. |
24 | 10 | E Paolo, dopo che il governatore gli ebbe fatto cenno che parlasse, rispose: Sapendo che già da molti anni tu sei giudice di questa nazione, parlo con più coraggio a mia difesa. |
24 | 11 | Poiché tu puoi accertarti che non son più di dodici giorni ch’io salii a Gerusalemme per adorare; |
24 | 12 | ed essi non mi hanno trovato nel tempio, né nelle sinagoghe, né in città a discutere con alcuno, né a far adunata di popolo; |
24 | 13 | e non posson provarti le cose delle quali ora m’accusano. |
24 | 14 | Ma questo ti confesso, che secondo la Via ch’essi chiamano setta, io adoro l’Iddio de’ padri, credendo tutte le cose che sono scritte nella legge e nei profeti; |
24 | 15 | avendo in Dio la speranza che nutrono anche costoro che ci sarà una risurrezione de’ giusti e degli ingiusti. |
24 | 16 | Per questo anch’io m’esercito ad aver del continuo una coscienza pura dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini. |
24 | 17 | Or dopo molti anni, io son venuto a portar elemosine alla mia nazione e a presentar offerte. |
24 | 18 | Mentre io stavo facendo questo, mi hanno trovato purificato nel tempio, senza assembramento e senza tumulto; |
24 | 19 | ed erano alcuni Giudei dell’Asia; questi avrebbero dovuto comparire dinanzi a te ed accusarmi, se avevano cosa alcuna contro a me. |
24 | 20 | D’altronde dicano costoro qual misfatto hanno trovato in me, quando mi presentai dinanzi al Sinedrio; |
24 | 21 | se pur non si tratti di quest’unica parola che gridai, quando comparvi dinanzi a loro: E’ a motivo della risurrezione de’ morti, che io son oggi giudicato da voi. |
24 | 22 | Or Felice, che ben conosceva quel che concerneva questa Via, li rimandò a un’altra volta, dicendo: Quando sarà sceso il tribuno Lisia, esaminerò il fatto vostro. |
24 | 23 | E ordinò al centurione che Paolo fosse custodito, ma lasciandogli una qualche libertà, e non vietando ad alcuno de’ suoi di rendergli de’ servigi. |
24 | 24 | Or alcuni giorni dopo, Felice, venuto con Drusilla sua moglie, che era giudea, mandò a chiamar Paolo, e l’ascoltò circa la fede in Cristo Gesù. |
24 | 25 | Ma ragionando Paolo di giustizia, di temperanza e del giudizio a venire, Felice, tutto spaventato, replicò: Per ora, vattene; e quando ne troverò l’opportunità, ti manderò a chiamare. |
24 | 26 | Egli sperava, in pari tempo, che da Paolo gli sarebbe dato del denaro; per questo lo mandava spesso a chiamare e discorreva con lui. |
24 | 27 | Or in capo a due anni, Felice ebbe per successore Porcio Festo; e Felice, volendo far cosa grata ai Giudei, lasciò Paolo in prigione. |
25 | 1 | Festo dunque, essendo giunto nella sua provincia, tre giorni dopo salì da Cesarea a Gerusalemme. |
25 | 2 | E i capi sacerdoti e i principali de’ Giudei gli presentarono le loro accuse contro a Paolo; |
25 | 3 | e lo pregavano, chiedendo per favore contro a lui, che lo facesse venire a Gerusalemme. Essi intanto avrebbero posto insidie per ucciderlo per via. |
25 | 4 | Festo allora rispose che Paolo era custodito a Cesarea, e che egli stesso dovea partir presto. |
25 | 5 | Quelli dunque di voi, diss’egli, che possono, scendano meco; e se v’è in quest’uomo qualche colpa, lo accusino. |
25 | 6 | Rimasto presso di loro non più di otto o dieci giorni, discese in Cesarea; e il giorno seguente, postosi a sedere in tribunale, comandò che Paolo gli fosse menato dinanzi. |
25 | 7 | E com’egli fu giunto, i Giudei che eran discesi da Gerusalemme, gli furono attorno, portando contro lui molte e gravi accuse, che non potevano provare; mentre Paolo diceva a sua difesa: |
25 | 8 | Io non ho peccato né contro la legge de’ Giudei, né contro il tempio, né contro Cesare. |
