Multilingual Scriptures Home » Italian Riveduta 1927 Bible » Song of Solomon
| Italian Riveduta 1927 Bible | ||
| Chapter # | Verse # | Verse Detail |
| 1 | 1 | Il Cantico de’ Cantici di Salomone. |
| 1 | 2 | Mi baci egli de’ baci della sua bocca!… poiché le tue carezze son migliori del vino. |
| 1 | 3 | I tuoi profumi hanno un odore soave; il tuo nome è un profumo che si spande; perciò t’aman le fanciulle! |
| 1 | 4 | Attirami a te! Noi ti correremo dietro! Il re m’ha condotta ne’ suoi appartamenti; noi gioiremo, ci rallegreremo a motivo di te; noi celebreremo le tue carezze più del vino! A ragione sei amato! |
| 1 | 5 | Io son nera ma son bella, o figliuole di Gerusalemme, come le tende di Chedar, come i padiglioni di Salomone. |
| 1 | 6 | Non guardate se son nera; è il sole che m’ha bruciata; i figliuoli di mia madre si sono adirati contro di me; m’hanno fatta guardiana delle vigne, ma io, la mia vigna, non l’ho guardata. |
| 1 | 7 | O tu che il mio cuore ama, dimmi dove meni a pascere il tuo gregge, e dove lo fai riposare sul mezzogiorno. Poiché, perché sarei io come una donna sperduta, presso i greggi de’ tuoi compagni? |
| 1 | 8 | Se non lo sai, o la più bella delle donne, esci e segui le tracce delle pecore, e fa’ pascere i tuoi capretti presso alle tende de’ pastori. |
| 1 | 9 | Amica mia io t’assomiglio alla mia cavalla che s’attacca ai carri di Faraone. |
| 1 | 10 | Le tue guance son belle in mezzo alle collane, e il tuo collo è bello tra i filari di perle. |
| 1 | 11 | Noi ti faremo delle collane d’oro con de’ punti d’argento. |
| 1 | 12 | Mentre il re è nel suo convito, il mio nardo esala il suo profumo. |
| 1 | 13 | Il mio amico m’è un sacchetto di mirra, che passa la notte sul mio seno. |
| 1 | 14 | Il mio amico m’è un grappolo di cipro delle vigne d’En-Ghedi. |
| 1 | 15 | Come sei bella, amica mia, come sei bella! I tuoi occhi son come quelli dei colombi. |
| 1 | 16 | Come sei bello, amico mio, come sei amabile! Anche il nostro letto è verdeggiante. |
| 1 | 17 | Le travi delle nostre case sono cedri, i nostri soffitti sono di cipresso. |
| 2 | 1 | Io sono la rosa di Saron, il giglio delle valli. |
| 2 | 2 | Quale un giglio tra le spine, tale è l’amica mia tra le fanciulle. |
| 2 | 3 | Qual è un melo fra gli alberi del bosco, tal è l’amico mio fra i giovani. Io desidero sedermi alla sua ombra, e il suo frutto è dolce al mio palato. |
| 2 | 4 | Egli m’ha condotta nella casa del convito, e l’insegna che spiega su di me è Amore. |
| 2 | 5 | Fortificatemi con delle schiacciate d’uva, sostentatemi con de’ pomi, perch’io son malata d’amore. |
| 2 | 6 | La sua sinistra sia sotto al mio capo, e la sua destra m’abbracci! |
| 2 | 7 | O figliuole di Gerusalemme, io vi scongiuro per le gazzelle, per le cerve dei campi, non svegliate, non svegliate l’amor mio, finch’essa non lo desideri! |
| 2 | 8 | Ecco la voce del mio amico! Eccolo che viene, saltando per i monti, balzando per i colli. |
| 2 | 9 | L’amico mio è simile a una gazzella o ad un cerbiatto. Eccolo, egli sta dietro al nostro muro, e guarda per la finestra, lancia occhiate attraverso alle persiane. |
