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Multilingual Scriptures Home » Italian Bible » Job

Italian Bible
Chapter # Verse # Verse Detail
11C'era nella terra di Uz un uomo chiamato Giobbe: uomo integro e retto, temeva Dio ed era alieno dal male.
12Gli erano nati sette figli e tre figlie;
13possedeva settemila pecore e tremila cammelli, cinquecento paia di buoi e cinquecento asine, e molto numerosa era la sua servitù. Quest'uomo era il più grande fra tutti i figli d'oriente.
14Ora i suoi figli solevano andare a fare banchetti in casa di uno di loro, ciascuno nel suo giorno, e mandavano a invitare anche le loro tre sorelle per mangiare e bere insieme.
15Quando avevano compiuto il turno dei giorni del banchetto, Giobbe li mandava a chiamare per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva olocausti secondo il numero di tutti loro. Giobbe infatti pensava: «Forse i miei figli hanno peccato e hanno offeso Dio nel loro cuore». Così faceva Giobbe ogni volta.
16Un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi davanti al Signore e anche satana andò in mezzo a loro.
17Il Signore chiese a satana: «Da dove vieni?». Satana rispose al Signore: «Da un giro sulla terra, che ho percorsa».
18Il Signore disse a satana: «Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, teme Dio ed è alieno dal male».
19Satana rispose al Signore e disse: «Forse che Giobbe teme Dio per nulla?
110Non hai forse messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quanto è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e il suo bestiame abbonda di terra.
111Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha e vedrai come ti benedirà in faccia!».
112Il Signore disse a satana: «Ecco, quanto possiede è in tuo potere, ma non stender la mano su di lui». Satana si allontanò dal Signore.
113Ora accadde che un giorno, mentre i suoi figli e le sue figlie stavano mangiando e bevendo in casa del fratello maggiore,
114un messaggero venne da Giobbe e gli disse: «I buoi stavano arando e le asine pascolando vicino ad essi,
115quando i Sabei sono piombati su di essi e li hanno predati e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato io solo che ti racconto questo».
116Mentr'egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «Un fuoco divino è caduto dal cielo: si è attaccato alle pecore e ai guardiani e li ha divorati. Sono scampato io solo che ti racconto questo».
117Mentr'egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I Caldei hanno formato tre bande: si sono gettati sopra i cammelli e li hanno presi e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato io solo che ti racconto questo».
118Mentr'egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I tuoi figli e le tue figlie stavano mangiando e bevendo in casa del loro fratello maggiore,
119quand'ecco un vento impetuoso si è scatenato da oltre il deserto: ha investito i quattro lati della casa, che è rovinata sui giovani e sono morti. Sono scampato io solo che ti racconto questo».
120Allora Giobbe si alzò e si stracciò le vesti, si rase il capo, cadde a terra, si prostrò
121e disse: e nudo vi ritornerò. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!».
122In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto.
21Quando un giorno i figli di Dio andarono a presentarsi al Signore, anche satana andò in mezzo a loro a presentarsi al Signore.
22Il Signore disse a satana: «Da dove vieni?». Satana rispose al Signore: «Da un giro sulla terra che ho percorsa».
23Il Signore disse a satana: «Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, teme Dio ed è alieno dal male. Egli è ancor saldo nella sua integrità; tu mi hai spinto contro di lui, senza ragione, per rovinarlo».
24Satana rispose al Signore: «Pelle per pelle; tutto quanto ha, l'uomo è pronto a darlo per la sua vita.
25Ma stendi un poco la mano e toccalo nell'osso e nella carne e vedrai come ti benedirà in faccia!».
26Il Signore disse a satana: «Eccolo nelle tue mani! Soltanto risparmia la sua vita».
27Satana si allontanò dal Signore e colpì Giobbe con una piaga maligna, dalla pianta dei piedi alla cima del capo.
28Giobbe prese un coccio per grattarsi e stava seduto in mezzo alla cenere.
29Allora sua moglie disse: «Rimani ancor fermo nella tua integrità? Benedici Dio e muori!».
210Ma egli le rispose: «Come parlerebbe una stolta tu hai parlato! Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremo accettare il male?».
211Nel frattempo tre amici di Giobbe erano venuti a sapere di tutte le disgrazie che si erano abbattute su di lui. Partirono, ciascuno dalla sua contrada, Elifaz il Temanita, Bildad il Suchita e Zofar il Naamatita, e si accordarono per andare a condolersi con lui e a consolarlo.
212Alzarono gli occhi da lontano ma non lo riconobbero e, dando in grida, si misero a piangere. Ognuno si stracciò le vesti e si cosparse il capo di polvere.
213Poi sedettero accanto a lui in terra, per sette giorni e sette notti, e nessuno gli rivolse una parola, perché vedevano che molto grande era il suo dolore.
31Dopo, Giobbe aprì la bocca e maledisse il suo giorno;
32prese a dire:
33Perisca il giorno in cui nacqui e la notte in cui si disse: «E' stato concepito un uomo!».
34Quel giorno sia tenebra, non lo ricerchi Dio dall'alto, né brilli mai su di esso la luce.
35Lo rivendichi tenebra e morte, gli si stenda sopra una nube e lo facciano spaventoso gli uragani del giorno!
36Quel giorno lo possieda il buio non si aggiunga ai giorni dell'anno, non entri nel conto dei mesi.
37Ecco, quella notte sia lugubre e non entri giubilo in essa.
38La maledicano quelli che imprecano al giorno, che sono pronti a evocare Leviatan.
39Si oscurino le stelle del suo crepuscolo, speri la luce e non venga; non veda schiudersi le palpebre dell'aurora,
310poiché non mi ha chiuso il varco del grembo materno, e non ha nascosto l'affanno agli occhi miei!
311E perché non sono morto fin dal seno di mia madre e non spirai appena uscito dal grembo?
312Perché due ginocchia mi hanno accolto, e perché due mammelle, per allattarmi?
313Sì, ora giacerei tranquillo, dormirei e avrei pace
314con i re e i governanti della terra, che si sono costruiti mausolei,
315o con i principi, che hanno oro e riempiono le case d'argento.
316Oppure, come aborto nascosto, più non sarei, o come i bimbi che non hanno visto la luce.
317Laggiù i malvagi cessano d'agitarsi, laggiù riposano gli sfiniti di forze.
318I prigionieri hanno pace insieme, non sentono più la voce dell'aguzzino.
319Laggiù è il piccolo e il grande, e lo schiavo è libero dal suo padrone.
320Perché dare la luce a un infelice e la vita a chi ha l'amarezza nel cuore,
321a quelli che aspettano la morte e non viene, che la cercano più di un tesoro,
322che godono alla vista di un tumulo, gioiscono se possono trovare una tomba...
323a un uomo, la cui via è nascosta e che Dio da ogni parte ha sbarrato?
324Così, al posto del cibo entra il mio gemito, e i miei ruggiti sgorgano come acqua,
325perché ciò che temo mi accade e quel che mi spaventa mi raggiunge.
326Non ho tranquillità, non ho requie, non ho riposo e viene il tormento!
41Elifaz il Temanita prese la parola e disse:
42Se si tenta di parlarti, ti sarà forse gravoso? Ma chi può trattenere il discorso?
43Ecco, tu hai istruito molti e a mani fiacche hai ridato vigore;
44le tue parole hanno sorretto chi vacillava e le ginocchia che si piegavano hai rafforzato.
45Ma ora questo accade a te e ti abbatti; capita a te e ne sei sconvolto.
46La tua pietà non era forse la tua fiducia e la tua condotta integra, la tua speranza?
47Ricordalo: quale innocente è mai perito e quando mai furon distrutti gli uomini retti?
48Per quanto io ho visto, chi coltiva iniquità, chi semina affanni, li raccoglie.
49A un soffio di Dio periscono e dallo sfogo della sua ira sono annientati.
410Il ruggito del leone e l'urlo del leopardo e i denti dei leoncelli sono frantumati.
411Il leone è perito per mancanza di preda e i figli della leonessa sono stati dispersi.
412A me fu recata, furtiva, una parola e il mio orecchio ne percepì il lieve sussurro.
413Nei fantasmi, tra visioni notturne, quando grava sugli uomini il sonno,
414terrore mi prese e spavento e tutte le ossa mi fece tremare;
415un vento mi passò sulla faccia, e il pelo si drizzò sulla mia carne...
416Stava là ritto uno, di cui non riconobbi l'aspetto, un fantasma stava davanti ai miei occhi... Un sussurro..., e una voce mi si fece sentire:
417«Può il mortale essere giusto davanti a Dio o innocente l'uomo davanti al suo creatore?
418Ecco, dei suoi servi egli non si fida e ai suoi angeli imputa difetti;
419quanto più a chi abita case di fango, che nella polvere hanno il loro fondamento! Come tarlo sono schiacciati,
420annientati fra il mattino e la sera: senza che nessuno ci badi, periscono per sempre.
421La funicella della loro tenda non viene forse strappata? Muoiono senza saggezza!».
51Chiama, dunque! Ti risponderà forse qualcuno? E a chi fra i santi ti rivolgerai?
52Poiché allo stolto dà morte lo sdegno e la collera fa morire lo sciocco.
53Io ho visto lo stolto metter radici, ma imputridire la sua dimora all'istante.
54I suoi figli sono lungi dal prosperare, sono oppressi alla porta, senza difensore;
55l'affamato ne divora la messe e gente assetata ne succhia gli averi.
56Non esce certo dalla polvere la sventura né germoglia dalla terra il dolore,
57ma è l'uomo che genera pene, come le scintille volano in alto.
58Io, invece, mi rivolgerei a Dio e a Dio esporrei la mia causa:
59a lui, che fa cose grandi e incomprensibili, meraviglie senza numero,
510che dà la pioggia alla terra e manda le acque sulle campagne.
511Colloca gli umili in alto e gli afflitti solleva a prosperità;
512rende vani i pensieri degli scaltri e le loro mani non ne compiono i disegni;
513coglie di sorpresa i saggi nella loro astuzia e manda in rovina il consiglio degli scaltri.
514Di giorno incappano nel buio e brancolano in pieno sole come di notte,
515mentre egli salva dalla loro spada l'oppresso, e il meschino dalla mano del prepotente.
516C'è speranza per il misero e l'ingiustizia chiude la bocca.
517Felice l'uomo, che è corretto da Dio: perciò tu non sdegnare la correzione dell'Onnipotente,
518perché egli fa la piaga e la fascia, ferisce e la sua mano risana.
519Da sei tribolazioni ti libererà e alla settima non ti toccherà il male;
520nella carestia ti scamperà dalla morte e in guerra dal colpo della spada;
521sarai al riparo dal flagello della lingua, né temerai quando giunge la rovina.
522Della rovina e della fame ti riderai né temerai le bestie selvatiche;
523con le pietre del campo avrai un patto e le bestie selvatiche saranno in pace con te.
524Conoscerai la prosperità della tua tenda, visiterai la tua proprietà e non sarai deluso.
525Vedrai, numerosa, la prole, i tuoi rampolli come l'erba dei prati.
526Te ne andrai alla tomba in piena maturità, come si ammucchia il grano a suo tempo.
527Ecco, questo abbiamo osservato: è così. Ascoltalo e sappilo per tuo bene.
61Allora Giobbe rispose:
62Se ben si pesasse il mio cruccio e sulla stessa bilancia si ponesse la mia sventura...
63certo sarebbe più pesante della sabbia del mare! Per questo temerarie sono state le mie parole,
64perché le saette dell'Onnipotente mi stanno infitte, sì che il mio spirito ne beve il veleno e terrori immani mi si schierano contro!
65Raglia forse il somaro con l'erba davanti o muggisce il bue sopra il suo foraggio?
66Si mangia forse un cibo insipido, senza sale? O che gusto c'è nell'acqua di malva?
67Ciò che io ricusavo di toccare questo è il ributtante mio cibo!
68Oh, mi accadesse quello che invoco, e Dio mi concedesse quello che spero!
69Volesse Dio schiacciarmi, stendere la mano e sopprimermi!
610Ciò sarebbe per me un qualche conforto e gioirei, pur nell'angoscia senza pietà, per non aver rinnegato i decreti del Santo.
611Qual la mia forza, perché io possa durare, o qual la mia fine, perché prolunghi la vita?
612La mia forza è forza di macigni? La mia carne è forse di bronzo?
613Non v'è proprio aiuto per me? Ogni soccorso mi è precluso?
614A chi è sfinito è dovuta pietà dagli amici, anche se ha abbandonato il timore di Dio.