25 | 9 | Ma Festo, volendo far cosa grata ai Giudei, disse a Paolo: Vuoi tu salire a Gerusalemme ed esser quivi giudicato davanti a me intorno a queste cose? |
25 | 10 | Ma Paolo rispose: Io sto qui dinanzi al tribunale di Cesare, ove debbo esser giudicato; io non ho fatto torto alcuno ai Giudei, come anche tu sai molto bene. |
25 | 11 | Se dunque sono colpevole e ho commesso cosa degna di morte, non ricuso di morire; ma se nelle cose delle quali costoro mi accusano non c’è nulla di vero, nessuno mi può consegnare per favore nelle loro mani. Io mi appello a Cesare. |
25 | 12 | Allora Festo, dopo aver conferito col consiglio, rispose: Tu ti sei appellato a Cesare; a Cesare andrai. |
25 | 13 | E dopo alquanti giorni il re Agrippa e Berenice arrivarono a Cesarea, per salutar Festo. |
25 | 14 | E trattenendosi essi quivi per molti giorni, Festo raccontò al re il caso di Paolo, dicendo: V’è qui un uomo che è stato lasciato prigione da Felice, contro il quale, |
25 | 15 | quando fui a Gerusalemme, i capi sacerdoti e gli anziani de’ Giudei mi sporsero querela, chiedendomi di condannarlo. |
25 | 16 | Risposi loro che non è usanza de’ Romani di consegnare alcuno, prima che l’accusato abbia avuto gli accusatori a faccia, e gli sia stato dato modo di difendersi dall’accusa. |
25 | 17 | Essendo eglino dunque venuti qua, io, senza indugio, il giorno seguente, sedetti in tribunale, e comandai che quell’uomo mi fosse menato dinanzi. |
25 | 18 | I suoi accusatori però, presentatisi, non gli imputavano alcuna delle male azioni che io supponevo; |
25 | 19 | ma aveano contro lui certe questioni intorno alla propria religione e intorno a un certo Gesù morto, che Paolo affermava esser vivente. |
25 | 20 | Ed io, stando in dubbio sul come procedere in queste cose, gli dissi se voleva andare a Gerusalemme, e quivi esser giudicato intorno a queste cose. |
25 | 21 | Ma avendo Paolo interposto appello per esser riserbato al giudizio dell’imperatore, io comandai che fosse custodito, finché lo mandassi a Cesare. |
25 | 22 | E Agrippa disse a Festo: Anch’io vorrei udir cotesto uomo. Ed egli rispose: Domani l’udrai. |
25 | 23 | Il giorno seguente dunque, essendo venuti Agrippa e Berenice con molta pompa, ed entrati nella sala d’udienza coi tribuni e coi principali della città, Paolo, per ordine di Festo, fu menato quivi. |
25 | 24 | E Festo disse: Re Agrippa, e voi tutti che siete qui presenti con noi, voi vedete quest’uomo, a proposito del quale tutta la moltitudine de’ Giudei s’è rivolta a me, e in Gerusalemme e qui, gridando che non deve viver più oltre. |
25 | 25 | Io però non ho trovato che avesse fatto cosa alcuna degna di morte, ed essendosi egli stesso appellato all’imperatore, ho deliberato di mandarglielo. |
25 | 26 | E siccome non ho nulla di certo da scriverne al mio signore, l’ho menato qui davanti a voi, e principalmente davanti a te, o re Agrippa, affinché, dopo esame, io abbia qualcosa da scrivere. |
25 | 27 | Perché non mi par cosa ragionevole mandare un prigioniero, senza notificar le accuse che gli son mosse contro. |
26 | 1 | E Agrippa disse a Paolo: T’è permesso parlare a tua difesa. Allora Paolo, distesa la mano, disse a sua difesa: |
26 | 2 | Re Agrippa, io mi reputo felice di dovermi oggi scolpare dinanzi a te di tutte le cose delle quali sono accusato dai Giudei, |
26 | 3 | principalmente perché tu hai conoscenza di tutti i riti e di tutte le questioni che son fra i Giudei; perciò ti prego di ascoltarmi pazientemente. |
26 | 4 | Quale sia stato il mio modo di vivere dalla mia giovinezza, fin dal principio trascorsa in mezzo alla mia nazione e in Gerusalemme, tutti i Giudei lo sanno, |