| 2 | 10 | Il mio amico parla e mi dice: Lèvati, amica mia, mia bella, e vientene, |
| 2 | 11 | poiché, ecco, l’inverno è passato, il tempo delle piogge è finito, se n’è andato; |
| 2 | 12 | i fiori appaion sulla terra, il tempo del cantare è giunto, e la voce della tortora si fa udire nelle nostre contrade. |
| 2 | 13 | Il fico ha messo i suoi ficucci, e le viti fiorite esalano il loro profumo. Lèvati, amica mia, mia bella, e vientene". |
| 2 | 14 | O mia colomba, che stai nelle fessure delle rocce, nel nascondiglio delle balze, mostrami il tuo viso, fammi udire la tua voce; poiché la tua voce è soave, e il tuo viso è bello. |
| 2 | 15 | Pigliateci le volpi, le volpicine che guastano le vigne, poiché le nostre vigne sono in fiore! |
| 2 | 16 | Il mio amico è mio, ed io son sua: di lui, che pastura il gregge fra i gigli. |
| 2 | 17 | Prima che spiri l’aura del giorno e che le ombre fuggano, torna, amico mio, come la gazzella od il cerbiatto sui monti che ci separano! |
| 3 | 1 | Sul mio letto, durante la notte, ho cercato colui che l’anima mia ama; l’ho cercato, ma non l’ho trovato. |
| 3 | 2 | Ora mi leverò, e andrò attorno per la città, per le strade e per le piazze; cercherò colui che l’anima mia ama; l’ho cercato, ma non l’ho trovato. |
| 3 | 3 | Le guardie che vanno attorno per la città m’hanno incontrata; e ho chiesto loro: "Avete visto colui che l’anima mia ama?" |
| 3 | 4 | Di poco le avevo passate, quando trovai colui che l’anima mia ama; io l’ho preso, e non lo lascerò, finché non l’abbia menato in casa di mia madre, e nella camera di colei che m’ha concepita. |
| 3 | 5 | Io vi scongiuro, o figliuole di Gerusalemme, per le gazzelle, per le cerve de’ campi, non svegliate, non svegliate l’amor mio, finch’essa non lo desideri! |
| 3 | 6 | Chi è colei che sale dal deserto, simile a colonne di fumo, profumata di mirra e d’incenso e d’ogni aroma de’ mercanti? |
| 3 | 7 | Ecco la lettiga di Salomone, intorno alla quale stanno sessanta prodi, fra i più prodi d’Israele. |
| 3 | 8 | Tutti maneggiano la spada, sono esperti nelle armi; ciascuno ha la sua spada al fianco, per gli spaventi notturni. |
| 3 | 9 | Il re Salomone s’è fatto una lettiga di legno del Libano. |
| 3 | 10 | Ne ha fatto le colonne d’argento, la spalliera d’oro, il sedile di porpora; in mezzo è un ricamo, lavoro d’amore delle figliuole di Gerusalemme. |
| 3 | 11 | Uscite, figliuole di Sion, mirate il re Salomone con la corona di cui l’ha incoronato sua madre, il giorno de’ suoi sponsali, il giorno dell’allegrezza del suo cuore. |
| 4 | 1 | Come sei bella, amica mia, come sei bella! I tuoi occhi, dietro al tuo velo, somiglian quelli delle colombe; i tuoi capelli son come un gregge di capre, sospese ai fianchi del monte di Galaad. |
| 4 | 2 | I tuoi denti son come un branco di pecore tosate, che tornano dal lavatoio; tutte hanno de’ gemelli, non ve n’è alcuna che sia sterile. |
| 4 | 3 | Le tue labbra somigliano un filo di scarlatto, e la tua bocca è graziosa; le tue gote, dietro al tuo velo, son come un pezzo di melagrana. |