615I miei fratelli mi hanno deluso come un torrente, sono dileguati come i torrenti delle valli,
616i quali sono torbidi per lo sgelo, si gonfiano allo sciogliersi della neve,
617ma al tempo della siccità svaniscono e all'arsura scompaiono dai loro letti.
618Deviano dalle loro piste le carovane, avanzano nel deserto e vi si perdono;
619le carovane di Tema guardano là, i viandanti di Saba sperano in essi:
620ma rimangono delusi d'avere sperato, giunti fin là, ne restano confusi.
621Così ora voi siete per me: vedete che faccio orrore e vi prende paura.
622Vi ho detto forse: «Datemi qualcosa» o «dei vostri beni fatemi un regalo»
623o «liberatemi dalle mani di un nemico» o «dalle mani dei violenti riscattatemi»?
624Istruitemi e allora io tacerò, fatemi conoscere in che cosa ho sbagliato.
625Che hanno di offensivo le giuste parole? Ma che cosa dimostra la prova che viene da voi?
626Forse voi pensate a confutare parole, e come sparsi al vento stimate i detti di un disperato!
627Anche sull'orfano gettereste la sorte e a un vostro amico scavereste la fossa.
628Ma ora degnatevi di volgervi verso di me: davanti a voi non mentirò.
629Su, ricredetevi: non siate ingiusti! Ricredetevi; la mia giustizia è ancora qui!
630C'è forse iniquità sulla mia lingua o il mio palato non distingue più le sventure?
71Non ha forse un duro lavoro l'uomo sulla terra e i suoi giorni non sono come quelli d'un mercenario?
72Come lo schiavo sospira l'ombra e come il mercenario aspetta il suo salario,
73così a me son toccati mesi d'illusione e notti di dolore mi sono state assegnate.
74Se mi corico dico: «Quando mi alzerò?». Si allungano le ombre e sono stanco di rigirarmi fino all'alba.
75Ricoperta di vermi e croste è la mia carne, raggrinzita è la mia pelle e si disfà.
76I miei giorni sono stati più veloci d'una spola, sono finiti senza speranza.
77Ricordati che un soffio è la mia vita: il mio occhio non rivedrà più il bene.
78Non mi scorgerà più l'occhio di chi mi vede: i tuoi occhi saranno su di me e io più non sarò.
79Una nube svanisce e se ne va, così chi scende agl'inferi più non risale;
710non tornerà più nella sua casa, mai più lo rivedrà la sua dimora.
711Ma io non terrò chiusa la mia bocca, parlerò nell'angoscia del mio spirito, mi lamenterò nell'amarezza del mio cuore!
712Son io forse il mare oppure un mostro marino, perché tu mi metta accanto una guardia?
713Quando io dico: «Il mio giaciglio mi darà sollievo, il mio letto allevierà la mia sofferenza»,
714tu allora mi spaventi con sogni e con fantasmi tu mi atterrisci.
715Preferirei essere soffocato, la morte piuttosto che questi miei dolori!
716Io mi disfaccio, non vivrò più a lungo. Lasciami, perché un soffio sono i miei giorni.
717Che è quest'uomo che tu nei fai tanto conto e a lui rivolgi la tua attenzione
718e lo scruti ogni mattina e ad ogni istante lo metti alla prova?
719Fino a quando da me non toglierai lo sguardo e non mi lascerai inghiottire la saliva?
720Se ho peccato, che cosa ti ho fatto, o custode dell'uomo? Perché m'hai preso a bersaglio e ti son diventato di peso?
721Perché non cancelli il mio peccato e non dimentichi la mia iniquità? Ben presto giacerò nella polvere, mi cercherai, ma più non sarò!
81Allora prese a dire Bildad il Suchita:
82Fino a quando dirai queste cose e vento impetuoso saranno le parole della tua bocca?
83Può forse Dio deviare il diritto o l'Onnipotente sovvertire la giustizia?
84Se i tuoi figli hanno peccato contro di lui, li ha messi in balìa della loro iniquità.
85Se tu cercherai Dio e implorerai l'Onnipotente,
86se puro e integro tu sei, fin d'ora veglierà su di te e ristabilirà la dimora della tua giustizia;
87piccola cosa sarà la tua condizione di prima, di fronte alla grandezza che avrà la futura.
88Chiedilo infatti alle generazioni passate, poni mente all'esperienza dei loro padri,
89perché noi siamo di ieri e nulla sappiamo, come un'ombra sono i nostri giorni sulla terra.
810Essi forse non ti istruiranno e ti parleranno traendo le parole dal cuore?
811Cresce forse il papiro fuori della palude e si sviluppa forse il giunco senz'acqua?
812E' ancora verde, non buono per tagliarlo, e inaridisce prima d'ogni altra erba.
813Tale il destino di chi dimentica Dio, così svanisce la speranza dell'empio;
814la sua fiducia è come un filo e una tela di ragno è la sua sicurezza:
815si appoggi alla sua casa, essa non resiste, vi si aggrappi, ma essa non regge.
816Rigoglioso sia pure in faccia al sole e sopra il giardino si spandano i suoi rami,
817sul terreno sassoso s'intreccino le sue radici, tra le pietre attinga la vita.
818Se lo si toglie dal suo luogo, questo lo rinnega: «Non t'ho mai visto!».
819Ecco la gioia del suo destino e dalla terra altri rispuntano.
820Dunque, Dio non rigetta l'uomo integro, e non sostiene la mano dei malfattori.
821Colmerà di nuovo la tua bocca di sorriso e le tue labbra di gioia.
822I tuoi nemici saran coperti di vergogna e la tenda degli empi più non sarà.
91Giobbe rispose dicendo:
92In verità io so che è così: e come può un uomo aver ragione innanzi a Dio?
93Se uno volesse disputare con lui, non gli risponderebbe una volta su mille.
94Saggio di mente, potente per la forza, chi s'è opposto a lui ed è rimasto salvo?
95Sposta le montagne e non lo sanno, egli nella sua ira le sconvolge.
96Scuote la terra dal suo posto e le sue colonne tremano.
97Comanda al sole ed esso non sorge e alle stelle pone il suo sigillo.
98Egli da solo stende i cieli e cammina sulle onde del mare.
99Crea l'Orsa e l'Orione, le Pleiadi e i penetrali del cielo australe.
910Fa cose tanto grandi da non potersi indagare, meraviglie da non potersi contare.
911Ecco, mi passa vicino e non lo vedo, se ne va e di lui non m'accorgo.
912Se rapisce qualcosa, chi lo può impedire? Chi gli può dire: «Che fai?».
913Dio non ritira la sua collera: sotto di lui sono fiaccati i sostenitori di Raab.
914Tanto meno io potrei rispondergli, trovare parole da dirgli!
915Se avessi anche ragione, non risponderei, al mio giudice dovrei domandare pietà.
916Se io lo invocassi e mi rispondesse, non crederei che voglia ascoltare la mia voce.
917Egli con una tempesta mi schiaccia, moltiplica le mie piaghe senza ragione,
918non mi lascia riprendere il fiato, anzi mi sazia di amarezze.
919Se si tratta di forza, è lui che dà il vigore; se di giustizia, chi potrà citarlo?
920Se avessi ragione, il mio parlare mi condannerebbe; se fossi innocente, egli proverebbe che io sono reo.
921Sono innocente? Non lo so neppure io, detesto la mia vita!
922Per questo io dico: «E' la stessa cosa»: egli fa perire l'innocente e il reo!
923Se un flagello uccide all'improvviso, della sciagura degli innocenti egli ride.
924La terra è lasciata in balìa del malfattore: egli vela il volto dei suoi giudici; se non lui, chi dunque sarà?
925I miei giorni passano più veloci d'un corriere, fuggono senza godere alcun bene,
926volano come barche di giunchi, come aquila che piomba sulla preda.
927Se dico: «Voglio dimenticare il mio gemito, cambiare il mio volto ed essere lieto»,
928mi spavento per tutti i miei dolori; so bene che non mi dichiarerai innocente.
929Se sono colpevole, perché affaticarmi invano?
930Anche se mi lavassi con la neve e pulissi con la soda le mie mani,
931allora tu mi tufferesti in un pantano e in orrore mi avrebbero le mie vesti.
932Poiché non è uomo come me, che io possa rispondergli: «Presentiamoci alla pari in giudizio».
933Non c'è fra noi due un arbitro che ponga la mano su noi due.
934Allontani da me la sua verga sì che non mi spaventi il suo terrore:
935allora io potrò parlare senza temerlo, perché così non sono in me stesso.
101Stanco io sono della mia vita! Darò libero sfogo al mio lamento, parlerò nell'amarezza del mio cuore.
102Dirò a Dio: Non condannarmi! Fammi sapere perché mi sei avversario.
103E' forse bene per te opprimermi, disprezzare l'opera delle tue mani e favorire i progetti dei malvagi?
104Hai tu forse occhi di carne o anche tu vedi come l'uomo?
105Sono forse i tuoi giorni come i giorni di un uomo, i tuoi anni come i giorni di un mortale,
106perché tu debba scrutare la mia colpa e frugare il mio peccato,
107pur sapendo ch'io non sono colpevole e che nessuno mi può liberare dalla tua mano?
108Le tue mani mi hanno plasmato e mi hanno fatto integro in ogni parte; vorresti ora distruggermi?
109Ricordati che come argilla mi hai plasmato e in polvere mi farai tornare.
1010Non m'hai colato forse come latte e fatto accagliare come cacio?
1011Di pelle e di carne mi hai rivestito, d'ossa e di nervi mi hai intessuto.
1012Vita e benevolenza tu mi hai concesso e la tua premura ha custodito il mio spirito.
1013Eppure, questo nascondevi nel cuore, so che questo avevi nel pensiero!
1014Tu mi sorvegli, se pecco, e non mi lasci impunito per la mia colpa.
1015Se sono colpevole, guai a me! Se giusto, non oso sollevare la testa, sazio d'ignominia, come sono, ed ebbro di miseria.
1016Se la sollevo, tu come un leopardo mi dai la caccia e torni a compiere prodigi contro di me,
1017su di me rinnovi i tuoi attacchi, contro di me aumenti la tua ira e truppe sempre fresche mi assalgono.
1018Perché tu mi hai tratto dal seno materno? Fossi morto e nessun occhio m'avesse mai visto!
1019Sarei come se non fossi mai esistito; dal ventre sarei stato portato alla tomba!
1020E non son poca cosa i giorni della mia vita? Lasciami, sì ch'io possa respirare un poco
1021prima che me ne vada, senza ritornare, verso la terra delle tenebre e dell'ombra di morte,
1022terra di caligine e di disordine, dove la luce è come le tenebre.
111Allora Zofar il Naamatita prese la parola e disse:
112A tante parole non si darà risposta? O il loquace dovrà aver ragione?
113I tuoi sproloqui faranno tacere la gente? Ti farai beffe, senza che alcuno ti svergogni?
114Tu dici: «Pura è la mia condotta, io sono irreprensibile agli occhi di lui».
115Tuttavia, volesse Dio parlare e aprire le labbra contro di te,
116per manifestarti i segreti della sapienza, che sono così difficili all'intelletto, allora sapresti che Dio ti condona parte della tua colpa.
117Credi tu di scrutare l'intimo di Dio o di penetrare la perfezione dell'Onnipotente?
118E' più alta del cielo: che cosa puoi fare? E' più profonda degli inferi: che ne sai?
119Più lunga della terra ne è la dimensione, più vasta del mare.
1110Se egli assale e imprigiona e chiama in giudizio, chi glielo può impedire?
1111Egli conosce gli uomini fallaci, vede l'iniquità e l'osserva:
1112l'uomo stolto mette giudizio e da ònagro indomito diventa docile.
1113Ora, se tu a Dio dirigerai il cuore e tenderai a lui le tue palme,
1114se allontanerai l'iniquità che è nella tua mano e non farai abitare l'ingiustizia nelle tue tende,
1115allora potrai alzare la faccia senza macchia e sarai saldo e non avrai timori,
1116perché dimenticherai l'affanno e te ne ricorderai come di acqua passata;
1117più del sole meridiano splenderà la tua vita, l'oscurità sarà per te come l'aurora.
1118Ti terrai sicuro per ciò che ti attende e, guardandoti attorno, riposerai tranquillo.
1119Ti coricherai e nessuno ti disturberà, molti anzi cercheranno i tuoi favori.
1120Ma gli occhi dei malvagi languiranno, ogni scampo è per essi perduto, unica loro speranza è l'ultimo respiro!