26 | 5 | poiché mi hanno conosciuto fin d’allora, e sanno, se pur vogliono renderne testimonianza, che, secondo la più rigida setta della nostra religione, son vissuto Fariseo. |
26 | 6 | E ora son chiamato in giudizio per la speranza della promessa fatta da Dio ai nostri padri; |
26 | 7 | della qual promessa le nostre dodici tribù, che servono con fervore a Dio notte e giorno, sperano di vedere il compimento. E per questa speranza, o re, io sono accusato dai Giudei! |
26 | 8 | Perché mai si giudica da voi cosa incredibile che Dio risusciti i morti? |
26 | 9 | Quant’è a me, avevo sì pensato anch’io di dover fare molte cose contro il nome di Gesù il Nazareno. |
26 | 10 | E questo difatti feci a Gerusalemme; e avutane facoltà dai capi sacerdoti serrai nelle prigioni molti de’ santi; e quando erano messi a morte, io detti il mio voto. |
26 | 11 | E spesse volte, per tutte le sinagoghe, li costrinsi con pene a bestemmiare; e infuriato oltremodo contro di loro, li perseguitai fino nelle città straniere. |
26 | 12 | Il che facendo, come andavo a Damasco con potere e commissione de’ capi sacerdoti, |
26 | 13 | io vidi, o re, per cammino a mezzo giorno, una luce dal cielo, più risplendente del sole, la quale lampeggiò intorno a me ed a coloro che viaggiavan meco. |
26 | 14 | Ed essendo noi tutti caduti in terra, udii una voce che mi disse in lingua ebraica: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Ei t’è duro ricalcitrar contro gli stimoli. |
26 | 15 | E io dissi: Chi sei tu, Signore? E il Signore rispose: Io son Gesù, che tu perseguiti. |
26 | 16 | Ma lèvati, e sta’ in piè; perché per questo ti sono apparito: per stabilirti ministro e testimone delle cose che tu hai vedute, e di quelle per le quali ti apparirò ancora, |
26 | 17 | liberandoti da questo popolo e dai Gentili, ai quali io ti mando |
26 | 18 | per aprir loro gli occhi, onde si convertano dalle tenebre alla luce e dalla podestà di Satana a Dio, e ricevano, per la fede in me, la remissione dei peccati e la loro parte d’eredità fra i santificati. |
26 | 19 | Perciò, o re Agrippa, io non sono stato disubbidiente alla celeste visione; |
26 | 20 | ma, prima a que’ di Damasco, poi a Gerusalemme e per tutto il paese della Giudea e ai Gentili, ho annunziato che si ravveggano e si convertano a Dio, facendo opere degne del ravvedimento. |
26 | 21 | Per questo i Giudei, avendomi preso nel tempio, tentavano d’uccidermi. |
26 | 22 | Ma per l’aiuto che vien da Dio, son durato fino a questo giorno, rendendo testimonianza a piccoli e a grandi, non dicendo nulla all’infuori di quello che i profeti e Mosè hanno detto dover avvenire, cioè: |
26 | 23 | che il Cristo soffrirebbe, e che egli, il primo a risuscitar dai morti, annunzierebbe la luce al popolo ed ai Gentili. |
26 | 24 | Or mentre ei diceva queste cose a sua difesa, Festo disse ad alta voce: Paolo, tu vaneggi; la molta dottrina ti mette fuor di senno. |
26 | 25 | Ma Paolo disse: Io non vaneggio, eccellentissimo Festo; ma pronunzio parole di verità, e di buon senno. |
26 | 26 | Poiché il re, al quale io parlo con franchezza, conosce queste cose; perché son persuaso che nessuna di esse gli è occulta; poiché questo non è stato fatto in un cantuccio. |
26 | 27 | O re Agrippa, credi tu ai profeti? Io so che tu ci credi. |
26 | 28 | E Agrippa disse a Paolo: Per poco non mi persuadi a diventar cristiano. |
26 | 29 | E Paolo: Piacesse a Dio che per poco o per molto, non solamente tu, ma anche tutti quelli che oggi m’ascoltano, diventaste tali, quale sono io, all’infuori di questi legami. |