| 4 | 4 | Il tuo collo è come la torre di Davide, edificata per essere un’armeria; mille scudi vi sono appesi, tutte le targhe de’ prodi. |
| 4 | 5 | Le tue due mammelle son due gemelli di gazzella, che pasturano fra i gigli. |
| 4 | 6 | Prima che spiri l’aura del giorno e che le ombre fuggano, io me ne andrò al monte della mirra e al colle dell’incenso. |
| 4 | 7 | Tu sei tutta bella, amica mia, e non v’è difetto alcuno in te. |
| 4 | 8 | Vieni meco dal Libano, o mia sposa, vieni meco dal Libano! Guarda dalla sommità dell’Amana, dalla sommità del Senir e dell’Hermon, dalle spelonche de’ leoni, dai monti de’ leopardi. |
| 4 | 9 | Tu m’hai rapito il cuore, o mia sorella, o sposa mia! Tu m’hai rapito il cuore con un solo de’ tuoi sguardi, con uno solo de’ monili del tuo collo. |
| 4 | 10 | Quanto son dolci le tue carezze, o mia sorella, o sposa mia! Come le tue carezze son migliori del vino, come l’odore de’ tuoi profumi e più soave di tutti gli aromi! |
| 4 | 11 | O sposa mia, le tue labbra stillano miele, miele e latte son sotto la tua lingua, e l’odore delle tue vesti è come l’odore del Libano. |
| 4 | 12 | O mia sorella, o sposa mia, tu sei un giardino serrato, una sorgente chiusa, una fonte sigillata. |
| 4 | 13 | I tuoi germogli sono un giardino di melagrani e d’alberi di frutti deliziosi, di piante di cipro e di nardo; |
| 4 | 14 | di nardo e di croco, di canna odorosa e di cinnamomo, e d’ogni albero da incenso; di mirra e d’aloe, e d’ogni più squisito aroma. |
| 4 | 15 | Tu sei una fontana di giardino, una sorgente d’acqua viva, un ruscello che scende giù dal Libano. |
| 4 | 16 | Lèvati, Aquilone, e vieni, o Austro! Soffiate sul mio giardino, sì che se ne spandano gli aromi! Venga l’amico mio nel suo giardino, e ne mangi i frutti deliziosi! |
| 5 | 1 | Son venuto nel mio giardino, o mia sorella, o sposa mia; ho còlto la mia mirra e i miei aromi; ho mangiato il mio favo di miele; ho bevuto il mio vino ed il mio latte. Amici, mangiate, bevete, inebriatevi d’amore! |
| 5 | 2 | Io dormivo, ma il mio cuore vegliava. Sento la voce del mio amico, che picchia e dice: "Aprimi, sorella mia, amica mia, colomba mia, o mia perfetta! Poiché il mio capo e coperto di rugiada e le mie chiome son piene di gocce della notte". |
| 5 | 3 | Io mi son tolta la gonna; come me la rimetterei? Mi son lavata i piedi; come l’insudicerei? |
| 5 | 4 | L’amico mio ha passato la mano per il buco della porta, e le mie viscere si son commosse per lui. |
| 5 | 5 | Mi son levata per aprire al mio amico, e le mie mani hanno stillato mirra le mie dita mirra liquida, sulla maniglia della serratura. |
| 5 | 6 | Ho aperto all’amico mio, ma l’amico mio s’era ritirato, era partito. Ero fuori di me mentr’egli parlava; l’ho cercato, ma non l’ho trovato; l’ho chiamato, ma non m’ha risposto. |
| 5 | 7 | Le guardie che vanno attorno per la città m’hanno incontrata, m’hanno battuta, m’hanno ferita; le guardie delle mura m’hanno strappato il velo. |
| 5 | 8 | Io vi scongiuro, o figliuole di Gerusalemme, se trovate il mio amico, che gli direte?… Che son malata d’amore. |
| 5 | 9 | Che è dunque, l’amico tuo, più d’un altro amico, o la più bella fra le donne? Che è dunque, l’amico tuo, più d’un altro amico, che così ci scongiuri? |