121Giobbe allora rispose:
122E' vero, sì, che voi siete la voce del popolo e la sapienza morirà con voi!
123Anch'io però ho senno come voi, e non sono da meno di voi; chi non sa cose simili?
124Ludibrio del suo amico è diventato chi grida a Dio perché gli risponda; ludibrio il giusto, l'integro!
125«Per la sventura, disprezzo», pensa la gente prosperosa, «spinte, a colui che ha il piede tremante».
126Le tende dei ladri sono tranquille, c'è sicurezza per chi provoca Dio, per chi vuol ridurre Dio in suo potere.
127Ma interroga pure le bestie, perché ti ammaestrino, gli uccelli del cielo, perché ti informino,
128o i rettili della terra, perché ti istruiscano o i pesci del mare perché te lo faccian sapere.
129Chi non sa, fra tutti questi esseri, che la mano del Signore ha fatto questo?
1210Egli ha in mano l'anima di ogni vivente e il soffio d'ogni carne umana.
1211L'orecchio non distingue forse le parole e il palato non assapora i cibi?
1212Nei canuti sta la saggezza e nella vita lunga la prudenza.
1213In lui risiede la sapienza e la forza, a lui appartiene il consiglio e la prudenza!
1214Ecco, se egli demolisce, non si può ricostruire, se imprigiona uno, non si può liberare.
1215Se trattiene le acque, tutto si secca, se le lascia andare, devastano la terra.
1216Da lui viene potenza e sagacia, a lui appartiene l'ingannato e l'ingannatore.
1217Rende stolti i consiglieri della terra, priva i giudici di senno;
1218scioglie la cintura dei re e cinge i loro fianchi d'una corda.
1219Fa andare scalzi i sacerdoti e rovescia i potenti.
1220Toglie la favella ai più veraci e priva del senno i vegliardi.
1221Sui nobili spande il disprezzo e allenta la cintura ai forti.
1222Strappa dalle tenebre i segreti e porta alla luce le cose oscure.
1223Fa grandi i popoli e li lascia perire, estende le nazioni e le abbandona.
1224Toglie il senno ai capi del paese e li fa vagare per solitudini senza strade,
1225vanno a tastoni per le tenebre, senza luce, e barcollano come ubriachi.
131Ecco, tutto questo ha visto il mio occhio, l'ha udito il mio orecchio e l'ha compreso.
132Quel che sapete voi, lo so anch'io; non sono da meno di voi.
133Ma io all'Onnipotente vorrei parlare, a Dio vorrei fare rimostranze.
134Voi siete raffazzonatori di menzogne, siete tutti medici da nulla.
135Magari taceste del tutto! sarebbe per voi un atto di sapienza!
136Ascoltate dunque la mia riprensione e alla difesa delle mie labbra fate attenzione.
137Volete forse in difesa di Dio dire il falso e in suo favore parlare con inganno?
138Vorreste trattarlo con parzialità e farvi difensori di Dio?
139Sarebbe bene per voi se egli vi scrutasse? Come s'inganna un uomo, credete di ingannarlo?
1310Severamente vi redarguirà, se in segreto gli siete parziali.
1311Forse la sua maestà non vi incute spavento e il terrore di lui non vi assale?
1312Sentenze di cenere sono i vostri moniti, difese di argilla le vostre difese.
1313Tacete, state lontani da me: parlerò io, mi capiti quel che capiti.
1314Voglio afferrare la mia carne con i denti e mettere sulle mie mani la mia vita.
1315Mi uccida pure, non me ne dolgo; voglio solo difendere davanti a lui la mia condotta!
1316Questo mi sarà pegno di vittoria, perché un empio non si presenterebbe davanti a lui.
1317Ascoltate bene le mie parole e il mio esposto sia nei vostri orecchi.
1318Ecco, tutto ho preparato per il giudizio, son convinto che sarò dichiarato innocente.
1319Chi vuol muover causa contro di me? Perché allora tacerò, pronto a morire.
1320Solo, assicurami due cose e allora non mi sottrarrò alla tua presenza;
1321allontana da me la tua mano e il tuo terrore più non mi spaventi;
1322poi interrogami pure e io risponderò oppure parlerò io e tu mi risponderai.
1323Quante sono le mie colpe e i miei peccati? Fammi conoscere il mio misfatto e il mio peccato.
1324Perché mi nascondi la tua faccia e mi consideri come un nemico?
1325Vuoi spaventare una foglia dispersa dal vento e dar la caccia a una paglia secca?
1326Poiché scrivi contro di me sentenze amare e mi rinfacci i miei errori giovanili;
1327tu metti i miei piedi in ceppi, spii tutti i miei passi e ti segni le orme dei miei piedi.
1328Intanto io mi disfò come legno tarlato o come un vestito corroso da tignola.
141L'uomo, nato di donna, breve di giorni e sazio di inquietudine,
142come un fiore spunta e avvizzisce, fugge come l'ombra e mai si ferma.
143Tu, sopra un tal essere tieni aperti i tuoi occhi e lo chiami a giudizio presso di te?
144Chi può trarre il puro dall'immondo? Nessuno.
145Se i suoi giorni sono contati, se il numero dei suoi mesi dipende da te, se hai fissato un termine che non può oltrepassare,
146distogli lo sguardo da lui e lascialo stare finché abbia compiuto, come un salariato, la sua giornata!
147Poiché anche per l'albero c'è speranza: se viene tagliato, ancora ributta e i suoi germogli non cessano di crescere;
148se sotto terra invecchia la sua radice e al suolo muore il suo tronco,
149al sentore dell'acqua rigermoglia e mette rami come nuova pianta.
1410L'uomo invece, se muore, giace inerte, quando il mortale spira, dov'è?
1411Potranno sparire le acque del mare e i fiumi prosciugarsi e disseccarsi,
1412ma l'uomo che giace più non s'alzerà, finché durano i cieli non si sveglierà, né più si desterà dal suo sonno.
1413Oh, se tu volessi nascondermi nella tomba, occultarmi, finché sarà passata la tua ira, fissarmi un termine e poi ricordarti di me!
1414Se l'uomo che muore potesse rivivere, aspetterei tutti i giorni della mia milizia finché arrivi per me l'ora del cambio!
1415Mi chiameresti e io risponderei, l'opera delle tue mani tu brameresti.
1416Mentre ora tu conti i miei passi non spieresti più il mio peccato:
1417in un sacchetto, chiuso, sarebbe il mio misfatto e tu cancelleresti la mia colpa.
1418Ohimè! come un monte finisce in una frana e come una rupe si stacca dal suo posto,
1419e le acque consumano le pietre, le alluvioni portano via il terreno: così tu annienti la speranza dell'uomo.
1420Tu lo abbatti per sempre ed egli se ne va, tu sfiguri il suo volto e lo scacci.
1421Siano pure onorati i suoi figli, non lo sa; siano disprezzati, lo ignora!
1422Soltanto i suoi dolori egli sente e piange sopra di sé.
151Elifaz il Temanita prese a dire:
152Potrebbe il saggio rispondere con ragioni campate in aria e riempirsi il ventre di vento d'oriente?
153Si difende egli con parole senza costrutto e con discorsi inutili?
154Tu anzi distruggi la religione e abolisci la preghiera innanzi a Dio.
155Sì, la tua malizia suggerisce alla tua bocca e scegli il linguaggio degli astuti.
156Non io, ma la tua bocca ti condanna e le tue labbra attestano contro di te.
157Sei forse tu il primo uomo che è nato, o, prima dei monti, sei venuto al mondo?
158Hai avuto accesso ai segreti consigli di Dio e ti sei appropriata tu solo la sapienza?
159Che cosa sai tu che noi non sappiamo? Che cosa capisci che da noi non si comprenda?
1510Anche fra di noi c'è il vecchio e c'è il canuto più di tuo padre, carico d'anni.
1511Poca cosa sono per te le consolazioni di Dio e una parola moderata a te rivolta?
1512Perché il tuo cuore ti trasporta e perché fanno cenni i tuoi occhi,
1513quando volgi contro Dio il tuo animo e fai uscire tali parole dalla tua bocca?
1514Che cos'è l'uomo perché si ritenga puro, perché si dica giusto un nato di donna?
1515Ecco, neppure dei suoi santi egli ha fiducia e i cieli non sono puri ai suoi occhi;
1516quanto meno un essere abominevole e corrotto, l'uomo, che beve l'iniquità come acqua.
1517Voglio spiegartelo, ascoltami, ti racconterò quel che ho visto,
1518quello che i saggi riferiscono, non celato ad essi dai loro padri;
1519a essi soli fu concessa questa terra, né straniero alcuno era passato in mezzo a loro.
1520Per tutti i giorni della vita il malvagio si tormenta; sono contati gli anni riservati al violento.
1521Voci di spavento gli risuonano agli orecchi e in piena pace si vede assalito dal predone.
1522Non crede di potersi sottrarre alle tenebre, egli si sente destinato alla spada.
1523Destinato in pasto agli avvoltoi, sa che gli è preparata la rovina.
1524Un giorno tenebroso lo spaventa, la miseria e l'angoscia l'assalgono come un re pronto all'attacco,
1525perché ha steso contro Dio la sua mano, ha osato farsi forte contro l'Onnipotente;
1526correva contro di lui a testa alta, al riparo del curvo spessore del suo scudo;
1527poiché aveva la faccia coperta di grasso e pinguedine intorno ai suoi fianchi.
1528Avrà dimora in città diroccate, in case dove non si abita più, destinate a diventare macerie.
1529Non arricchirà, non durerà la sua fortuna, non metterà radici sulla terra.
1530Alle tenebre non sfuggirà, la vampa seccherà i suoi germogli e dal vento sarà involato il suo frutto.
1531Non confidi in una vanità fallace, perché sarà una rovina.
1532La sua fronda sarà tagliata prima del tempo e i suoi rami non rinverdiranno più.
1533Sarà spogliato come vigna della sua uva ancor acerba e getterà via come ulivo i suoi fiori,
1534poiché la stirpe dell'empio è sterile e il fuoco divora le tende dell'uomo venale.
1535Concepisce malizia e genera sventura e nel suo seno alleva delusione.
161Allora rispose:
162Ne ho udite gia molte di simili cose! Siete tutti consolatori molesti.
163Non avran termine le parole campate in aria? O che cosa ti spinge a rispondere così?
164Anch'io sarei capace di parlare come voi, se voi foste al mio posto: vi affogherei con parole e scuoterei il mio capo su di voi.
165Vi conforterei con la bocca e il tremito delle mie labbra cesserebbe.
166Ma se parlo, non viene impedito il mio dolore; se taccio, che cosa lo allontana da me?
167Ora però egli m'ha spossato, fiaccato, tutto il mio vicinato mi è addosso;
168si è costituito testimone ed è insorto contro di me: il mio calunniatore mi accusa in faccia.
169La sua collera mi dilania e mi perseguita; digrigna i denti contro di me, il mio nemico su di me aguzza gli occhi.
1610Spalancano la bocca contro di me, mi schiaffeggiano con insulti, insieme si alleano contro di me.
1611Dio mi consegna come preda all'empio, e mi getta nelle mani dei malvagi.
1612Me ne stavo tranquillo ed egli mi ha rovinato, mi ha afferrato per il collo e mi ha stritolato; ha fatto di me il suo bersaglio.
1613I suoi arcieri mi circondano; mi trafigge i fianchi senza pietà, versa a terra il mio fiele,
1614mi apre ferita su ferita, mi si avventa contro come un guerriero.
1615Ho cucito un sacco sulla mia pelle e ho prostrato la fronte nella polvere.
1616La mia faccia è rossa per il pianto e sulle mie palpebre v'è una fitta oscurità.
1617Non c'è violenza nelle mie mani e pura è stata la mia preghiera.
1618O terra, non coprire il mio sangue e non abbia sosta il mio grido!
1619Ma ecco, fin d'ora il mio testimone è nei cieli, il mio mallevadore è lassù;
1620miei avvocati presso Dio sono i miei lamenti, mentre davanti a lui sparge lacrime il mio occhio,
1621perché difenda l'uomo davanti a Dio, come un mortale fa con un suo amico;
1622poiché passano i miei anni contati e io me ne vado per una via senza ritorno.
171Il mio spirito vien meno, i miei giorni si spengono; non c'è per me che la tomba!
172Non sono io in balìa di beffardi? Fra i loro insulti veglia il mio occhio.
173Sii tu la mia garanzia presso di te! Qual altro vorrebbe stringermi la destra?