26 | 30 | Allora il re si alzò, e con lui il governatore, Berenice, e quanti sedevano con loro; |
26 | 31 | e ritiratisi in disparte, parlavano gli uni agli altri, dicendo: Quest’uomo non fa nulla che meriti morte o prigione. |
26 | 32 | E Agrippa disse a Festo: Quest’uomo poteva esser liberato, se non si fosse appellato a Cesare. |
27 | 1 | Or quando fu determinato che faremmo vela per l’Italia, Paolo e certi altri prigionieri furon consegnati a un centurione, per nome Giulio, della coorte Augusta. |
27 | 2 | E montati sopra una nave adramittina, che dovea toccare i porti della costa d’Asia, salpammo, avendo con noi Aristarco, Macedone di Tessalonica. |
27 | 3 | Il giorno seguente arrivammo a Sidone; e Giulio, usando umanità verso Paolo, gli permise d’andare dai suoi amici per ricevere le loro cure. |
27 | 4 | Poi, essendo partiti di là, navigammo sotto Cipro, perché i venti eran contrari. |
27 | 5 | E passato il mar di Cilicia e di Panfilia, arrivammo a Mira di Licia. |
27 | 6 | E il centurione, trovata quivi una nave alessandrina che facea vela per l’Italia, ci fe’ montare su quella. |
27 | 7 | E navigando per molti giorni lentamente, e pervenuti a fatica, per l’impedimento del vento, di faccia a Gnido, veleggiammo sotto Creta, di rincontro a Salmone; |
27 | 8 | e costeggiandola con difficoltà, venimmo a un certo luogo, detto Beiporti, vicino al quale era la città di Lasea. |
27 | 9 | Or essendo trascorso molto tempo, ed essendo la navigazione ormai pericolosa, poiché anche il Digiuno era già passato, Paolo li ammonì dicendo loro: |
27 | 10 | Uomini, io veggo che la navigazione si farà con pericolo e grave danno, non solo del carico e della nave, ma anche delle nostre persone. |
27 | 11 | Ma il centurione prestava più fede al pilota e al padron della nave che alle cose dette da Paolo. |
27 | 12 | E siccome quel porto non era adatto a svernare, i più furono di parere di partir di là per cercare d’arrivare a Fenice, porto di Creta che guarda a Libeccio e a Maestro, e di passarvi l’inverno. |
27 | 13 | Essendosi intanto levato un leggero scirocco, e credendo essi d’esser venuti a capo del loro proposito, levate le àncore, si misero a costeggiare l’isola di Creta più da presso. |
27 | 14 | Ma poco dopo, si scatenò giù dall’isola un vento turbinoso, che si chiama Euraquilone; |
27 | 15 | ed essendo la nave portata via e non potendo reggere al vento, la lasciammo andare, ed eravamo portati alla deriva. |
27 | 16 | E passati rapidamente sotto un’isoletta chiamata Clauda, a stento potemmo avere in nostro potere la scialuppa. |
27 | 17 | E quando l’ebbero tirata su, ricorsero a ripari, cingendo la nave di sotto; e temendo di esser gettati sulla Sirti, calarono le vele, ed eran così portati via. |
27 | 18 | E siccome eravamo fieramente sbattuti dalla tempesta, il giorno dopo cominciarono a far getto del carico. |
27 | 19 | E il terzo giorno, con le loro proprie mani, buttarono in mare gli arredi della nave. |
27 | 20 | E non apparendo né sole né stelle già da molti giorni, ed essendoci sopra non piccola tempesta, era ormai tolta ogni speranza di scampare. |
27 | 21 | Or dopo che furono stati lungamente senza prender cibo, Paolo si levò in mezzo a loro, e disse: Uomini, bisognava darmi ascolto, non partire da Creta, e risparmiar così questo pericolo e questa perdita. |
27 | 22 | Ora però vi esorto a star di buon cuore, perché non vi sarà perdita della vita d’alcun di voi ma solo della nave. |
27 | 23 | Poiché un angelo dell’Iddio, al quale appartengo e ch’io servo, m’è apparso questa notte, |