| 5 | 10 | L’amico mio è bianco e vermiglio, e si distingue fra diecimila. |
| 5 | 11 | Il suo capo è oro finissimo, le sue chiome sono crespe, nere come il corvo. |
| 5 | 12 | I suoi occhi paion colombe in riva a de’ ruscelli, lavati nel latte, incassati ne’ castoni d’un anello. |
| 5 | 13 | Le sue gote son come un’aia d’aromi, come aiuole di fiori odorosi; le sue labbra son gigli, e stillano mirra liquida. |
| 5 | 14 | Le sue mani sono anelli d’oro, incastonati di berilli; il suo corpo è d’avorio terso, coperto di zaffiri. |
| 5 | 15 | Le sue gambe son colonne di marmo, fondate su basi d’oro puro. Il suo aspetto è come il Libano, superbo come i cedri; |
| 5 | 16 | il suo palato è tutto dolcezza, tutta la sua persona è un incanto. Tal è l’amor mio, tal è l’amico mio, o figliuole di Gerusalemme. |
| 6 | 1 | Dov’è andato il tuo amico, o la più bella fra le donne? Da che parte s’è vòlto l’amico tuo? Noi lo cercheremo teco. |
| 6 | 2 | Il mio amico è disceso nel suo giardino, nell’aie degli aromi a pasturare i greggi ne’ giardini, e coglier gigli. |
| 6 | 3 | Io sono dell’amico mio; e l’amico mio, che pastura il gregge fra i gigli, è mio. |
| 6 | 4 | Amica mia, tu sei bella come Tirtsa, vaga come Gerusalemme, tremenda come un esercito a bandiere spiegate. |
| 6 | 5 | Storna da me gli occhi tuoi, che mi turbano. I tuoi capelli son come una mandra di capre, sospese ai fianchi di Galaad. |
| 6 | 6 | I tuoi denti son come un branco di pecore, che tornano dal lavatoio; tutte hanno de’ gemelli, non ve n’è alcuna che sia sterile; |
| 6 | 7 | le tue gote, dietro al tuo velo, son come un pezzo di melagrana. |
| 6 | 8 | Ci son sessanta regine, ottanta concubine, e fanciulle senza numero; |
| 6 | 9 | ma la mia colomba, la perfetta mia, è unica; è l’unica di sua madre, la prescelta di colei che l’ha partorita. Le fanciulle la vedono, e la proclaman beata; la vedon pure le regine e le concubine, e la lodano. |
| 6 | 10 | Chi è colei che appare come l’alba, bella come la luna, pura come il sole, tremenda come un esercito a bandiere spiegate? |
| 6 | 11 | Io son discesa nel giardino de’ noci a vedere le piante verdi della valle, a veder se le viti mettevan le loro gemme, se i melagrani erano in fiore. |
| 6 | 12 | Io non so come, il mio desiderio m’ha resa simile ai carri d’Amminadab. |
| 6 | 13 | (H7-1) Torna, torna, o Sulamita, torna, torna, che ti miriamo. Perché mirate la Sulamita come una danza a due schiere? |
| 7 | 1 | (H7-2) Come son belli i tuoi piedi ne’ loro calzari, o figliuola di principe! I contorni delle tue anche son come monili, opera di mano d’artefice. |
| 7 | 2 | (H7-3) Il tuo seno e una tazza rotonda, dove non manca mai vino profumato. Il tuo corpo è un mucchio di grano, circondato di gigli. |
| 7 | 3 | (H7-4) Le tue due mammelle paion due gemelli di gazzella. |
| 7 | 4 | (H7-5) Il tuo collo è come una torre d’avorio; i tuoi occhi son come le piscine d’Heshbon presso la porta di Bath-Rabbim. Il tuo naso e come la torre del Libano, che guarda verso Damasco. |