174Poiché hai privato di senno la loro mente, per questo non li lascerai trionfare.
175Come chi invita gli amici a parte del suo pranzo, mentre gli occhi dei suoi figli languiscono;
176così son diventato ludibrio dei popoli sono oggetto di scherno davanti a loro.
177Si offusca per il dolore il mio occhio e le mie membra non sono che ombra.
178Gli onesti ne rimangono stupiti e l'innocente s'indigna contro l'empio.
179Ma il giusto si conferma nella sua condotta e chi ha le mani pure raddoppia il coraggio.
1710Su, venite di nuovo tutti: io non troverò un saggio fra di voi.
1711I miei giorni sono passati, svaniti i miei progetti, i voti del mio cuore.
1712Cambiano la notte in giorno, la luce - dicono - è più vicina delle tenebre.
1713Se posso sperare qualche cosa, la tomba è la mia casa, nelle tenebre distendo il mio giaciglio.
1714Al sepolcro io grido: «Padre mio sei tu!» e ai vermi: «Madre mia, sorelle mie voi siete!».
1715E la mia speranza dov'è? Il mio benessere chi lo vedrà?
1716Scenderanno forse con me nella tomba o caleremo insieme nella polvere!
181Bildad il Suchita prese a dire:
182Quando porrai fine alle tue chiacchiere? Rifletti bene e poi parleremo.
183Perché considerarci come bestie, ci fai passare per bruti ai tuoi occhi?
184Tu che ti rodi l'anima nel tuo furore, forse per causa tua sarà abbandonata la terra e le rupi si staccheranno dal loro posto?
185Certamente la luce del malvagio si spegnerà e più non brillerà la fiamma del suo focolare.
186La luce si offuscherà nella sua tenda e la lucerna si estinguerà sopra di lui.
187Il suo energico passo s'accorcerà e i suoi progetti lo faran precipitare,
188poiché incapperà in una rete con i suoi piedi e sopra un tranello camminerà.
189Un laccio l'afferrerà per il calcagno, un nodo scorsoio lo stringerà.
1810Gli è nascosta per terra una fune e gli è tesa una trappola sul sentiero.
1811Lo spaventano da tutte le parti terrori e lo inseguono alle calcagna.
1812Diventerà carestia la sua opulenza e la rovina è lì in piedi al suo fianco.
1813Un malanno divorerà la sua pelle, roderà le sue membra il primogenito della morte.
1814Sarà tolto dalla tenda in cui fidava, per essere trascinato al re dei terrori!
1815Potresti abitare nella tenda che non è più sua; sulla sua dimora si spargerà zolfo.
1816Al di sotto, le sue radici si seccheranno, sopra, saranno tagliati i suoi rami.
1817Il suo ricordo sparirà dalla terra e il suo nome più non si udrà per la contrada.
1818Lo getteranno dalla luce nel buio e dal mondo lo stermineranno.
1819Non famiglia, non discendenza avrà nel suo popolo, non superstiti nei luoghi della sua dimora.
1820Della sua fine stupirà l'occidente e l'oriente ne prenderà orrore.
1821Ecco qual è la sorte dell'iniquo: questa è la dimora di chi misconosce Dio.
191Giobbe allora rispose:
192Fino a quando mi tormenterete e mi opprimerete con le vostre parole?
193Son dieci volte che mi insultate e mi maltrattate senza pudore.
194E' poi vero che io abbia mancato e che persista nel mio errore?
195Non è forse vero che credete di vincere contro di me, rinfacciandomi la mia abiezione?
196Sappiate dunque che Dio mi ha piegato e mi ha avviluppato nella sua rete.
197Ecco, grido contro la violenza, ma non ho risposta, chiedo aiuto, ma non c'è giustizia!
198Mi ha sbarrato la strada perché non passi e sul mio sentiero ha disteso le tenebre.
199Mi ha spogliato della mia gloria e mi ha tolto dal capo la corona.
1910Mi ha disfatto da ogni parte e io sparisco, mi ha strappato, come un albero, la speranza.
1911Ha acceso contro di me la sua ira e mi considera come suo nemico.
1912Insieme sono accorse le sue schiere e si sono spianata la strada contro di me; hanno posto l'assedio intorno alla mia tenda.
1913I miei fratelli si sono allontanati da me, persino gli amici mi si sono fatti stranieri.
1914Scomparsi sono vicini e conoscenti, mi hanno dimenticato gli ospiti di casa;
1915da estraneo mi trattano le mie ancelle, un forestiero sono ai loro occhi.
1916Chiamo il mio servo ed egli non risponde, devo supplicarlo con la mia bocca.
1917Il mio fiato è ripugnante per mia moglie e faccio schifo ai figli di mia madre.
1918Anche i monelli hanno ribrezzo di me: se tento d'alzarmi, mi danno la baia.
1919Mi hanno in orrore tutti i miei confidenti: quelli che amavo si rivoltano contro di me.
1920Alla pelle si attaccano le mie ossa e non è salva che la pelle dei miei denti.
1921Pietà, pietà di me, almeno voi miei amici, perché la mano di Dio mi ha percosso!
1922Perché vi accanite contro di me, come Dio, e non siete mai sazi della mia carne?
1923Oh, se le mie parole si scrivessero, se si fissassero in un libro,
1924fossero impresse con stilo di ferro sul piombo, per sempre s'incidessero sulla roccia!
1925Io lo so che il mio Vendicatore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!
1926Dopo che questa mia pelle sarà distrutta, senza la mia carne, vedrò Dio.
1927Io lo vedrò, io stesso, e i miei occhi lo contempleranno non da straniero. Le mie viscere si consumano dentro di me.
1928Poiché dite: «Come lo perseguitiamo noi, se la radice del suo danno è in lui?»,
1929temete per voi la spada, poiché punitrice d'iniquità è la spada, affinché sappiate che c'è un giudice.
201Zofar il Naamatita prese a dire:
202Per questo i miei pensieri mi spingono a rispondere e perciò v'è questa fretta dentro di me.
203Ho ascoltato un rimprovero per me offensivo, ma uno spirito, dal mio interno, mi spinge a replicare.
204Non sai tu che da sempre, da quando l'uomo fu posto sulla terra,
205il trionfo degli empi è breve e la gioia del perverso è d'un istante?
206Anche se innalzasse fino al cielo la sua statura e il suo capo toccasse le nubi,
207come lo sterco sarebbe spazzato per sempre e chi lo aveva visto direbbe: «Dov'è?».
208Svanirà come un sogno, e non si troverà più, si dileguerà come visione notturna.
209L'occhio avvezzo a vederlo più non lo vedrà, né più lo scorgerà la sua dimora.
2010I suoi figli dovranno risarcire i poveri, le loro mani restituiranno le sue ricchezze.
2011Le sue ossa erano ancora piene di giovinezza, ma con lui giacciono nella polvere.
2012Se alla sua bocca fu dolce il male, se lo teneva nascosto sotto la sua lingua,
2013assaporandolo senza inghiottirlo, se lo tratteneva in mezzo al suo palato:
2014il suo cibo gli si guasterà nelle viscere, veleno d'aspidi gli sarà nell'intestino.
2015I beni divorati ora rivomita, Dio glieli caccia fuori dal ventre.
2016Veleno d'aspide ha succhiato, una lingua di vipera lo uccide.
2017Non vedrà più ruscelli d'olio, fiumi di miele e fior di latte;
2018renderà i sudati acquisti senza assaggiarli, come non godrà del frutto del suo commercio,
2019perché ha oppresso e abbandonato i miseri, ha rubato case invece di costruirle;
2020perché non ha saputo essere pago dei suoi beni, con i suoi tesori non si salverà.
2021Nulla è sfuggito alla sua voracità, per questo non durerà il suo benessere.
2022Nel colmo della sua abbondanza si troverà in miseria; ogni sorta di sciagura piomberà su di lui.
2023Quando starà per riempire il suo ventre, Dio scaglierà su di lui la fiamma del suo sdegno, e gli farà piovere addosso brace.
2024Se sfuggirà l'arma di ferro, lo trafiggerà l'arco di bronzo:
2025gli uscirà il dardo dalla schiena, una spada lucente dal fegato. Lo assaliranno i terrori;
2026tutte le tenebre gli sono riservate. Lo divorerà un fuoco non acceso da un uomo, esso consumerà quanto è rimasto nella sua tenda.
2027Riveleranno i cieli la sua iniquità e la terra si alzerà contro di lui.
2028Un'alluvione travolgerà la sua casa, scorrerà nel giorno dell'ira.
2029Questa è la sorte che Dio riserva all'uomo perverso, la parte a lui decretata da Dio.
211Giobbe rispose:
212Ascoltate bene la mia parola e sia questo almeno il conforto che mi date.
213Tollerate che io parli e, dopo il mio parlare, deridetemi pure.
214Forse io mi lamento di un uomo? E perché non dovrei perder la pazienza?
215Statemi attenti e resterete stupiti, mettetevi la mano sulla bocca.
216Se io ci penso, ne sono turbato e la mia carne è presa da un brivido.
217Perché vivono i malvagi, invecchiano, anzi sono potenti e gagliardi?
218La loro prole prospera insieme con essi, i loro rampolli crescono sotto i loro occhi.
219Le loro case sono tranquille e senza timori; il bastone di Dio non pesa su di loro.
2110Il loro toro feconda e non falla, la vacca partorisce e non abortisce.
2111Mandano fuori, come un gregge, i loro ragazzi e i loro figli saltano in festa.
2112Cantano al suono di timpani e di cetre, si divertono al suono delle zampogne.
2113Finiscono nel benessere i loro giorni e scendono tranquilli negli inferi.
2114Eppure dicevano a Dio: «Allontanati da noi, non vogliamo conoscer le tue vie.
2115Chi è l'Onnipotente, perché dobbiamo servirlo? E che ci giova pregarlo?».
2116Non hanno forse in mano il loro benessere? Il consiglio degli empi non è lungi da lui?
2117Quante volte si spegne la lucerna degli empi, o la sventura piomba su di loro, e infliggerà loro castighi con ira?
2118Diventano essi come paglia di fronte al vento o come pula in preda all'uragano?
2119«Dio serba per i loro figli il suo castigo...». Ma lo faccia pagare piuttosto a lui stesso e lo senta!
2120Veda con i suoi occhi la sua rovina e beva dell'ira dell'Onnipotente!
2121Che cosa gli importa infatti della sua casa dopo di sé, quando il numero dei suoi mesi è finito?
2122S'insegna forse la scienza a Dio, a lui che giudica gli esseri di lassù?
2123Uno muore in piena salute, tutto tranquillo e prospero;
2124i suoi fianchi sono coperti di grasso e il midollo delle sue ossa è ben nutrito.
2125Un altro muore con l'amarezza in cuore senza aver mai gustato il bene.
2126Nella polvere giacciono insieme e i vermi li ricoprono.
2127Ecco, io conosco i vostri pensieri e gli iniqui giudizi che fate contro di me!
2128Infatti, voi dite: «Dov'è la casa del prepotente, dove sono le tende degli empi?».
2129Non avete interrogato quelli che viaggiano? Non potete negare le loro prove,
2130che nel giorno della sciagura è risparmiato il malvagio e nel giorno dell'ira egli la scampa.
2131Chi gli rimprovera in faccia la sua condotta e di quel che ha fatto chi lo ripaga?
2132Egli sarà portato al sepolcro, sul suo tumulo si veglia
2133e gli sono lievi le zolle della tomba. Trae dietro di sé tutti gli uomini e innanzi a sé una folla senza numero.
2134Perché dunque mi consolate invano, mentre delle vostre risposte non resta che inganno?
221Elifaz il Temanita prese a dire:
222Può forse l'uomo giovare a Dio, se il saggio giova solo a se stesso?
223Quale interesse ne viene all'Onnipotente che tu sia giusto o che vantaggio ha, se tieni una condotta integra?
224Forse per la tua pietà ti punisce e ti convoca in giudizio?
225O non piuttosto per la tua grande malvagità e per le tue iniquità senza limite?
226Senza motivo infatti hai angariato i tuoi fratelli e delle vesti hai spogliato gli ignudi.
227Non hai dato da bere all'assetato e all'affamato hai rifiutato il pane,
228la terra l'ha il prepotente e vi abita il tuo favorito.
229Le vedove hai rimandato a mani vuote e le braccia degli orfani hai rotto.
2210Ecco perché d'intorno a te ci sono lacci e un improvviso spavento ti sorprende.
2211Tenebra è la tua luce e più non vedi e la piena delle acque ti sommerge.