27 | 24 | dicendo: Paolo, non temere; bisogna che tu comparisca dinanzi a Cesare ed ecco, Iddio ti ha donato tutti coloro che navigano teco. |
27 | 25 | Perciò, o uomini, state di buon cuore, perché ho fede in Dio che avverrà come mi è stato detto. |
27 | 26 | Ma dobbiamo esser gettati sopra un’isola. |
27 | 27 | E la quattordicesima notte da che eravamo portati qua e là per l’Adriatico, verso la mezzanotte i marinari sospettavano d’esser vicini a terra; |
27 | 28 | e calato lo scandaglio trovarono venti braccia; poi, passati un po’ più oltre e scandagliato di nuovo, trovarono quindici braccia. |
27 | 29 | Temendo allora di percuotere in luoghi scogliosi, gettarono da poppa quattro àncore, aspettando ansiosamente che facesse giorno. |
27 | 30 | Or cercando i marinari di fuggir dalla nave, e avendo calato la scialuppa in mare col pretesto di voler calare le àncore dalla prua, |
27 | 31 | Paolo disse al centurione ed ai soldati: Se costoro non restano nella nave, voi non potete scampare. |
27 | 32 | Allora i soldati tagliaron le funi della scialuppa, e la lasciaron cadere. |
27 | 33 | E mentre si aspettava che facesse giorno, Paolo esortava tutti a prender cibo, dicendo: Oggi son quattordici giorni che state aspettando, sempre digiuni, senza prender nulla. |
27 | 34 | Perciò, io v’esorto a prender cibo, perché questo contribuirà alla vostra salvezza; poiché non perirà neppure un capello del capo d’alcun di voi. |
27 | 35 | Detto questo, preso del pane, rese grazie a Dio, in presenza di tutti; poi, rottolo, cominciò a mangiare. |
27 | 36 | E tutti, fatto animo, presero anch’essi del cibo. |
27 | 37 | Or eravamo sulla nave, fra tutti, dugentosettantasei persone. |
27 | 38 | E saziati che furono, alleggerirono la nave, gettando il frumento in mare. |
27 | 39 | Quando fu giorno, non riconoscevano il paese; ma scorsero una certa baia che aveva una spiaggia, e deliberarono, se fosse loro possibile, di spingervi la nave. |
27 | 40 | E staccate le àncore, le lasciarono andare in mare; sciolsero al tempo stesso i legami dei timoni, e alzato l’artimone al vento, traevano al lido. |
27 | 41 | Ma essendo incorsi in un luogo che avea il mare d’ambo i lati, vi fecero arrenar la nave; e mentre la prua, incagliata, rimaneva immobile, la poppa si sfasciava per la violenza delle onde. |
27 | 42 | Or il parere de’ soldati era d’uccidere i prigionieri, perché nessuno fuggisse a nuoto. |
27 | 43 | Ma il centurione, volendo salvar Paolo, li distolse da quel proposito, e comandò che quelli che sapevan nuotare si gettassero in mare per andarsene i primi a terra, |
27 | 44 | e gli altri vi arrivassero, chi sopra tavole, e chi sopra altri pezzi della nave. E così avvenne che tutti giunsero salvi a terra. |
28 | 1 | E dopo che fummo scampati, riconoscemmo che l’isola si chiamava Malta. |
28 | 2 | E i barbari usarono verso noi umanità non comune; poiché, acceso un gran fuoco, ci accolsero tutti, a motivo della pioggia che cadeva, e del freddo. |
28 | 3 | Or Paolo, avendo raccolto una quantità di legna secche e avendole poste sul fuoco, una vipera, sentito il caldo, uscì fuori, e gli si attaccò alla mano. |
28 | 4 | E quando i barbari videro la bestia che gli pendeva dalla mano, dissero fra loro: Certo, quest’uomo e un’omicida, perché essendo scampato dal mare, pur la Giustizia divina non lo lascia vivere. |
28 | 5 | Ma Paolo, scossa la bestia nel fuoco, non ne risentì male alcuno. |
28 | 6 | Or essi si aspettavano ch’egli enfierebbe o cadrebbe di subito morto; ma dopo aver lungamente aspettato, veduto che non gliene avveniva alcun male, mutarono parere, e cominciarono a dire ch’egli era un dio. |