| 7 | 5 | (H7-6) Il tuo capo s’eleva come il Carmelo, e la chioma del tuo capo sembra di porpora; un re è incatenato dalle tue trecce! |
| 7 | 6 | (H7-7) Quanto sei bella, quanto sei piacevole, o amor mio, in mezzo alle delizie! |
| 7 | 7 | (H7-8) La tua statura è simile alla palma, e le tue mammelle a de’ grappoli d’uva. |
| 7 | 8 | (H7-9) Io ho detto: "Io salirò sulla palma, e m’appiglierò ai suoi rami". Siano le tue mammelle come grappoli di vite, il profumo del tuo fiato, come quello de’ pomi, |
| 7 | 9 | (H7-10) e la tua bocca come un vino generoso, che cola dolcemente per il mio amico, e scivola fra le labbra di quelli che dormono. |
| 7 | 10 | (H7-11) Io sono del mio amico, e verso me va il suo desiderio. |
| 7 | 11 | (H7-12) Vieni, amico mio, usciamo ai campi, passiam la notte ne’ villaggi! |
| 7 | 12 | (H7-13) Fin dal mattino andremo nelle vigne; vedremo se la vite ha sbocciato, se il suo fiore s’apre, se i melagrani fioriscono. Quivi ti darò le mie carezze. |
| 7 | 13 | (H7-14) Le mandragole mandano profumo, e sulle nostre porte stanno frutti deliziosi d’ogni sorta, nuovi e vecchi, che ho serbati per te, amico mio. |
| 8 | 1 | Oh perché non sei tu come un mio fratello, allattato dalle mammelle di mia madre! Trovandoti fuori, ti bacerei, e nessuno mi sprezzerebbe. |
| 8 | 2 | Ti condurrei, t’introdurrei in casa di mia madre, tu mi ammaestreresti, e io ti darei a bere del vino aromatico, del succo del mio melagrano. |
| 8 | 3 | La sua sinistra sia sotto il mio capo, e la sua destra m’abbracci! |
| 8 | 4 | O figliuole di Gerusalemme, io vi scongiuro, non svegliate, non svegliate l’amor mio, finch’essa non lo desideri! |
| 8 | 5 | Chi è colei che sale dal deserto appoggiata all’amico suo? Io t’ho svegliata sotto il melo, dove tua madre t’ha partorito, dove quella che t’ha partorito, s’è sgravata di te. |
| 8 | 6 | Mettimi come un sigillo sul tuo cuore, come un sigillo sul tuo braccio; perché l’amore è forte come la morte, la gelosia è dura come il soggiorno de’ morti. I suoi ardori sono ardori di fuoco, fiamma dell’Eterno. |
| 8 | 7 | Le grandi acque non potrebbero spegnere l’amore, e de’ fiumi non potrebbero sommergerlo. Se uno desse tutti i beni di casa sua in cambio dell’amore, sarebbe del tutto disprezzato. |
| 8 | 8 | Noi abbiamo una piccola sorella, che non ha ancora mammelle; che farem noi della nostra sorella, quando si tratterà di lei? |
| 8 | 9 | S’ella è un muro, costruiremo su lei una torretta d’argento; se ella è un uscio, la chiuderemo con una tavola di cedro. |
| 8 | 10 | Io sono un muro, e le mie mammelle sono come torri; io sono stata ai suoi occhi come colei che ha trovato pace. |
| 8 | 11 | Salomone aveva una vigna a Baal-Hamon; egli affidò la vigna a de’ guardiani, ognun de’ quali portava, come frutto, mille sicli d’argento. |
| 8 | 12 | La mia vigna, ch’è mia, la guardo da me; tu, Salomone, tienti pure i tuoi mille sicli, e se n’abbian duecento quei che guardano il frutto della tua! |
| 8 | 13 | O tu che dimori ne’ giardini, de’ compagni stanno intenti alla tua voce! Fammela udire! |
| 8 | 14 | Fuggi, amico mio, come una gazzella od un cerbiatto, sui monti degli aromi! |