2212Ma Dio non è nell'alto dei cieli? Guarda il vertice delle stelle: quanto sono alte!
2213E tu dici: «Che cosa sa Dio? Può giudicare attraverso la caligine?
2214Le nubi gli fanno velo e non vede e sulla volta dei cieli passeggia».
2215Vuoi tu seguire il sentiero d'un tempo, gia battuto da uomini empi,
2216che prima del tempo furono portati via, quando un fiume si era riversato sulle loro fondamenta?
2217Dicevano a Dio: «Allontànati da noi! Che cosa ci può fare l'Onnipotente?».
2218Eppure egli aveva riempito le loro case di beni, anche se i propositi degli empi erano lontani da lui.
2219I giusti ora vedono e ne godono e l'innocente si beffa di loro:
2220«Sì, certo è stata annientata la loro fortuna e il fuoco ne ha divorati gli avanzi!».
2221Su, riconcìliati con lui e tornerai felice, ne riceverai un gran vantaggio.
2222Accogli la legge dalla sua bocca e poni le sue parole nel tuo cuore.
2223Se ti rivolgerai all'Onnipotente con umiltà, se allontanerai l'iniquità dalla tua tenda,
2224se stimerai come polvere l'oro e come ciottoli dei fiumi l'oro di Ofir,
2225allora sarà l'Onnipotente il tuo oro e sarà per te argento a mucchi.
2226Allora sì, nell'Onnipotente ti delizierai e alzerai a Dio la tua faccia.
2227Lo supplicherai ed egli t'esaudirà e tu scioglierai i tuoi voti.
2228Deciderai una cosa e ti riuscirà e sul tuo cammino splenderà la luce.
2229Egli umilia l'alterigia del superbo, ma soccorre chi ha gli occhi bassi.
2230Egli libera l'innocente; tu sarai liberato per la purezza delle tue mani.
231Giobbe allora rispose:
232Ancor oggi il mio lamento è amaro e la sua mano grava sopra i miei gemiti.
233Oh, potessi sapere dove trovarlo, potessi arrivare fino al suo trono!
234Esporrei davanti a lui la mia causa e avrei piene le labbra di ragioni.
235Verrei a sapere le parole che mi risponde e capirei che cosa mi deve dire.
236Con sfoggio di potenza discuterebbe con me? Se almeno mi ascoltasse!
237Allora un giusto discuterebbe con lui e io per sempre sarei assolto dal mio giudice.
238Ma se vado in avanti, egli non c'è, se vado indietro, non lo sento.
239A sinistra lo cerco e non lo scorgo, mi volgo a destra e non lo vedo.
2310Poiché egli conosce la mia condotta, se mi prova al crogiuolo, come oro puro io ne esco.
2311Alle sue orme si è attaccato il mio piede, al suo cammino mi sono attenuto e non ho deviato;
2312dai comandi delle sue labbra non mi sono allontanato, nel cuore ho riposto i detti della sua bocca.
2313Se egli sceglie, chi lo farà cambiare? Ciò che egli vuole, lo fa.
2314Compie, certo, il mio destino e di simili piani ne ha molti.
2315Per questo davanti a lui sono atterrito, ci penso e ho paura di lui.
2316Dio ha fiaccato il mio cuore, l'Onnipotente mi ha atterrito;
2317non sono infatti perduto a causa della tenebra, né a causa dell'oscurità che ricopre il mio volto.
241Perché l'Onnipotente non si riserva i suoi tempi e i suoi fedeli non vedono i suoi giorni?
242I malvagi spostano i confini, rubano le greggi e le menano al pascolo;
243portano via l'asino degli orfani, prendono in pegno il bue della vedova.
244Spingono i poveri fuori strada, tutti i miseri del paese vanno a nascondersi.
245Eccoli, come ònagri nel deserto escono per il lavoro; di buon mattino vanno in cerca di vitto; la steppa offre loro cibo per i figli.
246Mietono nel campo non loro; racimolano la vigna del malvagio.
247Nudi passan la notte, senza panni, non hanno da coprirsi contro il freddo.
248Dagli scrosci dei monti sono bagnati, per mancanza di rifugi si aggrappano alle rocce.
249Rapiscono con violenza l'orfano e prendono in pegno ciò che copre il povero.
2410Ignudi se ne vanno, senza vesti e affamati portano i covoni.
2411Tra i filari frangono le olive, pigiano l'uva e soffrono la sete.
2412Dalla città si alza il gemito dei moribondi e l'anima dei feriti grida aiuto: Dio non presta attenzione alle loro preghiere.
2413Altri odiano la luce, non ne vogliono riconoscere le vie né vogliono batterne i sentieri.
2414Quando non c'è luce, si alza l'omicida per uccidere il misero e il povero; nella notte si aggira il ladro e si mette un velo sul volto.
2415L'occhio dell'adultero spia il buio e pensa: «Nessun occhio mi osserva!».
2416Nelle tenebre forzano le case, di giorno se ne stanno nascosti: non vogliono saperne della luce;
2417l'alba è per tutti loro come spettro di morte; quando schiarisce, provano i terrori del buio fondo.
2418Fuggono veloci di fronte al giorno; maledetta è la loro porzione di campo sulla terra, non si volgono più per la strada delle vigne.
2419Come siccità e calore assorbono le acque nevose, così la morte rapisce il peccatore.
2420Il seno che l'ha portato lo dimentica, i vermi ne fanno la loro delizia, non se ne conserva la memoria ed è troncata come un albero l'iniquità.
2421Egli maltratta la sterile che non genera e non fa del bene alla vedova.
2422Ma egli con la sua forza trascina i potenti, sorge quando più non può contare sulla vita.
2423Anche Dio gli concede sicurezza ed egli sta saldo, ma i suoi occhi sono sopra la sua condotta.
2424Salgono in alto per un poco, poi non sono più, sono buttati giù come tutti i mortali, falciati come la testa di una spiga.
2425Non è forse così? Chi può smentirmi e ridurre a nulla le mie parole?
251Bildad il Suchita prese a dire:
252V'è forse dominio e paura presso Colui Che mantiene la pace nell'alto dei cieli?
253Si possono forse contare le sue schiere? E sopra chi non sorge la sua luce?
254Come può giustificarsi un uomo davanti a Dio e apparire puro un nato di donna?
255Ecco, la luna stessa manca di chiarore e le stelle non sono pure ai suoi occhi:
256quanto meno l'uomo, questo verme, l'essere umano, questo bruco!
261Giobbe rispose:
262Quanto aiuto hai dato al debole e come hai soccorso il braccio senza forza!
263Quanti buoni consigli hai dato all'ignorante e con quanta abbondanza hai manifestato la saggezza!
264A chi hai tu rivolto la parola e qual è lo spirito che da te è uscito?
265I morti tremano sotto terra, come pure le acque e i loro abitanti.
266Nuda è la tomba davanti a lui e senza velo è l'abisso.
267Egli stende il settentrione sopra il vuoto, tiene sospesa la terra sopra il nulla.
268Rinchiude le acque dentro le nubi, e le nubi non si squarciano sotto il loro peso.
269Copre la vista del suo trono stendendovi sopra la sua nube.
2610Ha tracciato un cerchio sulle acque, sino al confine tra la luce e le tenebre.
2611Le colonne del cielo si scuotono, sono prese da stupore alla sua minaccia.
2612Con forza agita il mare e con intelligenza doma Raab.
2613Al suo soffio si rasserenano i cieli, la sua mano trafigge il serpente tortuoso.
2614Ecco, questi non sono che i margini delle sue opere; quanto lieve è il sussurro che noi ne percepiamo! Ma il tuono della sua potenza chi può comprenderlo?
271Giobbe continuò a dire:
272Per la vita di Dio, che mi ha privato del mio diritto, per l'Onnipotente che mi ha amareggiato l'animo,
273finché ci sarà in me un soffio di vita, e l'alito di Dio nelle mie narici,
274mai le mie labbra diranno falsità e la mia lingua mai pronunzierà menzogna!
275Lungi da me che io mai vi dia ragione; fino alla morte non rinunzierò alla mia integrità.
276Mi terrò saldo nella mia giustizia senza cedere, la mia coscienza non mi rimprovera nessuno dei miei giorni.
277Sia trattato come reo il mio nemico e il mio avversario come un ingiusto.
278Che cosa infatti può sperare l'empio, quando finirà, quando Dio gli toglierà la vita?
279Ascolterà forse Dio il suo grido, quando la sventura piomberà su di lui?
2710Porrà forse la sua compiacenza nell'Onnipotente? Potrà forse invocare Dio in ogni momento?
2711Io vi mostrerò la mano di Dio, non vi celerò i pensieri dell'Onnipotente.
2712Ecco, voi tutti lo vedete; perché dunque vi perdete in cose vane?
2713Questa è la sorte che Dio riserva al malvagio e la porzione che i violenti ricevono dall'Onnipotente.
2714Se ha molti figli, saranno per la spada e i suoi discendenti non avranno pane da sfamarsi;
2715i superstiti li seppellirà la peste e le loro vedove non faranno lamento.
2716Se ammassa argento come la polvere e come fango si prepara vesti:
2717egli le prepara, ma il giusto le indosserà e l'argento lo spartirà l'innocente.
2718Ha costruito la casa come fragile nido e come una capanna fatta da un guardiano.
2719Si corica ricco, ma per l'ultima volta, quando apre gli occhi, non avrà più nulla.
2720Di giorno il terrore lo assale, di notte se lo rapisce il turbine;
2721il vento d'oriente lo solleva e se ne va, lo strappa lontano dal suo posto.
2722Dio lo bersaglia senza pietà; tenta di sfuggire alla sua mano.
2723Si battono le mani contro di lui e si fischia su di lui dal luogo dove abita.
281Certo, per l'argento vi sono miniere e per l'oro luoghi dove esso si raffina.
282Il ferro si cava dal suolo e la pietra fusa libera il rame.
283L'uomo pone un termine alle tenebre e fruga fino all'estremo limite le rocce nel buio più fondo.
284Forano pozzi lungi dall'abitato coloro che perdono l'uso dei piedi: pendono sospesi lontano dalla gente e vacillano.
285Una terra, da cui si trae pane, di sotto è sconvolta come dal fuoco.
286Le sue pietre contengono zaffiri e oro la sua polvere.
287L'uccello rapace ne ignora il sentiero, non lo scorge neppure l'occhio dell'aquila,
288non battuto da bestie feroci, né mai attraversato dal leopardo.
289Contro la selce l'uomo porta la mano, sconvolge le montagne:
2810nelle rocce scava gallerie e su quanto è prezioso posa l'occhio:
2811scandaglia il fondo dei fiumi e quel che vi è nascosto porta alla luce.
2812Ma la sapienza da dove si trae? E il luogo dell'intelligenza dov'è?
2813L'uomo non ne conosce la via, essa non si trova sulla terra dei viventi.
2814L'abisso dice: «Non è in me!» e il mare dice: «Neppure presso di me!».
2815Non si scambia con l'oro più scelto, né per comprarla si pesa l'argento.
2816Non si acquista con l'oro di Ofir, con il prezioso berillo o con lo zaffiro.
2817Non la pareggia l'oro e il cristallo, né si permuta con vasi di oro puro.
2818Coralli e perle non meritano menzione, vale più scoprire la sapienza che le gemme.
2819Non la eguaglia il topazio d'Etiopia; con l'oro puro non si può scambiare a peso.
2820Ma da dove viene la sapienza? E il luogo dell'intelligenza dov'è?
2821E' nascosta agli occhi di ogni vivente ed è ignota agli uccelli del cielo.
2822L'abisso e la morte dicono: «Con gli orecchi ne udimmo la fama».
2823Dio solo ne conosce la via, lui solo sa dove si trovi,
2824perché volge lo sguardo fino alle estremità della terra, vede quanto è sotto la volta del cielo.
2825Quando diede al vento un peso e ordinò alle acque entro una misura,
2826quando impose una legge alla pioggia e una via al lampo dei tuoni;
2827allora la vide e la misurò, la comprese e la scrutò appieno
2828e disse all'uomo: «Ecco, temere Dio, questo è sapienza e schivare il male, questo è intelligenza».
291Giobbe continuò a pronunziare le sue sentenze e disse:
292Oh, potessi tornare com'ero ai mesi di un tempo, ai giorni in cui Dio mi proteggeva,
293quando brillava la sua lucerna sopra il mio capo e alla sua luce camminavo in mezzo alle tenebre;
294com'ero ai giorni del mio autunno, quando Dio proteggeva la mia tenda,
295quando l'Onnipotente era ancora con me e i giovani mi stavano attorno;
296quando mi lavavo in piedi nel latte e la roccia mi versava ruscelli d'olio!