28 | 7 | Or ne’ dintorni di quel luogo v’erano dei poderi dell’uomo principale dell’isola, chiamato Publio, il quale ci accolse, e ci albergò tre giorni amichevolmente. |
28 | 8 | E accadde che il padre di Publio giacea malato di febbre e di dissenteria. Paolo andò a trovarlo; e dopo aver pregato, gl’impose le mani e lo guarì. |
28 | 9 | Avvenuto questo, anche gli altri che aveano delle infermità nell’isola, vennero, e furon guariti; |
28 | 10 | ed essi ci fecero grandi onori; e quando salpammo, ci portarono a bordo le cose necessarie. |
28 | 11 | Tre mesi dopo, partimmo sopra una nave alessandrina che avea per insegna Castore e Polluce, e che avea svernato nell’isola. |
28 | 12 | E arrivati a Siracusa, vi restammo tre giorni. |
28 | 13 | E di là, costeggiando, arrivammo a Reggio. E dopo un giorno, levatosi un vento di scirocco, in due giorni arrivammo a Pozzuoli. |
28 | 14 | E avendo quivi trovato de’ fratelli, fummo pregati di rimanere presso di loro sette giorni. E così venimmo a Roma. |
28 | 15 | Or i fratelli, avute nostre notizie, di là ci vennero incontro sino al Foro Appio e alle Tre Taverne; e Paolo, quando li ebbe veduti, rese grazie a Dio e prese animo. |
28 | 16 | E giunti che fummo a Roma, a Paolo fu concesso d’abitar da sé col soldato che lo custodiva. |
28 | 17 | E tre giorni dopo, Paolo convocò i principali fra i Giudei; e quando furon raunati, disse loro: Fratelli, senza aver fatto nulla contro il popolo né contro i riti de’ padri, io fui arrestato in Gerusalemme e di là dato in man de’ Romani. |
28 | 18 | I quali, avendomi esaminato, volevano rilasciarmi perché non era in me colpa degna di morte. |
28 | 19 | Ma opponendovisi i Giudei, fui costretto ad appellarmi a Cesare, senza però aver in animo di portare alcuna accusa contro la mia nazione. |
28 | 20 | Per questa ragione dunque vi ho chiamati per vedervi e per parlarvi; perché egli è a causa della speranza d’Israele ch’io sono stretto da questa catena. |
28 | 21 | Ma essi gli dissero: Noi non abbiamo ricevuto lettere dalla Giudea intorno a te, né è venuto qui alcuno de’ fratelli a riferire o a dir male di te. |
28 | 22 | Ben vorremmo però sentir da te quel che tu pensi; perché, quant’è a cotesta setta, ci è noto che da per tutto essa incontra opposizione. |
28 | 23 | E avendogli fissato un giorno, vennero a lui nel suo alloggio in gran numero; ed egli da mane a sera esponeva loro le cose, testimoniando del regno di Dio e persuadendoli di quel che concerne Gesù, con la legge di Mosè e coi profeti. |
28 | 24 | E alcuni restaron persuasi delle cose dette; altri invece non credettero. |
28 | 25 | E non essendo d’accordo fra loro, si ritirarono, dopo che Paolo ebbe detta quest’unica parola: Ben parlò lo Spirito Santo ai vostri padri per mezzo del profeta Isaia dicendo: |
28 | 26 | Va’ a questo popolo e di’: Voi udrete coi vostri orecchi e non intenderete; guarderete coi vostri occhi, e non vedrete; |
28 | 27 | perché il cuore di questo popolo s’è fatto insensibile, son divenuti duri di orecchi, e hanno chiuso gli occhi, che talora non veggano con gli occhi, e non odano con gli orecchi, e non intendano col cuore, e non si convertano, ed io non li guarisca. |
28 | 28 | Sappiate dunque che questa salvazione di Dio è mandata ai Gentili; ed essi presteranno ascolto. |
28 | 29 | Quand’ebbe detto questo, i Giudei se ne andarono discutendo vivamente fra loro. |
28 | 30 | E Paolo dimorò due anni interi in una casa da lui presa a fitto, e riceveva tutti coloro che venivano a trovarlo, |
28 | 31 | predicando il regno di Dio, e insegnando le cose relative al Signor Gesù Cristo con tutta franchezza e senza che alcuno glielo impedisse. |