297Quando uscivo verso la porta della città e sulla piazza ponevo il mio seggio:
298vedendomi, i giovani si ritiravano e i vecchi si alzavano in piedi;
299i notabili sospendevano i discorsi e si mettevan la mano sulla bocca;
2910la voce dei capi si smorzava e la loro lingua restava fissa al palato;
2911con gli orecchi ascoltavano e mi dicevano felice, con gli occhi vedevano e mi rendevano testimonianza,
2912perché soccorrevo il povero che chiedeva aiuto, l'orfano che ne era privo.
2913La benedizione del morente scendeva su di me e al cuore della vedova infondevo la gioia.
2914Mi ero rivestito di giustizia come di un vestimento; come mantello e turbante era la mia equità.
2915Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo.
2916Padre io ero per i poveri ed esaminavo la causa dello sconosciuto;
2917rompevo la mascella al perverso e dai suoi denti strappavo la preda.
2918Pensavo: «Spirerò nel mio nido e moltiplicherò come sabbia i miei giorni».
2919La mia radice avrà adito alle acque e la rugiada cadrà di notte sul mio ramo.
2920La mia gloria sarà sempre nuova e il mio arco si rinforzerà nella mia mano.
2921Mi ascoltavano in attesa fiduciosa e tacevano per udire il mio consiglio.
2922Dopo le mie parole non replicavano e su di loro scendevano goccia a goccia i miei detti.
2923Mi attendevano come si attende la pioggia e aprivano la bocca come ad acqua primaverile.
2924Se a loro sorridevo, non osavano crederlo, né turbavano la serenità del mio volto.
2925Indicavo loro la via da seguire e sedevo come capo, e vi rimanevo come un re fra i soldati o come un consolatore d'afflitti.
301Ora invece si ridono di me i più giovani di me in età, i cui padri non avrei degnato di mettere tra i cani del mio gregge.
302Anche la forza delle loro mani a che mi giova? Hanno perduto ogni vigore;
303disfatti dalla indigenza e dalla fame, brucano per l'arido deserto,
304da lungo tempo regione desolata, raccogliendo l'erba salsa accanto ai cespugli e radici di ginestra per loro cibo.
305Cacciati via dal consorzio umano, a loro si grida dietro come al ladro;
306sì che dimorano in valli orrende, nelle caverne della terra e nelle rupi.
307In mezzo alle macchie urlano e sotto i roveti si adunano;
308razza ignobile, anzi razza senza nome, sono calpestati più della terra.
309Ora io sono la loro canzone, sono diventato la loro favola!
3010Hanno orrore di me e mi schivano e non si astengono dallo sputarmi in faccia!
3011Poiché egli ha allentato il mio arco e mi ha abbattuto, essi han rigettato davanti a me ogni freno.
3012A destra insorge la ragazzaglia; smuovono i miei passi e appianano la strada contro di me per perdermi.
3013Hanno demolito il mio sentiero, cospirando per la mia disfatta e nessuno si oppone a loro.
3014Avanzano come attraverso una larga breccia, sbucano in mezzo alle macerie.
3015I terrori si sono volti contro di me; si è dileguata, come vento, la mia grandezza e come nube è passata la mia felicità.
3016Ora mi consumo e mi colgono giorni d'afflizione.
3017Di notte mi sento trafiggere le ossa e i dolori che mi rodono non mi danno riposo.
3018A gran forza egli mi afferra per la veste, mi stringe per l'accollatura della mia tunica.
3019Mi ha gettato nel fango: son diventato polvere e cenere.
3020Io grido a te, ma tu non mi rispondi, insisto, ma tu non mi dai retta.
3021Tu sei un duro avversario verso di me e con la forza delle tue mani mi perseguiti;
3022mi sollevi e mi poni a cavallo del vento e mi fai sballottare dalla bufera.
3023So bene che mi conduci alla morte, alla casa dove si riunisce ogni vivente.
3024Ma qui nessuno tende la mano alla preghiera, né per la sua sventura invoca aiuto.
3025Non ho pianto io forse con chi aveva i giorni duri e non mi sono afflitto per l'indigente?
3026Eppure aspettavo il bene ed è venuto il male, aspettavo la luce ed è venuto il buio.
3027Le mie viscere ribollono senza posa e giorni d'affanno mi assalgono.
3028Avanzo con il volto scuro, senza conforto, nell'assemblea mi alzo per invocare aiuto.
3029Sono divenuto fratello degli sciacalli e compagno degli struzzi.
3030La mia pelle si è annerita, mi si stacca e le mie ossa bruciano dall'arsura.
3031La mia cetra serve per lamenti e il mio flauto per la voce di chi piange.
311Avevo stretto con gli occhi un patto di non fissare neppure una vergine.
312Che parte mi assegna Dio di lassù e che porzione mi assegna l'Onnipotente dall'alto?
313Non è forse la rovina riservata all'iniquo e la sventura per chi compie il male?
314Non vede egli la mia condotta e non conta tutti i miei passi?
315Se ho agito con falsità e il mio piede si è affrettato verso la frode,
316mi pesi pure sulla bilancia della giustizia e Dio riconoscerà la mia integrità.
317Se il mio passo è andato fuori strada e il mio cuore ha seguito i miei occhi, se alla mia mano si è attaccata sozzura,
318io semini e un altro ne mangi il frutto e siano sradicati i miei germogli.
319Se il mio cuore fu sedotto da una donna e ho spiato alla porta del mio prossimo,
3110mia moglie macini per un altro e altri ne abusino;
3111difatti quello è uno scandalo, un delitto da deferire ai giudici,
3112quello è un fuoco che divora fino alla distruzione e avrebbe consumato tutto il mio raccolto.
3113Se ho negato i diritti del mio schiavo e della schiava in lite con me,
3114che farei, quando Dio si alzerà, e, quando farà l'inchiesta, che risponderei?
3115Chi ha fatto me nel seno materno, non ha fatto anche lui? Non fu lo stesso a formarci nel seno?
3116Mai ho rifiutato quanto brama il povero, né ho lasciato languire gli occhi della vedova;
3117mai da solo ho mangiato il mio tozzo di pane, senza che ne mangiasse l'orfano,
3118poiché Dio, come un padre, mi ha allevato fin dall'infanzia e fin dal ventre di mia madre mi ha guidato.
3119Se mai ho visto un misero privo di vesti o un povero che non aveva di che coprirsi,
3120se non hanno dovuto benedirmi i suoi fianchi, o con la lana dei miei agnelli non si è riscaldato;
3121se contro un innocente ho alzato la mano, perché vedevo alla porta chi mi spalleggiava,
3122mi si stacchi la spalla dalla nuca e si rompa al gomito il mio braccio,
3123perché mi incute timore la mano di Dio e davanti alla sua maestà non posso resistere.
3124Se ho riposto la mia speranza nell'oro e all'oro fino ho detto: «Tu sei la mia fiducia»
3125se godevo perché grandi erano i miei beni e guadagnava molto la mia mano;
3126se vedendo il sole risplendere e la luna chiara avanzare,
3127si è lasciato sedurre in segreto il mio cuore e con la mano alla bocca ho mandato un bacio,
3128anche questo sarebbe stato un delitto da tribunale, perché avrei rinnegato Dio che sta in alto.
3129Ho gioito forse della disgrazia del mio nemico e ho esultato perché lo colpiva la sventura,
3130io che non ho permesso alla mia lingua di peccare, augurando la sua morte con imprecazioni?
3131Non diceva forse la gente della mia tenda: «A chi non ha dato delle sue carni per saziarsi?».
3132All'aperto non passava la notte lo straniero e al viandante aprivo le mie porte.
3133Non ho nascosto, alla maniera degli uomini, la mia colpa, tenendo celato il mio delitto in petto,
3134come se temessi molto la folla, e il disprezzo delle tribù mi spaventasse, sì da starmene zitto senza uscire di casa.
3135Oh, avessi uno che mi ascoltasse! Ecco qui la mia firma! L'Onnipotente mi risponda! Il documento scritto dal mio avversario
3136vorrei certo portarlo sulle mie spalle e cingerlo come mio diadema!
3137Il numero dei miei passi gli manifesterei
3138Se contro di me grida la mia terra e i suoi solchi piangono con essa;
3139se ho mangiato il suo frutto senza pagare e ho fatto sospirare dalla fame i suoi coltivatori,
3140in luogo di frumento, getti spine, ed erbaccia al posto dell'orzo.
321quei tre uomini cessarono di rispondere a Giobbe, perché egli si riteneva giusto.
322Allora si accese lo sdegno di Eliu, figlio di Barachele il Buzita, della tribù di Ram. Si accese di sdegno contro Giobbe, perché pretendeva d'aver ragione di fronte a Dio;
323si accese di sdegno anche contro i suoi tre amici, perché non avevano trovato di che rispondere, sebbene avessero dichiarato Giobbe colpevole.
324Però Eliu aveva aspettato, mentre essi parlavano con Giobbe, perché erano più vecchi di lui in età.
325Quando dunque vide che sulla bocca di questi tre uomini non vi era più alcuna risposta, Eliu si accese di sdegno.
326Presa dunque la parola, Eliu, figlio di Barachele il Buzita, disse: e voi siete gia canuti; per questo ho esitato per rispetto a manifestare a voi il mio sapere.
327Pensavo: Parlerà l'età e i canuti insegneranno la sapienza.
328Ma certo essa è un soffio nell'uomo; l'ispirazione dell'Onnipotente lo fa intelligente.
329Non sono i molti anni a dar la sapienza, né sempre i vecchi distinguono ciò che è giusto.
3210Per questo io oso dire: Ascoltatemi; anch'io esporrò il mio sapere.
3211Ecco, ho atteso le vostre parole, ho teso l'orecchio ai vostri argomenti. Finché andavate in cerca di argomenti
3212su di voi fissai l'attenzione. Ma ecco, nessuno ha potuto convincere Giobbe, nessuno tra di voi risponde ai suoi detti.
3213Non dite: Noi abbiamo trovato la sapienza, ma lo confuti Dio, non l'uomo!
3214Egli non mi ha rivolto parole, e io non gli risponderò con le vostre parole.
3215Sono vinti, non rispondono più, mancano loro le parole.
3216Ho atteso, ma poiché non parlano più, poiché stanno lì senza risposta,
3217voglio anch'io dire la mia parte, anch'io esporrò il mio parere;
3218mi sento infatti pieno di parole, mi preme lo spirito che è dentro di me.
3219Ecco, dentro di me c'è come vino senza sfogo, come vino che squarcia gli otri nuovi.
3220Parlerò e mi sfogherò, aprirò le labbra e risponderò.
3221Non guarderò in faccia ad alcuno, non adulerò nessuno,
3222perché io non so adulare: altrimenti il mio creatore in breve mi eliminerebbe.
331Ascolta dunque, Giobbe, i miei discorsi, ad ogni mia parola porgi l'orecchio.
332Ecco, io apro la bocca, parla la mia lingua entro il mio palato.
333Il mio cuore dirà sagge parole e le mie labbra parleranno chiaramente.
334Lo spirito di Dio mi ha creato e il soffio dell'Onnipotente mi dà vita.
335Se puoi, rispondimi, prepàrati davanti a me, stà pronto.
336Ecco, io sono come te di fronte a Dio e anch'io sono stato tratto dal fango:
337ecco, nulla hai da temere da me, né graverò su di te la mano.
338Non hai fatto che dire ai miei orecchi e ho ben udito il suono dei tuoi detti:
339«Puro son io, senza peccato, io sono mondo, non ho colpa;
3310ma egli contro di me trova pretesti e mi stima suo nemico;
3311pone in ceppi i miei piedi e spia tutti i miei passi!».
3312Ecco, in questo ti rispondo: non hai ragione. Dio è infatti più grande dell'uomo.
3313Perché ti lamenti di lui, se non risponde ad ogni tua parola?
3314Dio parla in un modo o in un altro, ma non si fa attenzione.
3315Parla nel sogno, visione notturna, quando cade il sopore sugli uomini e si addormentano sul loro giaciglio;
3316apre allora l'orecchio degli uomini e con apparizioni li spaventa,
3317per distogliere l'uomo dal male e tenerlo lontano dall'orgoglio,
3318per preservarne l'anima dalla fossa e la sua vita dalla morte violenta.
3319Lo corregge con il dolore nel suo letto e con la tortura continua delle ossa;
3320quando il suo senso ha nausea del pane, il suo appetito del cibo squisito;
3321quando la sua carne si consuma a vista d'occhio e le ossa, che non si vedevano prima, spuntano fuori,
3322quando egli si avvicina alla fossa e la sua vita alla dimora dei morti.
3323Ma se vi è un angelo presso di lui, un protettore solo fra mille, per mostrare all'uomo il suo dovere,
3324abbia pietà di lui e dica: «Scampalo dallo scender nella fossa, ho trovato il riscatto»,
3325allora la sua carne sarà più fresca che in gioventù, tornerà ai giorni della sua adolescenza:
3326supplicherà Dio e questi gli userà benevolenza, gli mostrerà il suo volto in giubilo, e renderà all'uomo la sua giustizia.
3327Egli si rivolgerà agli uomini e dirà: «Avevo peccato e violato la giustizia, ma egli non mi ha punito per quel che meritavo;
3328mi ha scampato dalla fossa e la mia vita rivede la luce».
3329Ecco, tutto questo fa Dio, due volte, tre volte con l'uomo,
3330per sottrarre l'anima sua dalla fossa e illuminarla con la luce dei viventi.
3331Attendi, Giobbe, ascoltami, taci e io parlerò:
3332ma se hai qualcosa da dire, rispondimi, parla, perché vorrei darti ragione;
3333se no, tu ascoltami e io ti insegnerò la sapienza.
341Eliu continuò a dire:
342Ascoltate, saggi, le mie parole e voi, sapienti, porgetemi l'orecchio,
343Perché l'orecchio distingue le parole, come il palato assapora i cibi.
344Esploriamo noi ciò che è giusto, indaghiamo fra di noi quale sia il bene:
345poiché Giobbe ha detto: «Io son giusto, ma Dio mi ha tolto il mio diritto;
346contro il mio diritto passo per menzognero, inguaribile è la mia piaga benché senza colpa».
347Chi è come Giobbe che beve, come l'acqua, l'insulto,
348che fa la strada in compagnia dei malfattori, andando con uomini iniqui?
349Poiché egli ha detto: «Non giova all'uomo essere in buona grazia con Dio».
3410Perciò ascoltatemi, uomini di senno: lungi da Dio l'iniquità e dall'Onnipotente l'ingiustizia!
3411Poiché egli ripaga l'uomo secondo il suo operato e fa trovare ad ognuno secondo la sua condotta.
3412In verità, Dio non agisce da ingiusto e l'Onnipotente non sovverte il diritto!
3413Chi mai gli ha affidato la terra e chi ha disposto il mondo intero?
3414Se egli richiamasse il suo spirito a sé e a sé ritraesse il suo soffio,
3415ogni carne morirebbe all'istante e l'uomo ritornerebbe in polvere.
3416Se hai intelletto, ascolta bene questo, porgi l'orecchio al suono delle mie parole.
3417Può mai governare chi odia il diritto? E tu osi condannare il Gran Giusto?
3418lui che dice ad un re: «Iniquo!» e ai principi: «Malvagi!»,
3419lui che non usa parzialità con i potenti e non preferisce al povero il ricco, perché tutti costoro sono opera delle sue mani?
3420In un istante muoiono e nel cuore della notte sono colpiti i potenti e periscono; e senza sforzo rimuove i tiranni,
3421poiché egli tiene gli occhi sulla condotta dell'uomo e vede tutti i suoi passi.
3422Non vi è tenebra, non densa oscurità, dove possano nascondersi i malfattori.
3423Poiché non si pone all'uomo un termine per comparire davanti a Dio in giudizio:
3424egli fiacca i potenti, senza fare inchieste, e colloca altri al loro posto.
3425Poiché conosce le loro opere, li travolge nella notte e sono schiacciati;
3426come malvagi li percuote, li colpisce alla vista di tutti;
3427perché si sono allontanati da lui e di tutte le sue vie non si sono curati,
3428sì da far giungere fino a lui il grido dell'oppresso e fargli udire il lamento dei poveri.
3429Se egli tace, chi lo può condannare? Se vela la faccia, chi lo può vedere? Ma sulle nazioni e sugli individui egli veglia,
3430perché non regni un uomo perverso, perché il popolo non abbia inciampi.
3431Si può dunque dire a Dio: «Porto la pena, senza aver fatto il male;
3432se ho peccato, mostramelo; se ho commesso l'iniquità, non lo farò più»?
3433Forse, secondo le tue idee dovrebbe ricompensare, perché tu rifiuti il suo giudizio? Poiché tu devi scegliere, non io, dì, dunque, quello che sai.
3434Gli uomini di senno mi diranno con l'uomo saggio che mi ascolta:
3435«Giobbe non parla con sapienza e le sue parole sono prive di senno».
3436Bene, Giobbe sia esaminato fino in fondo, per le sue risposte da uomo empio,
3437perché aggiunge al suo peccato la rivolta, in mezzo a noi batte le mani e moltiplica le parole contro Dio.
351Eliu riprese a dire:
352Ti pare di aver pensato cosa giusta, quando dicesti: «Ho ragione davanti a Dio»?
353O quando hai detto: «Che te ne importa? Che utilità ne ho dal mio peccato»?
354Risponderò a te con discorsi e ai tuoi amici insieme con te.
355Contempla il cielo e osserva, considera le nubi: sono più alte di te.
356Se pecchi, che gli fai? Se moltiplichi i tuoi delitti, che danno gli arrechi?
357Se tu sei giusto, che cosa gli dai o che cosa riceve dalla tua mano?
358Su un uomo come te ricade la tua malizia, su un figlio d'uomo la tua giustizia!
359Si grida per la gravità dell'oppressione, si invoca aiuto sotto il braccio dei potenti,
3510ma non si dice: «Dov'è quel Dio che mi ha creato, che concede nella notte canti di gioia;
3511che ci rende più istruiti delle bestie selvatiche, che ci fa più saggi degli uccelli del cielo?».
3512Si grida, allora, ma egli non risponde di fronte alla superbia dei malvagi.
3513Certo è falso dire: «Dio non ascolta e l'Onnipotente non presta attenzione»
3514più ancora quando tu dici che non lo vedi, che la tua causa sta innanzi a lui e tu in lui speri;
3515così pure quando dici che la sua ira non punisce né si cura molto dell'iniquità.
3516Giobbe dunque apre invano la sua bocca e senza cognizione moltiplica le chiacchiere.
361Eliu continuò a dire:
362Abbi un po' di pazienza e io te lo dimostrerò, perché in difesa di Dio c'è altro da dire.
363Prenderò da lontano il mio sapere e renderò giustizia al mio creatore,
364poiché non è certo menzogna il mio parlare: un uomo di perfetta scienza è qui con te.
365Ecco, Dio è grande e non si ritratta, egli è grande per fermezza di cuore.
366Non lascia vivere l'iniquo e rende giustizia ai miseri.
367Non toglie gli occhi dai giusti, li fa sedere sul trono con i re e li esalta per sempre.
368Se talvolta essi sono avvinti in catene, se sono stretti dai lacci dell'afflizione,
369fa loro conoscere le opere loro e i loro falli, perché superbi;
3610apre loro gli orecchi per la correzione e ordina che si allontanino dalla iniquità.
3611Se ascoltano e si sottomettono, chiuderanno i loro giorni nel benessere e i loro anni nelle delizie.
3612Ma se non vorranno ascoltare, di morte violenta periranno, spireranno senza neppure saperlo.
3613I perversi di cuore accumulano l'ira; non invocano aiuto, quando Dio li avvince in catene:
3614si spegne in gioventù la loro anima, e la loro vita all'età dei dissoluti.
3615Ma egli libera il povero con l'afflizione, gli apre l'udito con la sventura.
3616Anche te intende sottrarre dal morso dell'angustia: avrai in cambio un luogo ampio, non ristretto e la tua tavola sarà colma di vivande grasse.
3617Ma se colmi la misura con giudizi da empio, giudizio e condanna ti seguiranno.
3618La collera non ti trasporti alla bestemmia, l'abbondanza dell'espiazione non ti faccia fuorviare.
3619Può forse farti uscire dall'angustia il tuo grido, con tutti i tentativi di forza?
3620Non sospirare quella notte, in cui i popoli vanno al loro luogo.
3621Bada di non volgerti all'iniquità, poiché per questo sei stato provato dalla miseria.
3622Ecco, Dio è sublime nella sua potenza; chi come lui è temibile?
3623Chi mai gli ha imposto il suo modo d'agire o chi mai ha potuto dirgli: «Hai agito male?».
3624Ricordati che devi esaltare la sua opera, che altri uomini hanno cantato.
3625Ogni uomo la contempla, il mortale la mira da lontano.
3626Ecco, Dio è così grande, che non lo comprendiamo: il numero dei suoi anni è incalcolabile.
3627Egli attrae in alto le gocce dell'acqua e scioglie in pioggia i suoi vapori,
3628che le nubi riversano e grondano sull'uomo in grande quantità.
3629Chi inoltre può comprendere la distesa delle nubi, i fragori della sua dimora?
3630Ecco, espande sopra di esso il suo vapore e copre le profondità del mare.
3631In tal modo sostenta i popoli e offre alimento in abbondanza.
3632Arma le mani di folgori e le scaglia contro il bersaglio.
3633Lo annunzia il suo fragore, riserva d'ira contro l'iniquità.
371Per questo mi batte forte il cuore e mi balza fuori dal petto.
372Udite, udite, il rumore della sua voce, il fragore che esce dalla sua bocca.
373Il lampo si diffonde sotto tutto il cielo e il suo bagliore giunge ai lembi della terra;
374dietro di esso brontola il tuono, mugghia con il suo fragore maestoso e nulla arresta i fulmini, da quando si è udita la sua voce;
375mirabilmente tuona Dio con la sua voce opera meraviglie che non comprendiamo!
376Egli infatti dice alla neve: «Cadi sulla terra» e alle piogge dirotte: «Siate violente».
377Rinchiude ogni uomo in casa sotto sigillo, perché tutti riconoscano la sua opera.
378Le fiere si ritirano nei loro ripari e nelle loro tane si accovacciano.
379Dal mezzogiorno avanza l'uragano e il freddo dal settentrione.
3710Al soffio di Dio si forma il ghiaccio e la distesa dell'acqua si congela.
3711Carica di umidità le nuvole e le nubi ne diffondono le folgori.
3712Egli le fa vagare dappertutto secondo i suoi ordini, perché eseguiscano quanto comanda loro sul mondo intero.
3713Le manda o per castigo della terra o in segno di bontà.
3714Porgi l'orecchio a questo, Giobbe, soffèrmati e considera le meraviglie di Dio.
3715Sai tu come Dio le diriga e come la sua nube produca il lampo?
3716Conosci tu come la nube si libri in aria, i prodigi di colui che tutto sa?
3717Come le tue vesti siano calde quando non soffia l'austro e la terra riposa?
3718Hai tu forse disteso con lui il firmamento, solido come specchio di metallo fuso?
3719Insegnaci che cosa dobbiamo dirgli. Noi non parleremo per l'oscurità.
3720Gli si può forse ordinare: «Parlerò io?». O un uomo può dire che è sopraffatto?
3721Ora diventa invisibile la luce, oscurata in mezzo alle nubi: ma tira il vento e le spazza via.
3722Dal nord giunge un aureo chiarore, intorno a Dio è tremenda maestà.
3723L}Onnipotente noi non lo possiamo raggiungere, sublime in potenza e rettitudine e grande per giustizia: egli non ha da rispondere.
3724Perciò gli uomini lo temono: a lui la venerazione di tutti i saggi di mente.
381Il Signore rispose a Giobbe di mezzo al turbine:
382Chi è costui che oscura il consiglio con parole insipienti?
383Cingiti i fianchi come un prode, io t'interrogherò e tu mi istruirai.
384Dov'eri tu quand'io ponevo le fondamenta della terra? Dillo, se hai tanta intelligenza!
385Chi ha fissato le sue dimensioni, se lo sai, o chi ha teso su di essa la misura?
386Dove sono fissate le sue basi o chi ha posto la sua pietra angolare,
387mentre gioivano in coro le stelle del mattino e plaudivano tutti i figli di Dio?
388Chi ha chiuso tra due porte il mare, quando erompeva uscendo dal seno materno,
389quando lo circondavo di nubi per veste e per fasce di caligine folta?
3810Poi gli ho fissato un limite e gli ho messo chiavistello e porte
3811e ho detto: «Fin qui giungerai e non oltre e qui s'infrangerà l'orgoglio delle tue onde».
3812Da quando vivi, hai mai comandato al mattino e assegnato il posto all'aurora,
3813perché essa afferri i lembi della terra e ne scuota i malvagi?
3814Si trasforma come creta da sigillo e si colora come un vestito.
3815E' sottratta ai malvagi la loro luce ed è spezzato il braccio che si alza a colpire.
3816Sei mai giunto alle sorgenti del mare e nel fondo dell'abisso hai tu passeggiato?
3817Ti sono state indicate le porte della morte e hai visto le porte dell'ombra funerea?
3818Hai tu considerato le distese della terra? Dillo, se sai tutto questo!
3819Per quale via si va dove abita la luce e dove hanno dimora le tenebre
3820perché tu le conduca al loro dominio o almeno tu sappia avviarle verso la loro casa?
3821Certo, tu lo sai, perché allora eri nato e il numero dei tuoi giorni è assai grande!
3822Sei mai giunto ai serbatoi della neve, hai mai visto i serbatoi della grandine,
3823che io riserbo per il tempo della sciagura, per il giorno della guerra e della battaglia?
3824Per quali vie si espande la luce, si diffonde il vento d'oriente sulla terra?
3825Chi ha scavato canali agli acquazzoni e una strada alla nube tonante,
3826per far piovere sopra una terra senza uomini, su un deserto dove non c'è nessuno,
3827per dissetare regioni desolate e squallide e far germogliare erbe nella steppa?
3828Ha forse un padre la pioggia? O chi mette al mondo le gocce della rugiada?
3829Dal seno di chi è uscito il ghiaccio e la brina del cielo chi l'ha generata?
3830Come pietra le acque induriscono e la faccia dell'abisso si raggela.
3831Puoi tu annodare i legami delle Plèiadi o sciogliere i vincoli di Orione?
3832Fai tu spuntare a suo tempo la stella del mattino o puoi guidare l'Orsa insieme con i suoi figli?
3833Conosci tu le leggi del cielo o ne applichi le norme sulla terra?
3834Puoi tu alzare la voce fino alle nubi e farti coprire da un rovescio di acqua?
3835Scagli tu i fulmini e partono dicendoti: «Eccoci!»?
3836Chi ha elargito all'ibis la sapienza o chi ha dato al gallo intelligenza?
3837Chi può con sapienza calcolare le nubi e chi riversa gli otri del cielo,
3838quando si fonde la polvere in una massa e le zolle si attaccano insieme?
3839Vai tu a caccia di preda per la leonessa e sazi la fame dei leoncini,
3840quando sono accovacciati nelle tane o stanno in agguato fra le macchie?
3841Chi prepara al corvo il suo pasto, quando i suoi nati gridano verso Dio e vagano qua e là per mancanza di cibo?
391Sai tu quando figliano le camozze e assisti al parto delle cerve?
392Conti tu i mesi della loro gravidanza e sai tu quando devono figliare?
393Si curvano e depongono i figli, metton fine alle loro doglie.
394Robusti sono i loro figli, crescono in campagna, partono e non tornano più da esse.
395Chi lascia libero l'asino selvatico e chi scioglie i legami dell'ònagro,
396al quale ho dato la steppa per casa e per dimora la terra salmastra?
397Del fracasso della città se ne ride e gli urli dei guardiani non ode.
398Gira per le montagne, sua pastura, e va in cerca di quanto è verde.
399Il bufalo si lascerà piegare a servirti o a passar la notte presso la tua greppia?
3910Potrai legarlo con la corda per fare il solco o fargli erpicare le valli dietro a te?
3911Ti fiderai di lui, perché la sua forza è grande e a lui affiderai le tue fatiche?
3912Conterai su di lui, che torni e raduni la tua messe sulla tua aia?
3913L'ala dello struzzo batte festante, ma è forse penna e piuma di cicogna?
3914Abbandona infatti alla terra le uova e sulla polvere le lascia riscaldare.
3915Dimentica che un piede può schiacciarle, una bestia selvatica calpestarle.
3916Tratta duramente i figli, come se non fossero suoi, della sua inutile fatica non si affanna,
3917perché Dio gli ha negato la saggezza e non gli ha dato in sorte discernimento.
3918Ma quando giunge il saettatore, fugge agitando le ali: si beffa del cavallo e del suo cavaliere.
3919Puoi tu dare la forza al cavallo e vestire di fremiti il suo collo?
3920Lo fai tu sbuffare come un fumaiolo? Il suo alto nitrito incute spavento.
3921Scalpita nella valle giulivo e con impeto va incontro alle armi.
3922Sprezza la paura, non teme, né retrocede davanti alla spada.
3923Su di lui risuona la faretra, il luccicar della lancia e del dardo.
3924Strepitando, fremendo, divora lo spazio e al suono della tromba più non si tiene.
3925Al primo squillo grida: «Aah!...» e da lontano fiuta la battaglia, gli urli dei capi, il fragor della mischia.
3926Forse per il tuo senno si alza in volo lo sparviero e spiega le ali verso il sud?
3927O al tuo comando l'aquila s'innalza e pone il suo nido sulle alture?
3928Abita le rocce e passa la notte sui denti di rupe o sui picchi.
3929Di lassù spia la preda, lontano scrutano i suoi occhi.
3930I suoi aquilotti succhiano il sangue e dove sono cadaveri, là essa si trova.
401Il Signore riprese e disse a Giobbe:
402Il censore vorrà ancora contendere con l'Onnipotente? L'accusatore di Dio risponda!
403Giobbe rivolto al Signore disse:
404Ecco, sono ben meschino: che ti posso rispondere? Mi metto la mano sulla bocca.
405Ho parlato una volta, ma non replicherò. ho parlato due volte, ma non continuerò.
406Allora il Signore rispose a Giobbe di mezzo al turbine e disse:
407Cingiti i fianchi come un prode: io t'interrogherò e tu mi istruirai.
408Oseresti proprio cancellare il mio giudizio e farmi torto per avere tu ragione?
409Hai tu un braccio come quello di Dio e puoi tuonare con voce pari alla sua?
4010Ornati pure di maestà e di sublimità, rivestiti di splendore e di gloria;
4011diffondi i furori della tua collera, mira ogni superbo e abbattilo,
4012mira ogni superbo e umilialo, schiaccia i malvagi ovunque si trovino;
4013nascondili nella polvere tutti insieme, rinchiudili nella polvere tutti insieme,
4014anch'io ti loderò, perché hai trionfato con la destra.
4015Ecco, l'ippopotamo, che io ho creato al pari di te, mangia l'erba come il bue.
4016Guarda, la sua forza è nei fianchi e il suo vigore nel ventre.
4017Rizza la coda come un cedro, i nervi delle sue cosce s'intrecciano saldi,
4018le sue vertebre, tubi di bronzo, le sue ossa come spranghe di ferro.
4019Esso è la prima delle opere di Dio; il suo creatore lo ha fornito di difesa.
4020I monti gli offrono i loro prodotti e là tutte le bestie della campagna si trastullano.
4021Sotto le piante di loto si sdraia, nel folto del canneto della palude.
4022Lo ricoprono d'ombra i loti selvatici, lo circondano i salici del torrente.
4023Ecco, si gonfi pure il fiume: egli non trema, è calmo, anche se il Giordano gli salisse fino alla bocca.
4024Chi potrà afferarlo per gli occhi, prenderlo con lacci e forargli le narici?
4025Puoi tu pescare il Leviatan con l'amo e tener ferma la sua lingua con una corda,
4026ficcargli un giunco nelle narici e forargli la mascella con un uncino?
4027Ti farà forse molte suppliche e ti rivolgerà dolci parole?
4028Stipulerà forse con te un'alleanza, perché tu lo prenda come servo per sempre?
4029Scherzerai con lui come un passero, legandolo per le tue fanciulle?
4030Lo metteranno in vendita le compagnie di pesca, se lo divideranno i commercianti?
4031Crivellerai di dardi la sua pelle e con la fiocina la sua testa?
4032Metti su di lui la mano: al ricordo della lotta, non rimproverai!
411Ecco, la tua speranza è fallita, al solo vederlo uno stramazza.
412Nessuno è tanto audace da osare eccitarlo e chi mai potrà star saldo di fronte a lui?
413Chi mai lo ha assalito e si è salvato? Nessuno sotto tutto il cielo.
414Non tacerò la forza delle sue membra: in fatto di forza non ha pari.
415Chi gli ha mai aperto sul davanti il manto di pelle e nella sua doppia corazza chi può penetrare?
416Le porte della sua bocca chi mai ha aperto? Intorno ai suoi denti è il terrore!
417Il suo dorso è a lamine di scudi, saldate con stretto suggello;
418l'una con l'altra si toccano, sì che aria fra di esse non passa:
419ognuna aderisce alla vicina, sono compatte e non possono separarsi.
4110Il suo starnuto irradia luce e i suoi occhi sono come le palpebre dell'aurora.
4111Dalla sua bocca partono vampate, sprizzano scintille di fuoco.
4112Dalle sue narici esce fumo come da caldaia, che bolle sul fuoco.
4113Il suo fiato incendia carboni e dalla bocca gli escono fiamme.
4114Nel suo collo risiede la forza e innanzi a lui corre la paura.
4115Le giogaie della sua carne son ben compatte, sono ben salde su di lui, non si muovono.
4116Il suo cuore è duro come pietra, duro come la pietra inferiore della macina.
4117Quando si alza, si spaventano i forti e per il terrore restano smarriti.
4118La spada che lo raggiunge non vi si infigge, né lancia, né freccia né giavellotto;
4119stima il ferro come paglia, il bronzo come legno tarlato.
4120Non lo mette in fuga la freccia, in pula si cambian per lui le pietre della fionda.
4121Come stoppia stima una mazza e si fa beffe del vibrare dell'asta.
4122Al disotto ha cocci acuti e striscia come erpice sul molle terreno.
4123Fa ribollire come pentola il gorgo, fa del mare come un vaso da unguenti.
4124Dietro a sé produce una bianca scia e l'abisso appare canuto.
4125Nessuno sulla terra è pari a lui, fatto per non aver paura.
4126Lo teme ogni essere più altero; egli è il re su tutte le fiere più superbe.
421Allora Giobbe rispose al Signore e disse:
422Comprendo che puoi tutto e che nessuna cosa è impossibile per te.
423Chi è colui che, senza aver scienza, può oscurare il tuo consiglio? Ho esposto dunque senza discernimento cose troppo superiori a me, che io non comprendo.
424«Ascoltami e io parlerò, io t'interrogherò e tu istruiscimi».
425Io ti conoscevo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti vedono.
426Perciò mi ricredo e ne provo pentimento sopra polvere e cenere.
427Dopo che il Signore aveva rivolto queste parole a Giobbe, disse a Elifaz il Temanita: «La mia ira si è accesa contro di te e contro i tuoi due amici, perché non avete detto di me cose rette come il mio servo Giobbe.
428Prendete dunque sette vitelli e sette montoni e andate dal mio servo Giobbe e offriteli in olocausto per voi; il mio servo Giobbe pregherà per voi, affinché io, per riguardo a lui, non punisca la vostra stoltezza, perché non avete detto di me cose rette come il mio servo Giobbe».
429Elifaz il Temanita, Bildad il Suchita e Zofar il Naamatita andarono e fecero come loro aveva detto il Signore e il Signore ebbe riguardo di Giobbe.
4210Dio ristabilì Giobbe nello stato di prima, avendo egli pregato per i suoi amici; accrebbe anzi del doppio quanto Giobbe aveva posseduto.
4211Tutti i suoi fratelli, le sue sorelle e i suoi conoscenti di prima vennero a trovarlo e mangiarono pane in casa sua e lo commiserarono e lo consolarono di tutto il male che il Signore aveva mandato su di lui e gli regalarono ognuno una piastra e un anello d'oro.
4212Il Signore benedisse la nuova condizione di Giobbe più della prima ed egli possedette quattordicimila pecore e seimila cammelli, mille paia di buoi e mille asine.
4213Ebbe anche sette figli e tre figlie.
4214A una mise nome Colomba, alla seconda Cassia e alla terza Fiala di stibio.
4215In tutta la terra non si trovarono donne così belle come le figlie di Giobbe e il loro padre le mise a parte dell'eredità insieme con i loro fratelli.
4216Dopo tutto questo, Giobbe visse ancora centoquarant'anni e vide figli e nipoti di quattro generazioni.
4217Poi Giobbe morì, vecchio e sazio di giorni.